sabato 29 ottobre 2022

Il Fatto di domani. Salvini premier ombra: attacca il Reddito e resuscita il Ponte. Lobby del petrolio, assedio all'Ue

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-29-ottobre-2022/?utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Twitter#Echobox=1667064545-2

TORNA LA “BESTIA”, SALVINI FA IL PREMIER OMBRA E ATTACCA IL REDDITO. Mentre Silvio Berlusconi appare tornato nei ranghi ora è il Capitano della Lega a impensierire Giorgia Meloni. Matteo Salvini ha contatto i governatori Roberto Occhiuto, Calabria, e Renato Schifani, Sicilia, per discutere del Ponte sullo Stretto di Messina. Un cavallo di battaglia della destra che periodicamente viene dato per defunto e immancabilmente ritorna in auge. Ora è il ministro delle Infrastrutture a resuscitare il Ponte. L’altra bandiera di Salvini sono le pensioni con Quota 102. Il piano del segretario leghista sarebbe consentire l’uscita dal lavoro a 61 anni con 41 di contributi. La ricetta per trovare i soldi, Salvini l’ha annunciata nel nuovo libro di Bruno Vespa: un miliardo sottratto ai fondi per il Reddito di cittadinanza. A rimetterci, sarebbero i poveri. Il sussidio andrebbe sospeso ai “900mila percettori del Reddito che sono in condizioni di lavorare e che già lo percepiscono da diciotto mesi”, ha chiarito Salvini. Che spazia a tutto campo, fino alla guerra in Ucraina: “Noi abbiamo proposto che l’Italia chieda una conferenza internazionale di pace”. Non è detto che Meloni, alfiere dell’atlantismo, sia d’accordo. Sul Fatto di domani approfondiremo le strategie del Capitano con il ritorno della “Bestia”, la macchina della propaganda attiva sui social network. Non è l’unico ministro a scalpitare, Matteo Salvini. L’ex lobbista dell’industria delle armi Guido Crosetto (oggi ministro della Difesa) mal sopporta i sospetti sui conflitti d’interesse. Oggi ha diffuso una nota per dissipare ogni dubbio. Eppure era proprio lui a definire “inopportuno” il suo ingresso nel governo.


GIUSTIZIA, NORDIO È GIÀ SOTTO ASSEDIO. Il governo Meloni non ha ancora giurato e già si moltiplicano i dossier sul tavolo di Carlo Nordio, neo ministro della Giustizia. Lunedì si riunirà il Consiglio dei ministri per confermare l’ergastolo ostativo (fortemente sostenuto da Giorgia meloni) e approvare lo slittamento della riforma Cartabia. Sull’ergastolo ostativo, la Corte Costituzionale si pronuncerà l’8 novembre: il provvedimento del governo servirà ad evitare le scarcerazioni dei mafiosi. La riforma della Giustizia invece dovrebbe entrare in vigore il 30 dicembre, anziché il primo novembre. I procuratori generali di tutte le corti d’appello, del resto, avevano espresso forti dubbi sull’applicazione della legge in una lettera recapitata al ministro il 25 ottobre. Allo studio, ci sarebbe anche una norma per ridurre i benefici penitenziari verso coloro che non collaborano con le autorità. Intanto, si intensificano le manovre dei partiti su via Arenula. La prossima settimana il Consiglio dei ministri nominerà sottosegretari e viceministri. Fratelli d’Italia vuole Andrea Delmastro al fianco del Guardasigilli come sottosegretario. Berlusconi invece vuol piazzare a tutti i costi Paolo Sisto come viceministro, per vigilare sulle scelte di Nordio. L’uomo di Arcore rischia la seconda decadenza dal Senato per vie del processo Ruby ter, con la sentenza di primo grado in arrivo (forse) entro la fine dell’anno. Di sicuro, nemmeno la Lega vuol restare a bocca asciutta a via Arenula. Sul Fatto di domani poseremo la lente su uno dei ministeri chiave del governo di Giorgia Meloni.


