tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-29-dicembre-2022/?utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Twitter#Echobox=1672336612-2
MELONI, UN DISCORSO FIUME PER FAR FINTA DI NIENTE. 180 minuti tra domande e risposte. Una conferenza stampa fiume con l’obiettivo chiaro di tranquillizzare e rassicurare sul fatto che il suo governo ha tutto sotto controllo. Nessuna incrinatura con i ministri, totale adesione rispetto agli atti dell’esecutivo, dalla manovra di bilancio al decreto rave, dal taglio del reddito di cittadinanza fino all’annacquamento delle misure contro i reati dei colletti bianchi. A domanda del Fatto Quotidiano sulla sua idea di giustizia, all’apparenza contraddittoria visto il richiamo ideale a Borsellino e all’antimafia e la pratica dei condoni penali, sconti fiscali e smantellamento della Spazzacorrotti, Giorgia Meloni ha negato che la manovra contenga condoni (sono 12, come abbiamo visto) e ha difeso in tutto e per tutto la linea di Carlo Nordio. “Abbiamo scelto un ottimo ministro della Giustizia”, ha detto la premier, annunciando anche che “nei prossimi mesi lavoreremo per mettere a punto la riforma della giustizia secondo i capisaldi che sono quelli storici del centrodestra”. Ossia, la separazione delle carriere, l’abolizione dell’abuso d’ufficio e la limitazione delle intercettazioni per i colletti bianchi. Meloni è andata anche oltre, e ha accolto l’ordine del giorno avanzato ieri alla Camera dal partito di Renzi e Calenda che chiede di reintrodurre la prescrizione per tutti i reati: “È un’indicazione di buon senso. Non si può restare imputati a vita”. Sul Fatto di domani faremo il tagliando alle dichiarazioni della premier, ripercorrendo tutti i temi affrontati: giustizia, reddito di cittadinanza, Covid, Pnrr, e pure la memoria storica dell’Msi (su cui è intervenuta la nostra Silvia Truzzi oggi). Sui temi della giustizia leggerete anche un’intervista al pm antimafia Sebastiano Ardita.
IN MANOVRA L’ENNESIMO REGALO AI FURBI DEL FISCO: SCONTI PER IL RIENTRO DEI CAPITALI NASCOSTI NEI PARADISI FISCALI. Mentre la presidente del Consiglio si apprestava a parlare con i giornalisti, il Senato dava via libera alla manovra di bilancio. 109 voti a favore, 76 contrari e un astenuto: “Missione compiuta”, ha dichiarato Giancarlo Giorgetti, e l’esclamazione è suonata un po’ paradossale visto il percorso accidentato del testo, approvato di fretta, con 46 errori e senza alcun dibattito parlamentare. Dentro, oltre ai condoni che abbiamo segnalato, si trova un altro sconto per i grandi evasori fiscali. Si tratta del rimpatrio dei capitali delle società italiane all’estero con regime agevolato. Almeno 44,8 miliardi di euro parcheggiati, secondo le stime, nei paradisi fiscali dalle multinazionali italiane con più di 750 milioni fatturato. La norma consentirebbe di riportarli in Italia pagando un’aliquota super agevolata del 9%: una minima parte di quella prevista, che porterebbe però circa 336 milioni per le casse pubbliche. Sul Fatto di domani leggerete tutti i dettagli di questa misura.
COVID, LA ZUPPA DI OMICRON CINESE E LE CONTRO-MISURE ITALIANE. INTERVISTA AL PROF MASTROIANNI. Il tema pandemico è tornato a imporsi negli ultimi giorni, con la paura per la nuova ondata massiccia di contagio registrata in Cina. Ne ha parlato Meloni in conferenza stampa, cercando di smarcarsi con cura dalle scelte adottate dai governi precedenti, Conte 2 e Draghi: mascherine e tamponi sì, ma no ai lockdown e agli obblighi di tampone e vaccinazione che dall’opposizione aveva criticato aspramente qualificandoli come “dittatura sanitaria”. Ne ha parlato anche il titolare del ministero della Salute, Orazio Schillaci, in un’informativa al Senato. Il ministro ha descritto la situazione in Cina come “una tempesta perfetta” e ha annunciato un’azione di monitoraggio. Solo che, come abbiamo visto tre anni fa, le contromisure relative ai voli in arrivo dalla Cina si rivelano inutili nel contrastare la diffusione del virus. L’Italia chiede anche un intervento comune al livello europeo, ma proprio oggi pomeriggio l’Ecdc ha fatto sapere di ritenere “ingiustificato” lo screening sui viaggiatori provenienti dalla Cina. Al momento, il sequenziamento effettuato sui campioni di test di cinesi arrivati con i voli del 26 dicembre, ha dato esiti positivi. La variante dominante è ancora Omicron e tutte le sottovarianti rilevate erano già presenti anche sul nostro territorio. Sul Fatto di domani intervisteremo l’infettivologo Claudio Mastroianni, che a proposito della ripresa pandemica in Cina ha parlato di “zuppa di Omicron” da sorvegliare attentamente per evitare mutazioni nocive. Oggi su un volo arrivato dalla Cina a Fiumicino c’erano cinque positivi su 49, il 10%.
UCRAINA, KIEV DENUNCIA ALTRI DANNI ALLE RETI ELETTRICHE. MELONI DA ZELENSKY PRIMA DEL 24 FEBBRAIO. Uno degli annunci fatti da Meloni in conferenza stampa è quello di un suo prossimo viaggio in Ucraina, per incontrare Zelensky prima dell’anniversario dell’invasione del 24 febbraio. Da Kiev, oggi, il ministro dell’Energia ha denunciato un pesante attacco russo che stamattina ha provocato ingenti danni agli impianti di produzione di elettricità nel Paese. Le situazioni più difficili sono quelle della capitale, di Odessa e delle città nell’ovest, dove si sono concentrati i raid dei missili russi. Secondo le autorità militari occidentali si tratta di uno degli attacchi più pesanti mai registrati. Il ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov ha spiegato che per ora il piano del Cremlino resta quello annunciato da Putin: rafforzare le truppe e le dotazioni tecnologiche impiegate nella cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina. Sul Fatto di domani leggerete il nostro reportage da Marganec, a sud di Zaporizhia, una delle zone più bersagliate dai razzi e tra le più critiche per via della prossimità con la centrale nucleare.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il mondo prega per Ratzinger. Mentre tutto il mondo cattolico – accogliendo l’appello del Papa – si è unito in preghiera per Benedetto XVI, la Santa Sede fa sapere che Ratzinger è “lucido e vigile” e “pur restando gravi le sue condizioni, la situazione al momento è stabile”.
Almaviva mette 500 telefonisti in cassa integrazione. Il 31 gennaio la commessa del numero di pubblica utilità del ministero della Salute per l’emergenza Covid, il 1500, cesserà la propria attività e circa 500 lavoratori tra i siti produttivi di Almaviva di Palermo, Catania, Rende, Napoli e Milano rischiano il licenziamento. Secondo quanto riferiscono Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, Almaviva Contact ha già comunicato che tutto il personale coinvolto sarà collocato in Cigs a zero ore.
I 75 anni della Costituzione. Domani un intervento di Tomaso Montanari sulle parole della Carta dedicate alla scuola e all’istruzione.
Gaber, a 20 anni dalla scomparsa. L’anticipazione del libro di Andrea Scanzi dedicato al grande cantautore italiano, E pensare che c’era Gaber.
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