tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-29-giugno-2022/?utm_campaign=Echobox2021&utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_source=Twitter#Echobox=1656521963-3
CONTE, TUTTI I METODI PER FAR FUORI UN LEADER. Dopo l’intervista al nostro giornale di Domenico De Masi, secondo cui Draghi avrebbe chiesto a Grillo di rimuovere Conte dai 5 Stelle, come prevedibile oggi si sono scatenate molte reazioni. A cominciare proprio da quella dell’ex premier, che si è detto “sconcertato” dall’intromissione di un premier tecnico “nella vita di forze politiche che lo sostengono”. Questo però, ha spiegato il capo del Movimento, non pregiudica l’appoggio all’esecutivo: “Il nostro atteggiamento, che ho sempre definito leale, costruttivo, corretto nei confronti del governo – ha dichiarato – non cambia neppure di fronte a episodi che reputo così gravi”. Conte ha detto anche di aver saputo della richiesta di Draghi proprio da Grillo. Il Garante questo pomeriggio avrebbe dovuto incontrare i membri pentastellati del governo, ma la riunione è saltata all’ultimo minuto. Evidentemente le acque interne sono tutt’altro che placide, nonostante la motivazione ufficiale abbia riguardato la stanchezza del fondatore. In mattinata lo stesso Grillo aveva tentato di sminuire la questione, accusando i giornalisti di coprire la verità con le “storielle”. Questione che, però, ha generato la solidarietà nei confronti dell’ex premier da parte di molti 5S: tra loro anche il ministro Patuanelli. In questo contesto, c’è stato addirittura un piccolo “giallo”: in mattinata è comparso, per poi essere subito rimosso, un post di Paola Taverna, in cui la vicepresidente del Movimento accusava il fondatore di star delegittimando Conte. Taverna ha spiegato che si è trattato di un errore di un membro del suo staff (che è stato allontanato). Da Madrid, dove sta partecipando al vertice Nato, sono arrivate anche le parole di Mario Draghi, il quale ha spiegato di aver chiamato Conte per chiedergli un incontro già domani. Comunque vada, non è di certo il primo attacco mosso all’ex presidente del Consiglio e quindi ai 5 Stelle. Sul Fatto di domani, allora, oltre al racconto di una giornata convulsa, metteremo in fila tutti i tentati “conticidi” e, con l’aiuto di alcuni esperti, capiremo perché questo accade.
I PAESI NATO SACRIFICANO I CURDI SULL’ALTARE DELLA GUERRA CON LA RUSSIA. I leader riuniti a Madrid oggi hanno invitato formalmente Svezia e Finlandia a entrare nell’Alleanza Atlantica. Il processo di adesione prende così il via, con tanto di dichiarazioni entusiastiche: “L’ingresso renderà questi Paesi più sicuri, la Nato più forte e l’area euro-atlantica più sicura”, si legge nella dichiarazione finale. “Putin non è riuscito nell’intento di chiudere le porte della Nato, che rimangono aperte”, ha poi annunciato il segretario generale Stoltenberg. E il nostro premier ha lodato la decisione che “aumenta la presenza dell’Europa” nell’organizzazione internazionale. Tutti contenti, quindi? Per niente. Come vedremo sul giornale di domani, a Stoccolma ci sono già tre formazioni politiche che annunciano battaglia. Bisogna, poi, chiedersi nuovamente a quale condizione la Turchia ha ceduto all’ingresso dei due Paesi: già oggi, per esempio, il ministro della Giustizia turco Bozdag ha detto che saranno nuovamente inviate a Svezia e Finlandia richieste di estradizione per 33 membri del partito curdo armato Pkk e per altri affiliati alla rete Feto. Sul Fatto vedremo nel dettaglio cosa contiene il memorandum firmato a Madrid: i Paesi dell’Alleanza sono pronti a sacrificare i curdi pur di ampliare il fronte di guerra contro Putin.
