mercoledì 29 novembre 2023

anticipazioni de il fatto quotidiano di domani. FERMATA STRAORDINARIA DEL FRECCIAROSSA: LOLLOBRIGIDA IN AULA CONTINUA A FAR FINTA DI NIENTE: “NON HO CHIESTO FAVORI, POTEVANO SCENDERE TUTTI”

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-29-novembre-2023/

La giornata in cinque minuti

 Ascolta il podcast del Fatto di domani

FERMATA STRAORDINARIA DEL FRECCIAROSSA: LOLLOBRIGIDA IN AULA CONTINUA A FAR FINTA DI NIENTE: “NON HO CHIESTO FAVORI, POTEVANO SCENDERE TUTTI”. Poteva essere il momento della verità, ma non lo è stato. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha risposto in Parlamento, durante un question time, del caso della “fermata straordinaria” a Ciampino, sollevato dal Fatto. Meglio, non ha risposto alla domanda centrali di questa vicenda: il suo staff ha telefonato ai vertici di Trenitalia, come risulta al Fatto? Il ministro invece ha preferito ribadire la sua versione: “Sono certo di aver fatto il mio dovere: la mia presenza ad un’iniziativa come quella di Caivano rappresentava la vicinanza dello Stato in un territorio martoriato dalla criminalità”, ha dichiarato. E addirittura ha chiamato in causa Don Patriciello, il quale aveva detto in un’intervista al Foglio che la presenza di un esponente del governo a Caivano era importante. Lollobrigida continua a sostenere che la fermata non era ad personam perché altri passeggeri potevano scendere. Resta in piedi la questione sollevata dal Fatto: il capotreno aveva inizialmente negato l’apertura delle porte, perché è così che si fa abitualmente. Il ministro ha insistito e ottenuto il consenso alla discesa. Crede davvero che un pendolare qualunque sarebbe stato trattato allo stesso modo? Le opposizioni hanno chiesto che ora sia Matteo Salvini, in qualità di ministro dei Trasporti, a rispondere della questione in Aula. Sul Fatto di domani leggerete la nostra analisi dell’autodifesa pubblica di Lollobrigida.


DELMASTRO RINVIATO A GIUDIZIO PER RIVELAZIONE DI SEGRETO. UN PROBLEMA ANCHE PER NORDIO, CHE INTANTO RILANCIA SUI TEST PSICO-ATTITUDINALI AI MAGISTRATI. Andrea Delmastro è stato rinviato a giudizio per rivelazione di segreto d’ufficio. Il deputato di Fratelli d’Italia è accusato di aver rivelato al collega e amico Giovanni Donzelli i contenuti di un verbale riservato relativo alla visita in carcere di alcuni parlamentari Pd all’anarchico Alfredo Cospito. Donzelli poi aveva letto in Parlamento quei contenuti. Nonostante la richiesta di non luogo a procedere della procura, il Gip aveva scelto di procedere con l’imputazione coatta. Il meloniano Giovanbattista Fazzolari ha giudicato il gesto “irrituale”. Pd, M5S e Verdi-Sinistra hanno chiesto le dimissioni del sottosegretario meloniano alla Giustizia. Sul Fatto di domani ci occuperemo del caso, che si rivela un boomerang anche per Carlo Nordio, che aveva difeso il collega di maggioranza sostenendo con un sofisma che quel documento era “riservato, non secretato”. Oggi però Nordio è sulle cronache per via della sua riforma. Che il ministro si difendesse in un’intervista al Corriere della sera c’era da aspettarselo. Meno scontato, invece, che difendesse anche i test psicoattitudinali per i magistrati, visto che l’ipotesi alla fine è stata stralciata all’ultimo nel Cdm di lunedì. Addirittura, il Guardasigilli fa sapere che, fosse per lui, introdurrebbe anche test psichiatrici. Parola di un ex pm. Oggi Nordio era ad Aversa per inaugurare le nuove aule per le udienze penali del Tribunale di Napoli Nord. Da lì ha ribadito che la sua riforma della giustizia è necessaria perché la magistratura è squalificata dopo lo scandalo Palamara. Quindi, viva le pagelle: “Faccio presente che il giudizio su questi magistrati viene dato dal Consiglio superiore della Magistratura, senza interferenza da parte del potere esecutivo o del Parlamento”. Almeno a parole, inoltre, il ministro continua a ribadire il progetto della separazione delle carriere dei magistrati: “È nel programma”, ha detto oggi da Aversa. Ma per portarla avanti serve una riforma costituzionale: con il premierato, sarebbero due in una sola legislatura.


