sabato 28 maggio 2022

Il Fatto di domani. Scholz e Macron provano a sbloccare i negoziati con Putin. Zelensky parla di armi con Bojo. Salvini a Mosca: "si nota di più se vado o non vado?"

dalla news letter de il fatto quotidiano

UCRAINA, LA RUSSIA CONSOLIDA. KIEV ATTACCA I MEDIA FRANCESI PER I REPORTAGE DAL DONBASS. La fotografia del campo di battaglia non è molto diversa da quella di ieri. Le autorità ucraine del Lugansk riferiscono che i russi hanno provato a occupare Severodonetsk ma sarebbero stati respinti dopo combattimenti strada per strada. Mosca consolida i territori conquistati: la regione di Kherson, presa nei primi giorni dell’invasione, ha chiuso gli accessi al resto del territorio del Paese. Il ministero della Difesa russo ha diffuso anche le immagini di un test di un missile ipersonico nel Mar Baltico (segnale per la Finlandia che vuole entrare nella Nato). Oltre a raccontare la 94esima giornata di guerra in Ucraina, sul Fatto di domani parleremo anche di giornalismo di guerra: in Francia alcuni grandi testate, tra cui l’agenzia AFP, sono state criticate dall’ambasciata di Kiev per i loro reportage realizzati in territorio russo.

MACRON E SCHOLZ CHIAMANO PUTIN, ZELENSKY SOTTO PRESSIONE SENTE JOHNSON. DIPLOMAZIA TRA ARMI E GRANO. Il presidente russo ha avuto una telefonata con l’omologo francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Secondo l’agenzia Tass, Putin ha dato disponibilità a riprendere il dialogo con Kiev (Macron e Scholz gli avevano chiesto “negoziati diretti e seri”). Parigi e Berlino mettono invece l’accento sulla questione del grano: l’Eliseo conferma la “promessa” russa di consentire l’accesso di navi mercantili al porto di Odessa per l’esportazione di cereali (prima bisognerà sminare l’area). L’Ue, rivela oggi il quotidiano spagnolo El Paìs, sta valutando una missione per scortare il passaggio dei cargo attraverso il Mar Nero. Macron e Scholz avrebbero anche chiesto la liberazione dei 2.500 combattenti del battaglione Azov catturati dopo la resa dall’acciaieria di Mariupol. I contatti telefonici proseguiranno, afferma il portavoce del Cremlino Peskov. Zelensky, dall’altro lato, oggi ha parlato con Johnson di armi e garanzie di sicurezza per l’Ucraina, e più tardi è tornato a imbracciare la linea dura, chiudendo a ogni possibilità di cedere territori ai russi e definendo un’illusione e una “speculazione geopolitica” la prospettiva di quei leader occidentali che propongono di cominciare i negoziati lasciando da parte la questione della Crimea e del Donbass. Sul Fatto di domani vedremo cosa potranno produrre le due telefonate di oggi sul fronte diplomatico, e come cambiano i rapporti di forza in vista del Consiglio europeo di lunedì. Faremo anche il punto sul capitolo sanzioni europee sull’energia: per non scontentare l’Ungheria, potremmo finire a sanzionare solo il petrolio via nave.

SALVINI A MOSCA: MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O SE NON VENGO? GIALLOROSA: INTERVISTA A PAOLA TAVERNA. “Se dovessi incontrare Putin, gli chiederei, anzitutto, il cessate il fuoco. Andrei anche a Kiev”. Poi ci ripensa: “Non ho certezze che ci andrò, ci stiamo lavorando”. È ancora mistero sul viaggio in Russia di Matteo Salvini, che proprio a ridosso delle amministrative, prova ad accreditarsi come mediatore del conflitto. Il risultato rasenta il ridicolo quando il leader della Lega non solo cita il Papa, ma associa la sua iniziativa al viaggio di Giorgio La Pira durante la Guerra Fredda. Sebbene il suo intento dichiarato fosse di dare “supporto” al premier Draghi, il suo nobile piano non viene apprezzato dalla maggioranza di governo e neppure da Giorgia Meloni, che ha commentato: “Non è un tema su cui fare campagna elettorale”. Ne parleremo sul Fatto di domani. Troverete anche un’intervista alla senatrice 5S Paola Taverna sugli equilibri di governo e sulle alleanze in vista delle urne. Il Pd siciliano ha detto sì alle primarie congiunte giallorosa, ma dal Movimento si frena. Conte ha attaccato la destra e il suo odio per il reddito di cittadinanza. Parleremo anche della manifestazione del 2 giungo contro l’ampliamento della base militare di Pisa.

LE AMMINISTRATIVE E IL GRAN RITORNO DEGLI “IMPRESENTABILI”. Non c’è solo Palermo, con il candidato sindaco di centrodestra Lagalla sostenuto da Cuffaro e Micciché, di cui abbiamo scritto sul Fatto (oggi con un’intervista ai membri del collettivo che ha creato la campagna di manifesti satirici “Forza mafia”). In sostegno a Lagalla, peraltro, è arrivato oggi anche Renato Schifani, che in un’iniziativa di Forza Italia ha detto che Berlusconi meriterebbe l’oscar dell’antimafia. C’è anche Parma, dove oggi c’era Salvini a sostenere il candidato Pietro Vignali, ex sindaco coinvolto nel 2010 nello scandalo cosiddetto “dirigentopoli” (poi assolto). Le elezioni amministrative del 12 giugno hanno il loro carico di impresentabili: vedremo casi e misfatti sul Fatto di domani.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Lunedì lo sciopero della scuola. I motivi della protesta convocata dai principali sindacati di categoria. La terza puntata della nostra inchiesta sullo stato del sistema formativo italiano, cominciata con la lettura del censimento Invalsi sulla preparazione degli studenti e proseguita sul Fatto di oggi con l’analisi del flop dell’ultimo concorso per l’entrata in magistratura.

Covid, il bollettino di oggi. Oltre 18 mila casi e 66 morti nelle ultime 24 ore.

Centenario Berlinguer. Ricorderemo la figura del segretario del Pci, scomparso nel 1984, con la sua primogenita Bianca Berlinguer, nota giornalista televisiva.

Cannes, chi sarà la palma d’oro. Seguiremo la cerimonia di premiazione e vedremo tutti i film premiati.


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