domenica 17 novembre 2024

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 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-16-novembre-2024/

La giornata in cinque minuti

ELEZIONI REGIONALI, IL CENTROSINISTRA ALL’ASSALTO DI TESEI PER RIPRENDERSI IL FORTINO UMBRO. EMILIA ROMAGNA, SOLO L’ASTENSIONE PREOCCUPA IL DEM DE PASCALE. Dopo la vittoria del centrodestra in Liguria, sul filo, si riaprono le urne regionali in Umbria ed Emilia Romagna. Seggi aperti dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Due elezioni di peso con possibili contraccolpi anche a livello nazionale. In Emilia il centrosinistra è strafavorito, dopo quasi un decennio di governo con la giunta guidata dal dem Stefano Bonaccini (eletto all’europarlamento nel voto di giugno). Il candidato è il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, 39 anni, sostenuto dal Partito democratico, Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e dalla lista civica Emilia-Romagna Futura (Azione, +Europa, Psi, Pri). I suoi sfidanti sono l’ex sottosegretaria all’Istruzione Elena Ugolini (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati), Federico Serra (Potere al Popolo, Pci e Rifondazione Comunista) e Luca Teodori (sostenuta da una lista civica). Voteranno circa tre milioni e mezzo di emiliani e romagnoli: per De Pascale la vera incognita è l’astensionismo. I riflettori sono puntati sull’Umbria, l’ex fortino della sinistra “scippato” nel 2019 dalla leghista Donatella Tesei. Per un decennio sindaca di Montefalco, prima di approdare in Regione è stata eletta in Senato nel 2018. I progressisti provano a riprendersi la Regione con la sindaca di Assisi Stefania Proietti, sostenuta da Pd, Cinque Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra (con 4 liste civiche). Se il centrosinistra perdesse in Umbria, dopo la sconfitta in Liguria, le correnti dem ostili ad Elly Schlein potrebbero rialzare la testa, invocare un congresso, con Vincenzo De Luca più forte di prima verso il terzo mandato in Campania. Sul Fatto di domani vi racconteremo la vigilia e gli scenari delle urne regionali.


GIUSTIZIA, IL LEADER DELLE TOGHE PROGRESSISTE RISCHIA TRASFERIMENTO E PROCESSO DISCIPLINARE. LA SUA COLPA? AVER CRITICATO IL DDL SICUREZZA. Prosegue la crociata contro i giudici, dopo le polemiche sui migranti in Albania con le bocciature del tribunale di Roma sui trattenimenti al di là dell’Adriatico. Nel mirino stavolta è finito Stefano Musolino, segretario di Magistratura democratica (corrente progressista della magistratura) e procuratore aggiunto a Reggio Calabria. Le consigliere laiche del Csm, Isabella Bertolini e Claudia Eccher, hanno chiesto l’apertura di una pratica alla prima Commissione e alla Procura generale della Cassazione: Musolino rischia trasferimento e sanzioni disciplinari. Bertolini è un’ex deputata berlusconiana eletta a palazzo Bachelet in quota Fratelli d’Italia. Claudia Eccher, storica avvocata di Salvini, è stata scelta dal Carroccio. le due consigliere puntano il dito contro la partecipazione di Musolino ad un evento dell’associazione “No Ponte”, con “spiccata connotazione anti governativa”. Contestano la critiche del magistrato al ddl sicurezza. Ecco cosa aveva detto Musolino: “Non si possono inventare nuove norme per radicalizzare il dissenso e, addirittura, criminalizzarlo”. Eccher e Bertolini additano anche la partecipazione della toga alla trasmissione Piazza Pulita su La7. Per il tandem, Musolino avrebbe violato “i principi costituzionali di imparzialità e di indipendenza”. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, difende la toga: “Questa non è più una pretesa di imparzialità, ma richiesta di silenzio e non è accettabile”. Santalucia piazza l’affondo anche sulla volontà del governo di cambiare l’arbitro sui trattenimenti dei migranti che richiedono l’asilo: fino ad oggi, la convalida dei provvedimenti spettava alla sezione immigrazione dei tribunali. Ma poiché le sentenze erano sgradite, il governo vorrebbe affidare il compito alle corti d’appello, grazie ad un emendamento al decreto flussi. “È assai difficile rinvenire un principio di razionalità in questo stravolgimento dell’ordine delle competenze”, ha dichiarato Santalucia. Che stigmatizza il tentativo del centrodestra di intitolare il disegno di legge sulla separazione delle carriere a Giovanni Falcone. Sul Fatto di domani il nuovo capitolo della scontro tra il governo e la magistratura.


