mercoledì 2 marzo 2022

Il Fatto di domani. Ancora bombe su Kiev. Draghi scopre Piketty: tassare gli oligarchi off shore. Zelensky all'Europa: "fateci entrare", ma il sì di Bruxelles è simbolico

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-1-marzo-2022/?utm_campaign=Echobox2021&utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_source=Twitter#Echobox=1646157759-4

UCRAINA: BOMBE SULLE CITTÀ, BLINDATI VERSO KIEV. NEL MIRINO PURE LA TV. Già ieri, durante ma soprattutto dopo i colloqui di pace a Gomel l’esercito russo aveva continuato a bombardare l’Ucraina. In mattinata è stata avvistata una lunga colonna di blindati russi diretta verso la capitale del Paese, che nel frattempo è stata bersaglio di bombardamenti ripetuti. A Kiev mancano i generi alimentari, in alcuni quartieri non c’è corrente elettrica e nel pomeriggio è stata colpita la torre della tv. L’esercito di Mosca ha invitato gli ucraini che vivono sotto i ripetitori a lasciare le loro case. Il Vaticano sostiene che anche la cattedrale di Santa Sofia, patrimonio dell’Unesco, sarebbe nel mirino di Putin. La Farnesina ha invitato gli italiani a lasciare la Capitale con tutti i mezzi a disposizione, la nostra ambasciata è stata spostata a Leopoli (nord-ovest). Bersaglio di missili è stata anche la città di Kharkiv, dove sono stati colpiti il palazzo del governo locale e diversi edifici residenziali, con decine di vittime civili. Si parla anche dell’uso di bombe a grappolo. Secondo le analisi militari, nonostante alcuni problemi logistici, la strategia russa punta essenzialmente a prendere il controllo di tre città: Kiev, Kharkiv e Mariupol nel sud est, punto di snodo tra la Crimea e il Donbass. Sembra infatti, da fonti del Cremlino, che le forze delle due autoproclamate repubbliche di Lugansk e Donetsk (al fianco di Mosca nei combattimenti) siano riuscite ad avanzare per decine di chilometri congiungendosi con i militari russi. Anche oggi su Fq Extra abbiamo raccontato cosa sta accadendo sul terreno con le audiocronache della nostra inviata Roberta Zunini, oggi è al confine tra Moldavia e Ucraina. Sul Fatto di domani pubblicheremo anche un reportage dal fronte del fotoreporter Fabio Bucciarelli.

ZELENSKY ALL’UE: “FATECI ENTRARE”. IL SÌ DI BRUXELLES È SIMBOLICO. L’IPOTESI PIKETTY: TASSARE GLI OLIGARCHI OFF-SHORE. I negoziati tra Russia e Ucraina dovrebbero riprendere domani. Mentre Mosca sta provando a rafforzare la sua posizione guadagnando terreno con l’offensiva militare, il presidente ucraino fa pressione sull’Occidente. Zelensky è intervenuto oggi in videocollegamento al Parlamento europeo, riunito in plenaria straordinaria a Bruxelles, e ha chiesto di nuovo di ammettere il suo Paese nell’Unione con procedura di emergenza: “Provateci che siete dalla nostra parte – ha detto -. Alcuni di quelli che oggi vi chiedono di entrare nell’Ue domani non ci saranno più”. Alla fine l’Eurocamera ha votato la mozione per ammettere l’Ucraina come candidato a maggioranza schiacciante (637 sì e 13 no e 26 gli astenuti). Ma il processo di approvazione di un nuovo membro richiede anni. La strada è lunga, ha detto anche Ursula von der Leyen, prima “dobbiamo porre fine a questa guerra, poi parleremo dei prossimi passi”. Resta da capire che tipo di Ucraina uscirà da questo conflitto. Contro la Russia proseguono intanto le iniziative occidentali: dopo l’esclusione delle nazionali russe dalle competizioni sportive internazionali, ora Hollywood ha addirittura sospeso le uscite di alcuni film nelle sale russe. Oggi Mario Draghi ha detto di aver proposto ulteriori misure contro gli oligarchi: ad esempio, la creazione di un registro internazionale dei magnati russi con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro. L’idea ricalca quella avanzata giorni fa dall’economista Thomas Piketty. L’economia russa soffre, il rublo ha continuato a perdere dopo il tonfo di ieri (salvo un temporaneo rimbalzo). Sul Fatto di domani vedremo quanto può resistere Mosca nella morsa delle sanzioni. Intanto Kiev si appella anche alla Cina: in una chiamata con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, Pechino si è impegnata a “sostenere gli sforzi per una soluzione politica”. Zelensky ha chiamato anche Biden e gli ha chiesto di dire parole forti: stasera il presidente Usa terrà il suo primo discorso sullo Stato dell’unione, pare pesantemente rimaneggiato dopo l’invasione dell’Ucraina.

