giovedì 8 agosto 2024

Il Fatto di domani. Ucraina: l'Ue appoggia l'offensiva in territorio russo, il governo italiano balbetta. Giustizia, Mattarella promulga il dl carceri, ma non ancora il ddl Nordio

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-8-agosto-2024/

La giornata in cinque minuti

UCRAINA, L’EUROPA APPOGGIA L’OFFENSIVA DI KIEV. IL GOVERNO BALBETTA: LE NOSTRE ARMI NON VENGONO USATE IN TERRITORIO RUSSO. L’Ue ha preso posizione sull’operazione militare delle truppe ucraine nella regione russa di Kursk. Kiev “sta combattendo una legittima guerra di difesa contro l’aggressione illegale” della Russia “e, nel quadro di questo legittimo diritto a difendersi, ha il diritto di colpire il nemico ovunque ritenga necessario sul suo territorio ma anche nel territorio nemico”, ha detto un portavoce della Commissione. Secondo l’Istitute for the study of war, soldati e mezzi di Kiev sono avanzati ieri fino a 10 km nella regione: almeno 4 i morti e 3mila i civili evacuati. Nelle stesse ore le autorità russe hanno reso noto che i primi caccia F-16 forniti da Paesi occidentali all’Ucraina hanno sorvolato il distretto di Kakhovka, nella regione meridionale di Kherson, occupata dai russi. Prima di Bruxelles, sul tema si era espresso Antonio Tajani: l’attacco è stata “una reazione dell’Ucraina nei confronti dell’invasione russa – ha detto il ministro degli Esteri –. Noi ovviamente non siamo in guerra con la Russia, abbiamo sempre detto che le nostre armi non devono essere utilizzate in territorio russo”. Ma i dubbi restano: “Garanzia impossibile da dare – attacca il M5s –, visto che l’uso che i militari ucraini fanno delle armi loro fornite non è monitorabile. Tajani e Crosetto sono in possesso di elementi certi per escludere che ad esempio che i cingolati M113, i missili antiaerei Stinger e altri pezzi di artiglieria impiegati in questa offensiva non siano quelli forniti dall’Italia?”. Sul Fatto di domani vedremo come le promesse di questo governo in tema di armi siano state abbondantemente disattese.


TENSIONE TRA GOVERNO E QUIRINALE: MATTARELLA FIRMA IL DL CARCERI, NON ANCORA IL DDL NORDIO. La tensione in mattinata correva sul filo sottilissimo che ancora lega Palazzo Chigi al Quirinale ed era chiaramente leggibile anche sui social. Come abbiamo anticipato oggi, a quasi un mese dall’approvazione, il disegno di legge Nordio non è ancora stato firmato dal presidente della Repubblica. Mattarella è rimasto a lungo fuori dall’Italia, in quest’ultimo mese, e quindi non ha avuto tempo per analizzare il testo, ma secondo alcune fonti sarebbe preoccupato per l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e per la sua sostituzione con quello di peculato per distrazione. Il capo dello Stato potrebbe firmare a breve, forse già domani, ma nonostante il Quirinale ufficialmente smentisca potrebbe inviare all’esecutivo una nota di richiamo. Ieri il Guardasigilli, subito dopo l’approvazione definitiva del decreto carceri, ha reso noto di aver chiesto un incontro al Colle. Stamattina, però, come dicevamo si è verificato un episodio piuttosto emblematico del momento di tensione: il ministro della Difesa s’è difeso su X dall’accusa di aver attaccato il Quirinale. Crosetto aveva rilanciato un tweet di Enrico Costa, nel quale il deputato di Azione – promotore di una serie di proposte anti-pm – denunciava proprio la mancata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del ddl Nordio. Il ministro oggi ha scritto: “Costa è di Azione, un esponente dell’opposizione, non di certo del governo. Non mi occupo di Giustizia ma ne parlo (per quanto vi sia difficile da accettare, da cittadino, in modo disgiunto dal mio ruolo istituzionale) perché non penso possa esistere una democrazia compiuta senza una Giustizia equa e super partes. Non attaccherei mai Mattarella, che considero un pilastro della nostra nazione, non solo per il ruolo istituzionale che riveste in questi anni ma per la sua storia e per l’amicizia che mi lega a lui”. Nel tardo pomeriggio, un piccolo colpo di scena 8che sa di beffa): il presidente ha promulgato il dl carceri, approvato ieri, e non ancora il ddl Nordio. Sul giornale di domani vi racconteremo gli sviluppi di questa giornata complicata per i rapporti istituzionali.