L’IMPERO AMERICANO E LE SUE PROVINCE ORIENTALI, CIOÈ NOI. Un vertice “storico e trasformativo”: così lo aveva annunciato Stoltenberg aprendo i lavori questa mattina a Madrid. Ma a fare notizia sono state soprattutto le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha annunciato l’intenzione di aumentare a lungo termine la presenza militare americana in Europa e, in generale “sul fianco orientale dell’Alleanza”. Niente di nuovo, quindi, come lui stesso conferma quando ricordando che all’inizio dell’anno l’America ha inviato altri 20mila soldati in Europa per rispondere ai movimenti della Russia”. Per l’Italia è previsto l’arrivo di ulteriori 70 militari, distaccamento di un battaglione di difesa aerea a corto raggio stanziato in Germania. Gli Usa continuano, dunque, a vedersi come un impero, ma soprattutto a vedere noi come le loro colonie. E forse non a torto: Draghi non ha fatto una piega, parlando di un “assestamento già in programma” e confermando di non vedere il rischio di un’escalation. Sul giornale torneremo sull’abitudine americana di gestire il Pianeta dalla stanza dei bottoni. Sul fronte guerra reale, invece, il vertice ha decretato l’adozione di un pacchetto di sostegno rafforzato per aiutare l’Ucraina a “difendere la sua sovranità e integrità territoriale dall’aggressione russa”.
AUTO ELETTRICHE, L’ITALIA CONTINUA A PRENDERE SCHIAFFI. E IL PREZZO DEL GAS SALE ANCORA. Niente da fare per Roberto Cingolani: il Consiglio Ambiente europeo ha ratificato lo stop ai motori termici dal 2035. Il ministro della Transizione Ecologica premeva per spostare al 2040 il bando per le auto a benzina e diesel. A perorare la causa del rinvio anche Slovacchia, Portogallo, Romania e Bulgaria. Un fronte destinato alla sconfitta, secondo le previsioni alla vigilia del summit. I cinque Paesi infatti rappresentano meno del 35% della popolazione europea. Perciò, ieri, i riflettori erano sulla Germania, l’ago della bilancia. L’incontro tra i 27 ministri Ue dell’Ambiente si è prolungato fino a notte, quando è arrivato il verdetto: dal 2035, furgoni e auto nuove saranno solamente elettrici. La decisione ha aperto una frattura nel governo tedesco: il ministro delle Finanze Christian Lindner ha subito annunciato gravi perdite di posti di lavoro. Volkswagen lancia l’allarme sulla produzione di batterie elettriche. Domani racconteremo i dettagli dell’accordo europeo e le reazioni in Italia. Resta in agenda il tema del tetto al prezzo di gas e petrolio russo, proposto a più riprese dal premier Mario Draghi (e mai andato in porto). Ieri il G7 si è concluso con un accordo al ribasso, solo sul petrolio. I grandi si impegnano a prendere “in considerazione una serie di approcci”, incluso il prezzo calmierato. Sul gas, niente da fare. Draghi ha auspicato “un risultato prima di ottobre”. Intanto il costo del metano vola a 137 euro al Megawattora sul mercato Ttf di Amsterdam (ieri era a 129).
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La Francia nega l’estradizione per gli ex Br. Giorgio Pietrostefani e altri nove terroristi italiani condannati e fuggiti in Francia nel 2021, subito dopo la sentenza, rimarranno a Parigi. Lo ha deciso la Corte d’Appello della capitale francese.
Covid, numeri sempre più allarmanti. Sono 94.165 i casi di coronavirus registrati nelle ultime 24 ore, 60 le vittime. Il tasso di positività che sale fino al 26,4%. A preoccupare è il nuovo aumento della pressione sui reparti ospedalieri, con 219 posti letto in più in area medica e 11 in terapia intensiva. Sul giornale di domani vedremo anche come stanno cambiando le farmacie italiane.
Arrivano i primi soldi per contrastare l’abbandono scolastico, ma non tutti sono d’accordo. Il ministro Bianchi ha stanziato 500 milioni, la prima tranche del miliardo e mezzo previsto. Con quali criteri saranno erogati questi soldi?
Carla Signoris regina di Taormina. Intervista all’attrice, che domani al Film Festival riceverà il Premio Manfredi.
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