IL PARLAMENTO VOTA IL DECRETO MA NON DISCUTERÀ DEGLI AIUTI. PANORAMA DELLA “CENSURA LIBERALE”. Mario Draghi ha tenuto la sua informativa sulla crisi ucraina alle Camere, per riferire delle posizioni prese di concerto con gli altri leader europei sulle sanzioni e la condanna dell’invasione russa. Oltre all’apprezzamento per la risposta europea “forte e unitaria”, il premier ha definito la guerra come una svolta storica per il Continente: “Negli ultimi decenni molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa”. La discussione parlamentare è andata avanti tutto il giorno. Alla fine sia alla Camera che al Senato la risoluzione governativa è stata votata a larga maggioranza: in Senato 13 contrari, tra cui anche il 5 Stelle Petroselli, presidente della commissione Esteri. Nelle forze politiche serpeggia un certo malumore per la modalità scelta ancora una volta dai Migliori. Il voto ha riguardato una cornice generica, mentre sarà soltanto l’esecutivo a decidere di volta in volta, per decreto, cosa inviare direttamente (tra armi e aiuti), scavalcando il dibattito parlamentare. Sul giornale di domani continueremo a occuparci anche di un’altra propaganda, oltre a quella di Mosca. Quella della censura sedicente “liberale”, la posizione degli atlantisti da divano e della stampa allineata che taccia di “putinismo” chiunque (dalla Rai alla nostro giornale) si permetta di rilevare il contesto storico dell’attacco di Putin all’Ucraina e gli errori della Nato (oggi sul Fatto abbiamo raccontato il fuoco incrociato rivolto contro Barbara Spinelli per una sua analisi).

COVID, LA FRENATA DELLE VACCINAZIONI E L’EFFETTO DEGLI OBBLIGHI. Da oggi sono cadute le restrizioni per i turisti extra-europei: per entrare in Italia basteranno le condizioni del green pass base (vaccino o tampone negativo). Sul fronte dell’epidemia, il bollettino delle ultime 24 ore riporta 46 mila nuovi casi e 233 morti, con un tasso di positività all’8,8%. L’83,32% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale primario, e da settimane ormai si registra un calo sensibile delle somministrazioni. Sul giornale di domani metteremo in relazione gli obblighi introdotti e il ritmo della campagna. Calcoleremo anche l’effetto dell’arrivo del nuovo vaccino più “tradizionale” Novavax, che è prenotabile da oggi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ricorso sullo statuto M5S. Si è tenuta l’udienza del tribunale di Napoli per decidere sul ricorso presentato da tre attivisti contro il nuovo statuto e la leadership di Conte. Il verdetto è atteso nei prossimi giorni.

Stellantis, un piano che è una minaccia. L’ad Tavares ha presentato il nuovo piano industriale, chiarendo che il destino delle fabbriche in Europa dipende dalla dimensione del mercato e dalla volontà dei governi di proseguire nella transizione alla mobilità verde. Per la Cgil è una minaccia ai metalmeccanici italiani, ed ha proclamato lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti fino all’incontro convocato dal Mise il prossimo 10 marzo.

Qualcosa travestito da amore. Gad Lerner racconta l’autobiografia shock di Galia Oz, che accusa il padre Amos di averle inflitto abusi mentali e fisici durante l’infanzia (l’altra figlia smentisce).


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