lunedì 27 febbraio 2023

Il Fatto di domani. Pd, il ciclone Schlein scuote le correnti dem. Naufragio a Crotone, Piantedosi dà la colpa ai migranti: cosa sappiamo sui soccorsi

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Leggi la newsletter del Fatto Quotidiano con le anticipazioni del giornale di domani #schlein

IL GIORNO DI ELLY, L’UNDERDOG DEL PD: IL VOTO DELLE PRIMARIE E IL RITRATTO DELLA VINCITRICE. Per la prima volta una donna alla guida del Pd. Le primarie hanno incoronato Elly Schlein, 37 anni, la più giovane nella storia del Nazareno (Renzi ne aveva 38). Di certo, la sfavorita nei sondaggi e tra gli iscritti. Le consultazioni nei circoli avevano sancito il trionfo di Stefano Bonaccini, prima che i gazebo (con il voto aperto a tutti) ribaltassero il verdetto. Schlein ha vinto con il 53,8% dei consensi su circa 1.100.000 elettori: in netto calo rispetto al 2019, quando votarono più di un milione e 500 mila cittadini. “C’è stata una forte partecipazione dei giovani, non del Pd, che vogliono imprimere una svolta”, ha dichiarato il sondaggista Renato Mannheimer. Anche lui aveva previsto la vittoria di Bonaccini. Schlein ha sbancato nelle grandi città e nel nord Italia, senza crollare nel Sud, dove Bonaccini contava sul sostegno del governatore pugliese (Michele Emiliano) e della Campania (Vincenzo De Luca). Proprio in Puglia, ad esempio, la segretaria dem perde con il 43%. Ma stravince in Sicilia con il 57,3% e trionfa a Palermo con il 73%. Risalendo lo Stivale, anche la Lombardia incorona Elly con un eloquente 65,1%; Bonaccini spazzato via con il 34,8%. Sul Fatto di domani troverete una mappa del voto delle primarie con il ritratto di Schlein e del suo cerchio magico. In prima fila, per l’ingresso nella sua segreteria, ci sono nomi di peso come i coniugi Franceschini (l’ex ministro Dario e sua moglie, la deputata Michela Di Biase), il sindaco di Bologna Matteo Lepore (fautore di un cambio di nome del partito) e anche l’ex sardina Mattia Santori. L’assemblea Pd si riunirà il 12 marzo per proclamarla segretaria. Intanto, Enrico Letta ha lasciato il Nazareno con l’auspicio: “Schlein riuscirà laddove io non ce l’ho fatta”. Anche Meloni si è congratulata, ma ha incassato subito l’accusa sul naufragio dei migranti a Cutro: una tragedia che “pesa sulle coscienze del governo”, ha attaccato la leader dem. Che aveva subito messo in guardia le premier: “Il Pd sarà un problema per l’esecutivo”.