RDC, I POVERI APPESI A UNA PIATTAFORMA CHE NON FUNZIONA. ARRIVA LA CONTROMANOVRA CONTRO LE DISUGUAGLIANZE. Mentre Sbilanciamoci ha presentato la sua Contromanovra, la polemica su quello che resta del reddito di cittadinanza continua: “Anche il M5S si vergogna della sua creatura, il reddito di cittadinanza. Dalla contromanovra grillina è infatti sparito lo storico cavallo di battaglia tanto sbandierato da Conte e dai suoi come misura che avrebbe eliminato la povertà in Italia, salvo poi essere riproposto in un emendamento nella legge di bilancio”, dice Alessia Ambrosi, deputata di FdI. Che sembra non aver neanche letto la proposta, alternativa a una legge di bilancio che non piace a nessuno (maggioranza a parte). “Falso, c’è un apposito emendamento con cui vogliamo proteggere quelle 400 mila famiglie che, secondo la Caritas, questo governo ha lasciato prive di protezione sociale. Si occupi di autovelox ed eviti di parlare di cose che non conosce”, ribadisce la 5S Daniela Torto. Sul giornale di domani torneremo ad occuparci con una lunga inchiesta della famigerata piattaforma Siisl, ossia quella su cui transita la gestione dei corsi di formazione, la domanda per l’assegno e tutto ciò che riguarda l’erogazione del contributo. Piattaforma nata male e che continua ad avere problemi che si traducono però nella mancata erogazione dell’assegno a persone che ne hanno veramente bisogno. Intanto – come dicevamo – oggi è stata presentata la Contromanovra di Sbilanciamoci. Contiene un’idea di una legge di bilancio alternativa che metta al centro una tassa su grandi patrimoni, evasione, sanità, welfare ed ecologia e rinunci a spese inutili come il Ponte sullo stretto e i soldi per gli armamenti, per fare qualche esempio. E contro la manovra i sindacati si apprestano a fare lo sciopero generale del 1° dicembre nel sud Italia.


ISRAELE-HAMAS, LA TREGUA PROSEGUE. SCONTRI IN CISGIORDANIA: UCCISI DUE RAGAZZINI PALESTINESI. MORTI I BABY OSTAGGI BIBAS: KFIR AVEVA 10 MESI. “Finché avremo le liste dei nostri rapiti, procederemo per un tempo massimo di 10 giorni”. Come era stato già ipotizzato, il governo israeliano concorda nell’estendere la pausa dai combattimenti, massimo fino a domenica, in base all’idea che Hamas può ancora rilasciare 10 ostaggi al giorno. Poi, il conflitto riprenderà, come conferma il premier Netanyahu: “Dopo questa fase Israele tornerà in guerra? La mia risposta è inequivocabilmente sì. Non c’è possibilità che non si torni a combattere fino alla fine. L’intero governo è a favore di questa posizione, i soldati e il popolo: ed è esattamente quello che faremo”. Di contro, l’idea di proseguire la tregua, nel tentativo di renderla permanente, piace agli Stati Uniti, come ha ribadito il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in vista della sua prossima visita in Israele. Intanto, arriva una pessima notizia: le Brigate al Qassam, ala militare di Hamas, hanno fatto sapere che i fratellini Bibas – Kfir, di 10 mesi, e Ariel Bibas, di 4 anni – i più piccoli tra gli ostaggi presi dagli estremisti islamici durante il massacro del 7 ottobre, sono morti assieme alla madre Sherry Silverman. Secondo la versione dei fondamentalisti, i due bambini e la donna “sono stati uccisi in un precedente bombardamento dell’esercito israeliano”. L’Idf si limita a dire che sta “valutando l’attendibilità” dell’annuncio. La Cisgiordania resta il secondo fronte; durante un raid, l’esercito ha ucciso uno dei comandanti delle Brigate Jenin, Mohammad Zabeidi, responsabile di due attacchi, lo scorso maggio, contro civili e militari; nell’operazione ha perso la vita un altro palestinese, e 17 sono stati arrestati. Sempre a Jenin, sono stati uccisi due ragazzini: l’Idf ha dichiarato che lanciavano esplosivi sulle loro pattuglie, che hanno reagito. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulla giornata, e il diario da Gaza.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Istruttoria sugli interessi di Gasparri. Sarà aperta un’istruttoria dalla giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato sul caso del senatore Maurizio Gasparri per l’incarico di presidente della società Cyberealm non dichiarato a palazzo Madama. La valutazione nel merito dei documenti è stata rimandata però ai prossimi giorni.

L’Ilva sull’orlo del precipizio. L’acciaieria di Taranto rischia di fallire, se lo Arcelor Mittal e lo Stato non troveranno un accordo per la ricapitalizzazione dell’impianto.

Polmoniti atipiche in Cina, “nessuna emergenza”. La recrudescenza di casi di polmonite in Cina, che ha colpito soprattutto i bambini, non sono un’emergenza per il momento, ha chiarito oggi l’infettivologo Vaia. L’Oms ha rilevato infatti che non ci sono nuovi agenti patogeni all’origine dei casi, quindi si tratterebbe di un picco stagionale fisiologico. La Francia e il Vietnam hanno confermato di aver registrato un aumento di infezioni.


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Violenza contro le donne, il bestiario in Tribunale: “La spio perché mi tradisce”, “è solo un ceffone”, “non sa cucinare”

di Paolo Dimalio

Il bestiario della violenza di genere sembra un catalogo dell’assurdo. Il magistrato Valerio de Gioia lo snocciola conservando ancora un certo stupore: eppure ascolta storie simili da una vita. Ora è giudice della Corte d’appello di Roma. Per 15 anni, dal 2008 al 2023, ha lavorato al Tribunale capitolino nella sezione specializzata sui soggetti vulnerabili: maltrattamenti, stalking, violenze (i reati del Codice rosso). “Ho affrontato almeno 50 casi all’anno e il reato più diffuso sono i maltrattamenti in famiglia, al secondo posto gli atti persecutori”.

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