UCRAINA, ZELENSKY: “FINE DELLA GUERRA NEL 2025, MA A KIEV SONO GIUNTE MENO DELLA METÀ DELLE ARMI PROMESSE DAGLI USA”. L’uragano Trump si è abbattuto sull’Ucraina con la promessa del tycoon di porre fine al conflitto, e ora tutti provano a riposizionarsi. Il presidente ucraino Zelensky, in un’intervista a Radio Ucraina, ha posto una scadenza per la pace: l’Ucraina “deve fare di tutto per porre fine alla guerra nel 2025 attraverso la via diplomatica”. Poi ha tracciato le condizioni, all’indomani della telefonata tra Olaf Scholz e Vladimir Putin, con una strigliata a Berlino: “Come possono esserci trattative semplicemente con un assassino? Se parliamo con Putin e non siamo rafforzati nelle condizioni in cui ci troviamo non si tratta di una pace giusta”. Riguardo gli Usa, il leader di Kiev ha spezzato una lancia per Trump – “la sua posizione è molto importante” – e criticato, almeno in parte, l’amministrazione Biden per il sostegno parziale. “Meno della metà” delle armi promesse dagli Stati Uniti sarebbero giunte a Kiev, malgrado lo stanziamento complessivo di circa 175 miliardi. Nessuna omissione delle difficoltà sul terreno: una situazione “davvero difficile”, con una “lenta ma inesorabile pressione dei russi”, ha ammesso il presidente ucraino, che non ha escluso “passi indietro” delle sue truppe in assenza di un ricambio di soldati al fronte. Secondo il Washington PostPutin non avvierà negoziati senza aver prima “cacciato fino all’ultimo soldato ucraino da Kursk”: lo ha detto alla testata statunitense Konstantin Remchukov, caporedattore del quotidiano russo Nezavisimaya Gazeta. Sul Fatto di domani vi racconteremo gli ultimi sviluppi della diplomazia sul fronte ucraino, con un approfondimento sul gas. Il colosso energetico russo Gazprom ha interrotto bruscamente le forniture all’Austria, dopo una controversia legale.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Gestazione per altri, Mattarella ha già firmato la legge. In Gazzetta ufficiale lunedì. Il disegno di legge per rendere la maternità surrogata “reato universale”, approvata in via definitiva dal Senato il 16 ottobre, sarà in Gazzetta ufficiale lunedì 18 novembre. La legge è stata firmata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso 4 novembre, prima della partenza per la sua visita in Cina. Secondo l’associazione Luca Coscioni, sono già oltre 50 le coppie pronte ad aprire una battaglia legale.

Napoli, 30 genitori aggrediscono un’insegnante di sostegno. La causa? “Voci sui social”. Una docente di sostegno aggredita da una trentina di genitori che hanno fatto irruzione in una scuola media. È accaduto giovedì mattina a Scanzano, frazione di Castellammare di Stabia (Napoli), presso l’istituto “Salvati”. Sul posto si trovavano anche i genitori della vittima. Il padre ha provato a difendere la figlia ma ha riportato la frattura di un polso; per la docente la diagnosi è stata di trauma cranico, causato dai colpi ricevuti. Sono intervenuti i carabinieri, per portare in salvo la donna e i genitori. All’origine dell’aggressione alcune voci, diffuse sui social, su comportamenti tenuti dalla docente verso alcuni alunni.

Operaio si ferisce in un cantiere e viene scaricato in un distributore di benzina: è grave. Sarebbe caduto da un’altezza di tre metri, il lavoratore egiziano di 53 anni, riportando traumi in diversi punti del corpo. Ma invece di essere soccorso e portato in ospedale, è stato abbandonato vicino ad una pompa per il carburante. E’ accaduto la sera del 14 novembre nella località turistica di Grado (Gorizia). Gli operatori del 118 arrivati sul posto l’hanno trovato ancora cosciente ma con dolori molto forti. La vittima non avrebbe rilasciato altre dichiarazioni e non avrebbe fornito spiegazioni esaurienti sul caso. In ambulanza e in elicottero poi, è stato trasportato all’ospedale di Udine in codice rosso, dove è ricoverato.

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