LA “SVOLTA” DI SCHLEIN E LA DOMANDA DI CAMBIAMENTO OLTRE I DEM. La vittoria di Elly Schlein scuote non solo il Pd, ma anche gli altri, all’opposizione del governo Meloni. Lei rassicura il partito sulle porte aperte e un “metodo condiviso e plurale”, ma all’interno lo spostamento a sinistra dell’asse del partito crea un problema nelle correnti più moderate. Mentre il perdente Stefano Bonaccini si dice pronto “a dare una mano” , tra chi l’ha sostenuto c’è aria di scissione. Le sirene di Calenda e Renzi già suonano, del resto. Il leader di Azione ha già lanciato su Twitter il suo richiamo ai riformisti invitandoli a rifugiarsi sotto l’ombrello del Terzo polo. Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, mette il punto di domanda sulla sua permanenza nel partito: “Dipenderà da Schlein”. Debora Serracchiani ha rimesso il suo mandato di capogruppo, ma potrebbe essere un pro forma. L’ex Margherita Beppe Fioroni ha rotto gli indugi e ha annunciato il suo abbandono del partito perché non ci sarebbe più spazio per i cattolici (sarebbe pronto “un nuovo network”). Un’altra cattolica più a sinistra come Rosy Bindi si mostra invece “fiduciosa”, ma comincia a porre il primo problema “progressista” alla nuova segretaria: la guerra in Ucrania, su cui Schlein per ora tace (e in Parlamento finora ha seguito la linea di Enrico Letta). Nel suo primo discorso, però, Schlein ha promesso un vero cambiamento e parlato di transizione energetica, salario minimo, scuola pubblica e di “difesa dei poveri”. Sono i temi, come vedremo sul Fatto di domani, che hanno spinto anche tanti elettori progressisti non iscritti al Pd ad andare ai gazebo. Una domanda di cambiamento colta anche dai concorrenti a sinistra, primo fra tutti il M5S di Giuseppe Conte, che legge il risultato come una reazione contro “chi ha barattato le misure del Conte 2 su lavoro, ambiente, povertà, sostegno a imprese e ceto medio con la vuota agenda Draghi”. Tra i pentastellati c’è chi parla di svolta nei rapporti, e riemerge l’idea giallorosa. Sul giornale di domani ne parleremo con l’ex presidente della Camera pentastellato Roberto Fico.


NAUFRAGIO A CROTONE: 63 VITTIME, PIANTEDOSI DÀ LA COLPA AI MIGRANTI. Sono diventati 63 i cadaveri recuperati a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, dopo il naufragio di domenica mattina. Tra loro 14 minori. Secondo Medici senza Frontiere (che è sul posto per i soccorsi guidati da Capitaneria di porto, Guardia di finanza e Vigili del fuoco) almeno 40 persone risultano disperse, mentre la maggior parte degli 81 sopravvissuti è stata accolta in un centro richiedenti asilo (gli altri in ospedale). Tra i superstiti sono state fermate anche tre persone sospettate di essere scafisti. È sul traffico illegale che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha scelto di mettere l’accento all’indomani della tragedia, con una dichiarazione che di fatto sembra dare la colpa ai migranti per il naufragio: “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”, ha detto Piantedosi (guarda il commento di Marco Travaglio: “Nota di Piantedosi? Ho sempre detto che questi non sono fascisti ma così mettono a dura prova la mia convinzione”). Medici senza frontiere lo accusa di fare “scaricabarile” con la tragedia per ragioni ideologiche. L’imbarcazione, con a bordo cittadini di Iraq, Iran, Afghanistan e Siria che seguivano la rotta migratoria turca, si è spezzata dopo aver colpito una secca a causa del mare grosso. Le cattive condizioni meteo avrebbero impedito i soccorsi, nonostante il cacicco fosse stato avvistato da un aereo di Frontex prima della tragedia, secondo la ricostruzione data dal Viminale. Ieri però un ex funzionario di polizia e soccorritore a Crotone ha messo in dubbio questa lettura e ha detto che i migranti si potevano salvare anche con quel mare. Il Viminale ha minacciato querela e il procuratore di Crotone oggi ha chiarito che per il momento le indagini riguardano il naufragio, non i soccorsi: “Stiamo ricostruendo tutti i passaggi dall’avvistamento in poi per ricostruire cosa è stato fatto e confrontarlo con quello che si doveva fare che sembra sia stato fatto. Di sicuro le condizioni del mare erano terribili”. Il pm ha aggiunto che il vero problema è la mancanza di uomini e mezzi per far fronte alla mole dei soccorsi. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento su cosa si è fatto e cosa si poteva fare in quelle tragiche ore del naufragio.