TASSE, INTERVISTA A MILENA GABANELLI. GAS E PETROLIO, LA LOBBY IN PRESSING SULL’EUROPA. Mentre le bollette di gas ed elettricità schizzano alle stelle, L’Eni quest’anno ha quadruplicato gli utili (10,8 miliardi) rispetto al 2021. Certo hanno influito la guerra, le sanzioni e le decisioni del Cremlino di ridurre drasticamente i flussi degli approvvigionamenti, per ricattare l’Occidente con prezzi da capogiro. Al contempo, l’attività delle lobby dell’industria fossile è stata infaticabile. Sul Fatto di domani racconteremo come i gruppi d’interesse abbiano cinto d’assedio le istituzioni europee per tutelare gli interessi dei colossi energetici, che macinano introiti da record. Del resto, Bruxelles non ha brillato per trasparenza nella gestione del confronto con le potenti lobby. Vedremo come i gruppi italiani non siano affatto estranei al pressing sulla politica europea. Mentre la crisi energetica strozza l’economia (e ingrassa i ricavi dei colossi) il governo vuole mettere mano alla riforma delle tasse. Sul tavolo ci sono la modifica delle aliquote Irpef e la flat tax per le partite Iva fino a 100 mila euro di fatturato. Sul fronte della lotta all’evasione, i primi segnali non sono affatto incoraggianti. Giorgia Meloni vuole alzare il tetto al contante e limitare l’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici. Domani leggerete un’intervista a Milena Gabanelli per dipanare la matassa del fisco.


UCRAINA, ATTACCO ALLA FLOTTA RUSSA E STOP ALL’ACCORDO SUL GRANO: MOSCA TIRA IN BALLO LONDRA. Quattro navi da guerra della flotta russa sarebbero esplose nella baia di Sebastopoli nel Mar Nero. “Un attacco terroristico di Kiev”, accusa Mosca, secondo cui le imbarcazioni (sotto il fuoco dei droni ucraini) trasportavano grano. I russi non confermano i danni alle navi, ma hanno annunciato subito lo stop all’accordo per l’esportazione del grano. Mosca tira in ballo l’Inghilterra, accusandola di aver partecipato sia all’attacco navale odierno di Sebastopoli che al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, nel mar Baltico, il 27 settembre scorso. Londra smentisce: “Accuse di portata epica”. Intanto, il Cremlino ha dichiarato di voler portare sul tavolo del Consiglio di Sicurezza Onu entrambe le questioni. Sul fronte diplomatico, restano le tensioni sul nucleare. L’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha esortato Washington a riportare nei suoi confini tutte le armi nucleari schierate dagli Usa all’estero. Il vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, rinnova l’accusa all’Ucraina di voler utilizzare una bomba sporca incolpando Mosca: lo scopo sarebbe quello di coinvolgere Usa e Nato nel conflitto. Sul terreno, le forze di Kiev annunciano di aver ucciso il vice-capo dello stato maggiore della milizia paramilitare Wagner. Mosca, intanto, ha completato l’evacuazione dei civili dalla città di Kherson, nel mirino della controffensiva ucraina. Sul Fatto di domani faremo il punto sul conflitto, con un reportage dall’altro fronte strategico di Bakmut, nel Donbass. Poi ci sposteremo con un reportage nel Rojava, Kurdistan Occidentale, dove piovono le bombe turche.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Brasile al voto. Domenica il ballottaggio tra il presidente uscente Bolsonaro e l’ex sindacalista Lula. Su FQ Extra il video reportage dello scrittore Angelo Ferracuti.

Lo stato dei social. Facebook prosegue il suo declino, Twitter si prepara alla nuova era di Elon Musk e Instagram è tallonato dalla crescita di Tik Tok. Intanto, c’è il nuovo che avanza, come Be Real. Sul Fatto di domani vi racconteremo come evolve la galassia social.

Intervista a Caterina Guzzanti. Faccia a faccia con una delle protagoniste della nuova stagione di Boris, dopo 15 anni di attesa.

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