SCIOPERO DEI BALNEARI: IMPRENDITORI DIVISI, ASSOBALNEARI SI DISSOCIA E DIFENDE LA MAPPATURA VOLUTA DA MELONI. Gli imprenditori degli stabilimenti balneari sono divisi, il giorno prima dello sciopero di due ore indetto per domani, dalle 7.30 alle 9.30. Oggi, a dissociarsi dall’iniziativa sono le sigle Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare. “Non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti balneari italiani per le loro vacanze”, hanno dichiarato Fabrizio Licordari (Assobalneari) e Bettina Bolla (La Base Balneare). Assoutenti ammonisce gli stabilimenti a garantire l’accesso gratuito alla spiaggia. Non solo: gli utenti che non potranno fruire del servizio – causa sciopero – malgrado il pagamento, dovrebbero essere risarciti. In caso contrario, Assoutenti promette di passare alle vie legali. Lo sciopero è stato proclamato per protestare contro il caos normativo. La discussione sulla liberalizzazione dei lidi si trascina dal 2006, quando l’Europa approvò la direttiva Bolkestein: nel 2020 l’Ue sanzionò i ritardi italiani con una procedura d’infrazione; l’anno dopo il Consiglio di Stato impose la scadenza delle concessioni al dicembre 2023; il governo Meloni allontanò la tagliola con l’ennesima proroga fino alla fine del 2024, ma i giudici amministrativi hanno bocciato l’ennesimo rinvio il 29 aprile scorso. Ecco perché nel settore regna l’incertezza: bandire nuove gare oppure no? Le sigle che non parteciperanno allo sciopero sostengono l’iniziativa del governo sulla mappatura delle spiagge – l’escamotage per rinviare e far saltare le gare – come “la via maestra per individuare una soluzione”. In questo modo, un bene pubblico come il litorale sarebbe trattato alla stregua di un bene privato. Sul Fatto di domani vi racconteremo le condizioni delle principali spiagge italiane, ostaggio degli imprenditori balneari.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Spagna nel caos, Puigdemont torna ma nessuno lo ferma. Il leader di Junts per Catalunya, fuggito in Belgio all’indomani del referendum unilaterale di indipendenza del 2017, su cui pende un mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità di Madrid, è comparso a Barcellona dopo sette anni dall’esilio. Ha avuto la possibilità di parlare a una folla, ma poi ha fatto perdere le sue tracce. Un poliziotto è stato arrestato con l’accusa di aver favorito la sua fuga.

Fine vita, il vaticano ribadisce il no all’eutanasia ma apre alla sospensione di alimentazione e idratazione. Nel vademecum dal titolo “Piccolo lessico del fine vita”, la Pontificia Accademia per la Vita ribadisce la contrarietà all’eutanasia, spingendo invece sul ricorso alle cure palliative. Ma a proposito dello stato vegetativo parla di “uno spazio per la ricerca di mediazioni sul piano legislativo”.

Olimpiadi, nuova giornata di medaglie per l’ItaliaMedaglia d’oro per Ruggero Tita e Caterina Banti nella Vela Nacra 17; argento nella canoa sprint (disciplina C2 500m maschile) per Gabriele Casadei e Carlo Tacchini; bronzo per Ginevra Taddeucci nella 10km di nuoto femminile (nelle torbide acque della Senna). Arriva in finale, grazie ai ripescaggi, la 4×100 maschile con Jacobs. Stasera alle 20 le azzurre del volley a caccia della finale contro la Turchia, stesso orario per la finale del salto in lungo con Larissa Iachipino.

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