UCRAINA, L’IPOTESI (TEDESCA) DI UNA ESERCITAZIONE NATO IN POLONIA E I RISCHI DI ESCALATION. I droni e i missili russi hanno colpito obiettivi a ovest e a nord del Paese, lontano da fronte. Zelensky ha rimosso il generale a capo delle forze congiunte di difesa senza spiegare i motivi. Mosca e Kiev tornano a scontrarsi sulla Crimea. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è tornato a ribadire che la penisola è parte integrante della Federazione ed “è impossibile” la restituzione all’Ucraina. Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, però, afferma di voler inserire la questione nei punti di un futuro negoziato. Di dialogo per il momento non si vede l’ombra: Kiev e l’occidente hanno bocciato il piano di pace cinese, Mosca sostiene che lo studierà attentamente ma ci vorrà tempo e che per il momento non vede alcuno sviluppo pacifico del conflitto, per cui proseguirà l’offensiva militare. Nel frattempo, gli Stati Uniti continuano a puntare il dito sul rischio che la Cina cominci a fornire armi alla Russia. Sul piatto dell’escalation finisce però anche l’ipotesi di una esercitazione militare della Nato in Polonia, non prevista. Ad annunciarlo è stato il ministro tedesco della Difesa in un’intervista tv. Pistorius ha precisato che Washington, Berlino e Varsavia stanno valutando la possibilità per dare una dimostrazione di forza a Putin. Il problema è che la Polonia confina con l’Ucraina: sul Fatto di domani approfondiremo i rischi di escalation connessi a questa strategia. Sullo stesso tema leggerete anche un’intervento di Luciano Canfora.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Alfredo Cospito torna nel carcere di Opera. L’anarchico, in sciopero della fame da quattro mesi contro il 41 bis, era ricoverato all’ospedale San Paolo di Milano. Secondo i suoi legali, sta assumendo soltanto acqua e sale. Il ministero della Giustizia assicura che la sua salute sarà monitorata costantemente anche nel Servizio di Assistenza Intensiva del penitenziario milanese.

Balneari, per l’Ue è “inquietante” la proroga delle concessioni. Dopo quella di Mattarella, arriva da Bruxelles una nuova bacchettata al governo: “C’è una procedura di infrazione in corso – ha ricordato la portavoce della Commissione per il Mercato interno, Sonya Gospodinova –; questo sviluppo è abbastanza inquietante”. La Commissione valuterà eventuali profili di incompatibilità con le norme europee.

Leghista indagata a Bruxelles per presunta frode sui collaboratori. L’eurodeputata bresciana Stefania Zambelli è finita nel mirino della Procura europea per l’ipotesi di frode sulle indennità di assistenti parlamentari, assunti con i soldi dell’Eurocamera ma attivi in Italia. Sequestrati 170 mila euro.

I funerali di Maurizio Costanzo. Si è svolta oggi pomeriggio nella chiesa degli Artisti di piazza del Popolo. a Roma la cerimonia funebre di Maurizio Costanzo, trasmessa anche su un maxischermo. Hanno partecipato cittadini e tanti personaggi del mondo dello spettacolo. Tra loro anche Paolo Sorrentino, Gerry Scotti, Emanuele Filiberto di Savoia, Fiorella Mannoia, Valerio Scanu, Massimo Lopez a Tullio Solenghi.


OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO ECONOMICO

Financial Times: come è cambiato il business delle armi dopo un anno di guerra in Ucraina

di George Steer e Sylvia Pfeifer

Negli ultimi mesi le azioni delle aziende del settore della difesa hanno registrato un’impennata record, producendo i guadagni migliori sul mercato. Gli investitori scommettono sulla promessa di un aumento della spesa militare da parte dei governi occidentali per aiutare lo sforzo bellico dell’Ucraina contro la Russia.

L’indice MSCI global per il settore è salito di quasi il 30% dall’inizio di ottobre, ossia 15 punti percentuali in più rispetto ai risultati dell’indicatore del mercato azionario generale in dollari. Nello stesso periodo, l’indice europeo Stoxx aerospaziale e della difesa è salito di poco più di un terzo.

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