tratto da https://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=newsDettaglio&id=2913
31/03/2021
Dopo la relazione dell'assessore Valeriani, è iniziato il dibattito d'Aula con gli interventi dei consiglieri.
“Se non si raggiunge l’autosufficienza dei territori nulla cambierà sulla questione rifiuti”; così in apertura del suo intervento Pasquale Ciacciarelli della Lega, secondo il quale la timidezza nel denunciare le responsabilità di Roma dipende dal nuovo assetto dei poteri in regione. Certo non si possono chiedere altri sacrifici al Lazio del sud, come si sta facendo con Roccasecca, a fronte di una situazione in cui addirittura non risultano pervenuti i promessi ristori per gli abitanti di quelle zone. Forte opposizione quindi a che si gravi ancora sulla provincia di Frosinone, che è autonoma e non può farsi carico delle manchevolezze degli altri territori laziali, ha dichiarato infine Ciacciarelli.
Ha detto di condividere la preoccupazione e l’allarme degli amministratori della provincia di Frosinone, riportato da Ciacciarelli, Daniele Giannini, anche lui della Lega, che ha ripercorso in premessa le motivazioni della nuova situazione di allarme sul tema rifiuti. Soprattutto, non è stata quantificata in modo chiaro l’esigenza di smaltimento al di fuori del proprio territorio dei rifiuti della capitale; è evidente che la differenziata a Roma non funziona, secondo Giannini. Anche i cittadini di Cesano e Casal Selce, di cui si è parlato a proposito di impianti di compostaggio, non meritano questo ulteriore carico.
Lungi dal voler entrare nel merito della vicenda giudiziaria, Giuseppe Simeone ha detto di voler cogliere soprattutto la sostanza politica della questione: “un piano regionale che dia risposte certe”, è quello che ci vuole secondo il consigliere di Forza Italia. “Suddivisione della regione in ambiti territoriali ottimali, autosufficienza degli stessi e autosufficienza della regione complessivamente intesa”: questi i tre quesiti cui non si riesce a dare una risposta, secondo Simeone. In caso contrario, “si aprono gli spazi per i furbetti”, per il consigliere.
Secondo Gaia Pernarella (M5s): “ Non serve a nulla lo scaricabarile, sono contenta di aver ascoltato dall'assessore la volontà di prendersi la responsabilità in prima persona. Vanno superate le tecnologie esistenti, abbiamo la possibilità di utilizzare l'Agenzia per il controllo ambientale per i procedimenti autorizzativi, questo ci darà la garanzia su tutti gli atti. Abbiamo ottenuto che da oggi in poi si cambi paradigma: non ci sarà più un unico ufficio che gestirà tutto. Importante, infine, la proposta di legge sulla gestione degli Ato, una vera rivoluzione nella nostra Regione, come l'affidamento con gara pubblica, come previsto dalla legge da più di dieci anni. Mi auguro che ci sia la volontà, per la prima volta di mettere mano sul serio a questo tema”.
Immediata la replica di Giancarlo Righini (FdI): “Fa sorridere l'invito ad affrontare seriamente il tema dei rifiuti. Fino a oggi abbiamo scherzato? Siamo qui per un altro motivo, il coinvolgimento della direttrice del Ciclo rifiuti in un'inchiesta giudiziaria, della quale abbiamo appreso con grande sorpresa. Siamo qui per capire cosa è accaduto, se ci sono state iniziative penalizzate per favorirne altre. La politica ha il dovere di analizzare cosa non va nella machina amministrativa di questa Giunta. Vogliamo capire come si esce da questo empasse, è inevitabile che il Consiglio regionale abbia un ruolo: abbiamo presentato un ordine del giorno che ribadisce il ruolo della commissione: deve verificare almeno le procedure autorizzative dei grandi impianti. Infine, deve essere revocato il procedimento autorizzativo di Monte Carnevale”.
“Le ragioni della continua emergenza vanno cercate nella monarchia dell'imprenditoria privata, pochissime persone che si impongono sull'interesse pubblico – ha dichiarato Marco Cacciatore (Gruppo misto) – Trovo curioso che ci si accorga che l'impianto di Roccasecca è esaurito solo dopo uno scossone giudiziario. La scelta del sito di Monte Carnevale è stata fatta dal Comune di Roma in assoluta contraddizione con il programma elettorale del Movimento 5 stelle: quella che doveva essere una discarica pubblica poi si è rivelata ancora una volta di proprietà di una società monopolista, per questo avevo presentato un esposto alla magistratura, che poi portò alla mia sospensione dal M5s, che poi ho abbandonato anche per questo. Monte Carnevale non dovrà mai diventare la discarica di 121 Comuni, servono impianti più piccoli e diffusi, di proprietà pubblica”.
