tratto da https://www.greenpeace.org/italy/comunicato-stampa/25572/clima-greenpeace-italia-e-recommon-fissata-ludienza-con-cui-la-cassazione-decidera-se-in-italia-e-possibile-avere-giustizia-climatica/
"Nel maggio 2023 dodici cittadine e cittadini italiani, Greenpeace Italia e ReCommon avevano presentato una causa civile nei confronti di ENI, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (queste ultime due realtà in qualità di azionisti che esercitano un’influenza dominante sulla società) per i danni subiti e futuri, in sede patrimoniale e non, derivanti dai cambiamenti climatici a cui il colosso italiano del gas e del petrolio ha significativamente contribuito con la sua condotta negli ultimi decenni, pur essendone pienamente consapevole.
ENI, CDP e MEF avevano infatti eccepito “il difetto assoluto di giurisdizione del giudice ordinario adito”, di fatto contestando la possibilità di procedere con una causa climatica davanti a un tribunale italiano. Un motivo di improcedibilità contestato da Greenpeace Italia, ReCommon e le cittadine e cittadini aderenti a La Giusta Causa, che hanno dunque fatto ricorso per regolamento di giurisdizione alla Suprema Corte" p
Nessun commento:
Posta un commento