dalla newsletter de il fatto quotidiano
ENERGIA IN FIAMME: L’EUROPA RAZIONA MENTRE MOSCA BRUCIA IL GAS. Il prezzo del metano sul listino di Amsterdam è arrivato a toccare i 339 euro al megawattora oggi. Le preoccupazioni per l’autunno aumentano in Italia come nel resto d’Europa. Le ipotesi: iscaldamenti più bassi e per meno ore, illuminazione pubblica ridotta, produzione industriale a singhiozzo. Da noi, il problema riguarda innanzitutto il governo uscente. La prossima settimana dovrebbero arrivare nuove misure per tamponare i rincari. L’ipotesi è aumentare gli sgravi fiscali per le imprese (dal 25% al 30%) e attivare un meccanismo per calmierare una quota di energia a disposizione delle aziende energivore e dei consumatori. Cingolani dovrebbe mettere finalmente nero su bianco un piano. Il presidente di turno dell’Ue, il ceco Petr Fiala, ha annunciato che convocherà una riunione urgente dei ministri dell’Energia entro metà settembre, senza dettagli. Un tema è il tetto al prezzo del gas, ma anche il rapporto con la Russia. La quale, mentre taglia le forniture, starebbe bruciando grandi quantità del gas in un impianto collegato al gasdotto Nord Stream. La Bbc ha pubblicato delle immagini che mostrano le fiamme sopra la struttura al confine con la Finlandia, sul mare artico. Secondo gli esperti, Mosca è costretta a sprecare il metano che non sta esportando verso l’Europa perché non ha le infrastrutture per spedirlo altrove e l’alternativa sarebbe fermare l’estrazione. Sul Fatto di domani faremo il punto sulle strategie di risparmio energetico immaginate dai principali Paesi europei. Leggerete anche un’analisi di Francesco Lenzi sui contraccolpi delle sanzioni a Mosca sul mercato dell’energia.
CAMPAGNA ELETTORALE A TUTTO GAS. E ORA TUTTI SCOPRONO LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO. Il caro energia ha dominato anche la giornata dei partiti. Per il centrodestra favorito nei sondaggi il tema è pressante perché la patata bollente passerà inevitabilmente al prossimo governo. Per questo, mentre B. promette ristori, Salvini per la prima volta ha evocato i razionamenti. Meglio la verità che il silenzio, ha affermato: “Se il prezzo del gas non scende, il prossimo governo dovrà razionare luce e gas a partire dalle imprese”. Il Pd si concentra sul price cap europeo, ma la novità è soprattutto che il liberale Calenda ha scoperto lo scostamento di bilancio: “mi sembra inevitabile ma serve il consenso di tutti i partiti”, ha dichiarato. Ma subito è arrivato Giuseppe Conte a ricordare che il M5S propone la misura da mesi, come anche una tassazione degli extraprofitti più consistente. Va ricordato che, da premier, Draghi ha fatto sempre muro all’ipotesi di fare più debito per rispondere alle emergenze. Sul Fatto di domani vedremo quali sono le ricette delle forze politiche.
LETTA E GLI ALTRI, TRA SCIVOLONI E BOOMERANG. ANALISI DELLA COMUNICAZIONE ELETTORALE. Intanto i partiti schierano tutte le loro risorse per convincere gli elettori. Non sempre riuscendoci. Enrico Letta ne sa qualcosa. Le sue dichiarazioni a un quotidiano spagnolo sulla “forte ingerenza russa per favorire la destra alle elezioni” hanno provocato un’ondata di indignazione negli sfidanti. I dem hanno rivisto la loro campagna e lanciato manifesti divisi in due metà, una rossa e una nera, dove da un lato ci sono delle proposte sbagliate e dall’altro le proposte del Pd. Esempio: “Combustibili fossili/ Rinnovabili”, “Con Putin / Con l’Europa”. E poi il claim “scegli”. La campagna è finita subito nel tritacarne social. Carlo Calenda ha postato una parodia di questi manifesti con le foto appaiate di Fratoianni e Letta chiosando “Contro Draghi, con Draghi”. La Lega ha colto la palla al balzo per piegare gli slogan a suo favore (“Flat tax / patrimoniale” e il colpo basso:“Italia in piedi/Inginocchiati o ti sparo”). Perfino il leader dem si è messo a parodiarsi da solo, postando una versione del manifesto dove la scelta è tra pancetta o guanciale per l’amatriciana. Calenda ha dovuto fare i conti con l’ironia che ha accolto il suo “sbarco” su TikTok, in cui annuncia che non ballerà ma parlerà di politica, di mostre, “di libri e di cultura”. Sul Fatto di domani faremo un’analisi delle mosse delle forze politiche con i pareri di esperte di semiotica e pubblicità: Giovanna Cosenza, Annamaria Testa, Martina Carone. Leggerete anche una collezione di strafalcioni e colpi di sole elettorali, last but not least quello di Licia Ronzulli che ha confuso i rigassificatori con i pozzi di estrazione.
UCRAINA, IL FRONTE DELLA PACE (CHE NON C’È). La centrale nucleare di Zaporizhzhia continua a essere al centro di accuse vicendevoli tra russi e ucraini. Dopo la breve disconnessione di ieri, si lavora per far ripartire i due reattori funzionanti, ma gli attacchi continuano e incendi divampano nelle zone boschive circostanti. Le autorità ucraine fanno sapere che la missione dell’Agenzia per l’energia atomica sarebbe prevista per la prossima settimana. Sul giornale di oggi, Fabio Mini ha mostrato come l’Occidente sia ormai irrevocabilmente coinvolto nella guerra e nel sostegno economico e militare all’Ucraina, mentre manca la prospettiva di una soluzione al conflitto. Putin e Zelensky restano fermi, ma forse qualcosa si muove in Europa. Sul Fatto di domani daremo conto della lettera pubblicata dall’ala pacifista dei socialdemocratici tedeschi che chiede di avviare negoziati e far tacere le armi. Anche se proprio ieri Scholz ha visitato un centro di addestramento per i soldati ucraini in Germania. Sulla guerra si è espresso anche Henry Kissinger, che in un’intervista alla Cnn ha parlato di una via negoziale che eviti possibili escalation.
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Usa, la Fed avanti con l’aumento dei tassi. Riportare la stabilità dei prezzi richiederà tempo e dolore, ha detto il presidente della Federal Reserve Jerome Powell nel suo discorso al Simposio di Jackson Hole, confermando così la politica restrittiva della Fed nei prossimi mesi. Le borse hanno reagito male.
Il decreto di perquisizione a casa di Trump. Mentre Biden apre la campagna per le Midterm, il giudice diffonde l’affidavit che contiene le prove che hanno portato alla perquisizione a casa di Trump.
Moderna fa causa a Pfizer. La società americana che produce il vaccino anti-Covid ritiene che la concorrente abbia copiato due suoi brevetti sulla tecnologia a mRna usata nei vaccini.
Whirlpool vuole lasciare l’Europa. Rivelato un documento in cui l’azienda promette al manager un maxi bonus per chiudere gli stabilimenti nel continente entro il 2024.
Il flop del remake di Woodstock. Abbiamo visto il documentario Netflix Woodstock 99.
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