lunedì 25 aprile 2022

Il Fatto di domani. Effetto guerra, la lobby delle armi fa festa in segreto. Letta contestato, scontro su Nato e Usa: la maionese impazzita del 25 aprile

 tratto dalla newsletter de il fatto quotidiano 

MOSCA BOMBARDA LE FERROVIE PER FERMARE L’ARRIVO DELLE ARMI. La città martire di Mariupol è ancora sotto attacco, con i circa 2500 militari ucraini (e un numero imprecisato di civili) asserragliati nell’acciaieria e l’esercito russo che stringe l’assedio al mega impianto. E ancora una volta l’annunciato cessate il fuoco per far evacuare militari e cittadini è fallito con la solita coda di accuse reciproche (le autorità della città parlano di 150 persone “deportate nella Federazione”) e la richiesta di Kiev per un intervento della Croce Rossa e dell’Onu per vigilare sui cordoni umanitari. Ma la novità del giorno, sul terreno di guerra, è l’offensiva russa contro le ferrovie ucraine: cinque stazioni nell’ovest e al centro del Paese sono state colpite da lanci di missili e ci sarebbero morti e feriti. Il perché di questa mossa? Mosca vuole bloccare l’arrivo delle armi occidentali che dal confine devono raggiungere la fascia costiera per dare modo all’esercito di Kiev di contrastare l’avanzata russa. “L’Occidente sta tentando di spaccare la società russa e distruggere il Paese dall’interno”, accusa Putin.

I CARRI ARMATI PER KIEV FANNO TREMARE BERLINO. Lo zar russo ha annunciato l’espulsione di 40 diplomatici tedeschi. E in Germania il governo è in subbuglio: Berlino doveva inviare dei carri armati agli ucraini, ma i proiettili in dotazione ai tank tedeschi Marder vengono fabbricati in Svizzera e il Paese ha detto no all’invio, data la sua neutralità. Il governo tedesco, come vedremo sul Fatto di domani, è scosso dalle polemiche proprio per la strategia da seguire: c’è chi nella maggioranza spinge per l’invio di armi pesanti e chi, invece, frena. L’altra guerra è quella della diplomazia (lasciata in secondo piano gli ultimi giorni): domani c’è attesa per il viaggio del segretario dell’Onu Antonio Guterres prima a Mosca, poi a Kiev. Segretario che oggi ha visto Erdogan ad Ankara proprio in funzione del tentativo di mediazione. Vedremo in che direzione si sta andando.

GUERRA, LA LOBBY DELLE ARMI FA FESTA. La lobby delle armi si vede in segreto: le principali aziende del settore sono in gran spolvero per il momento propizio legato alla guerra e alla corsa al riarmo che interessa mezzo mondo. Sul giornale di domani vi racconteremo cosa sta succedendo e anche della fornitura di elicotteri per circa 30 milioni di euro, da parte di Leonardo, a un Paese impegnato in un fronte molto caldo. Sempre sul fronte armi, l’agenzia che fa il monitoraggio della spesa ha pubblicato il report relativo al 2021, ossia quando nemmeno si parlava di crisi ucraina: l’anno scorso la spesa ha sfondato i 2 mila miliardi di dollari. Un triste record destinato però a essere superato.

IL 25 APRILE? UNA MAIONESE IMPAZZITA. Quest’anno la guerra in Ucraina e le relative differenze di vedute hanno trasformato la ricorrenza del 25 aprile in una maionese impazzita. La festa per la Liberazione dal nazifascismo è stato sempre un appuntamento divisivo in Italia, ma nelle piazze italiane questa volta si sono scontrate vedute contrapposte e infinite sfumature di pacifismo: “Servo della Nato”, con queste parole è stato contestato il segretario del Pd, Enrico Letta, che ha partecipato al corteo di Milano. Attacco che ha provocato la reazione del presidente dell’Anpi Pagliarulo, secondo cui si è trattato di un “grave errore”. Poi è stata la volta della Brigata ebraica (che nel 1944 e nel 1945 combatté a fianco degli Alleati) a ricevere la dose di contestazioni. Ma nelle piazze d’Italia c’era di tutto: manifesti e slogan pro e contro la Nato e gli Stati Uniti, con l’Anpi “equidistante” e Maurizio Landini schierano contro l’invio delle armi. Sul Fatto di domani vi racconteremo le mille anime della manifestazione: specchio di un Paese diviso su tutto. Ne parleremo anche con Carlo Petrini, intervistato da Ettore Boffano.

FRANCIA, IL VOTO PER MACRON È ANTI-LE PEN. Il day after del ballottaggio in Francia è il giorno delle analisi del voto: tra il 42% e il 47% di voti per Macron sarebbero stati espressi per paura della vittoria di Le Pen e il 65% dei francesi non vuole che Macron ottenga la maggioranza in Assemblea. Poi c’è l’astensione record: il 35% dei francesi difatti non ha voluto scegliere. Poi ci sono le differenze di voto tra le città e la campagna, tra classi sociali. Sul Fatto di domani vedremo cosa ci racconta il voto di domenica che ha affidato di nuovo il Paese a Macron, ma un Paese che esce dalle urne profondamente diviso. Vedremo anche quali sono i risvolti italiani delle presidenziali francesi.


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Addio mister Sambuca. E’ morto sabato mattina, all’età di 81 anni, Antonio Molinari, l’imprenditore presidente di Molinari Italia che, insieme al padre e ai suoi fratelli, rese celebre nel mondo la Sambuca.

Lo spettro povertà. Gli effetti dei rincari di bollette e materie prime si stanno facendo sentire sulle famiglie, il rischio che aumenti di molto la povertà è reale e testimoniato dai dati.

Il libro. Camilla Tagliabue ci racconta “Veleni e champagne”, le poesie di Dorothy Parker.


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