"Mancata una chiara visione programmatica sul tema dei rifiuti", secondo Laura Cartaginese della Lega: la consigliera ha citato le cronache di organi di stampa esteri anche prestigiosi che descrivono Roma come una discarica a cielo aperto. Il lockdown aveva lasciato auspicare un alleggerimento della problematica, per il mancato afflusso di turisti specialmente a Roma, ma così non è stato. Anche l’Europa ci chiama a una soluzione per questo problema, ma il Lazio continua a non riuscire a risolvere il problema, non solo a non produrre reddito dai rifiuti come altri riescono a fare, ha concluso la consigliera.
Eugenio Patanè del Partito democratico ha inteso nel suo intervento fare chiarezza sul ruolo della regione, che ha funzioni programmatorie: di qui il piano rifiuti, che ora è approvato, quindi sta agli enti di livello intermedio applicarlo, esercitando le funzioni che la legge attribuisce loro; questo toglie alibi a tali enti anche perché il piano è un atto complesso, scaturito dagli apporti di vari livelli amministrativi. Ma c’è di più, la regione ha messo a disposizione dei fondi per gli enti deputati ad affrontare questa problematica, fondi per i quali non sono stati presentati progetti. Bene la cabina di monitoraggio messa in piedi dall’assessore, a questo scopo. Il "no" puro e semplice agli impianti non risolve la situazione, a questo punto. A prescindere dagli esiti di inchieste in corso, i dirigenti talvolta sono lasciati soli ad affrontare le emergenze, ha concluso Patanè.
Ma per Sergio Pirozzi (Fratelli d'Italia), che si ricollega al tema sollevato da Patanè in conclusione del suo intervento, se oggi si decide di seguire un iter diverso dal passato, affidando, come si è fatto, i compiti dell'istruttoria nella materia non più a un singolo dirigente, "significa che qualcosa si è sbagliato, in passato". Probabilmente, secondo il consigliere, se il piano rifiuti fosse stato approvato a tempo debito alcune patologie del sistema sarebbero state evitate, perché non si sarebbe arrivati all’emergenza.
“Zingaretti e Raggi continuano a scaricarsi le responsabilità a vicenda – ha esordito Orlando Tripodi (Lega) – e intanto Roma continua a essere sommersa dai rifiuti. Dobbiamo fare chiarezza, anche per la magistratura che è arrivata prima della Regione. Ci sono troppe cose che non vanno, il Piano dei rifiuti non è attuabile, non si riesce a venirne a capo. La Regione butta milioni di euro e crea al tempo stesso le emergenze. Solo oggi l'assessore parla di esercitare i poteri sostitutivi nei confronti di Roma”.
“Nel corso del dibattito sul piano rifiuti – ha ricordato Massimiliano Maselli (FdI) – l'assessore ci spiegò che gli obiettivi principali della giunta erano la chiusura del ciclo all'interno degli Ato, il 70 per cento di raccolta differenziata, l'impianto per il recupero di Colleferro. Ben venga la cabina di monitoraggio sull'attuazione del Piano, ma ci piacerebbe anche sapere a che punto siamo con gli obiettivi annunciati. Si è partiti da dati sbagliati, altro che chiusura del ciclo. Servono più impianti e invece sono diminuiti. Oggi Valeriani ci ha fatto la morale, ha dato la responsabilità ai Comuni che non farebbero il loro lavoro, ma ci si vuole chiedere per quale motivo nel Lazio non ci sono richieste di impianti? Forse perché non c'è un quadro di certezze?”
Chiara Colosimo (FdI) è tornata sulla questione della discarica di Roma: “Ci sono passaggi previsti della legge che sono stati saltati: bisogna revocare le autorizzazioni per Monte Carnevale, il resto è superfluo. Vogliamo una risposta chiara dall'assessore sugli atti oggetto dell'indagine”.
“Gli atti su Monte Carnevale – ha replicato Massimiliano Valeriani – sono stati sospesi in autotutela a tempo indeterminato fino a quando non saremo sicuri che è tutto a posto. L'ho già spiegato nella mia relazione, non c'è da revocare nulla perché non c'è alcuna autorizzazione già data. Non rimettiamo indietro il disco: la Regione ha fatto quello che doveva fare, adesso il Piano deve essere attuato, altrimenti non si risolveranno i problemi. Dobbiamo riappropriarci della nostra funzione di legislatori, a volte abbiamo troppo una visione da consiglio municipale. Continuo a sottolineare che non compete a noi, ma nell'inerzia di chi dovrebbe prendere le decisioni sul ciclo dei rifiuti, eserciteremo i poteri sostitutivi, lo voglio ribadire. Chi si lamenta del continuo trasferimento di rifiuti nella provincia di Frosinone: quel territorio la difende molto di più la Regione che sancisce la ripartizione territoriale degli impianti, rispetto a qualche politicante che a Frosinone dice una cosa e a Latina dice il contrario. Serve una grande operazione di convincimento sui territori, non si può continuare a dire soltanto no. Anche in quest'Aula, ogni tanto mi piacerebbe ascoltare qualche sì. I consiglieri regionali, insieme alla Giunta possono lavorare insieme per far superare al Lazio a superare questa situazione. Sulla gestione degli Ato: nella commissione competente ci sono due testi, esorto il Consiglio a fare in fretta”.A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio
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