Nessuna guerra è giustificata dalla ragione,
nessuna arma svolge un compito umano, nessuna offesa al genere umano è
ammissibile. Alla guerra dichiarata dalla speculazione, dal profitto, dello
sviluppo sempre insostenibile che ha riempito, per questi scopi, il pianeta di
ogni genere di veleni e di rifiuti. Questa guerra fa ogni giorno migliaia di
vittime innocenti colpiti nel corpo, nella mente, nella dignità. Questa guerra
facilita la nascita di nuove malattie, lo sviluppo di nuovi virus, come quello
del Covid 19 o coronavirus, facendo strage di persone già perseguitate dalla
vita e da malattie spesso provocate da follie umane. Tra questi sicuramente i
più deboli i malati di amianto già di per sé in situazione di fragilità e non
ne fanno la spesa solo loro in prima persona, ma soprattutto i loro familiari.
Per questo rilancio molto volentieri l’appello di Antonio Dal Cin:
“I
malati di amianto sono abbandonati a se stessi. Forse, è perché sono già dei
condannati a morte che non gli vengono fatti i tamponi? Un incubo nell'incubo
quello che vivono i malati di patologie asbesto-correlate e i loro familiari,
già provati da quel dramma che da decenni si ripete nel tempo e in Italia conta
circa 6.000 morti l'anno. Questi i numeri dei decessi causati dall'amianto nel
nostro Paese già prima della pandemia di coronavirus. In una condizione così
drammatica, spesso le famiglie sono abbandonate a se stesse, con il compito di
assistere anche al domicilio i propri cari. Un'impresa ardua che pone a dura
prova anche il più coraggioso e ne segna per sempre l'esistenza. I familiari
non potranno mai dimenticare ciò che i loro occhi hanno visto. Ma adesso, la
situazione è ancora più drammatica per i malati di patologie asbesto correlate,
che già fortemente provati da un nemico subdolo ed invisibile, quel killer
spietato e silenzioso di nome amianto, temono l'infezione da coronavirus. La
paura aumenta significativamente in chi non vuole arrendersi, ma sa
perfettamente cosa significa la definizione di "killer invisibile capace
di uccidere". C'è piena consapevolezza e non solo da questo punto di
vista, perchè chi vive il dramma dell'amianto, convive quotidianamente con
quella mancanza d'aria che lo accompagnerà fino alla morte. Un'angoscia vissuta
in totale e piena lucidità, perchè è così che muoiono i malati di amianto,
privati della possibilità di respirare, non prima di aver patito atroci
sofferenze. Forse, è per questo che sono ulteriormente lasciati soli insieme
alle loro famiglie. Per loro i tamponi non esistono (tamponi a politici,
calciatori, vip e non ai medici, agli infermieri, ai comuni cittadini e a chi è
affetto da gravi patologie, tra cui i malati di amianto), ragion per cui viene
meno il diritto alla vita, ovvero, quel rispetto del diritto alla vita che non
ha bisogno di trovare fondamento nelle norme giuridiche, essendo il diritto a
vivere, primordiale, quindi spettante a ogni essere umano che ha il diritto di
vivere in condizioni ecologiche, sociali, psicologiche, tecnologiche, che ne
consentano lo sviluppo di tutte le potenzialità, senza mai lederlo. Ci
appelliamo ancora una volta a quella doverosa sorveglianza sanitaria che deve
essere costantemente assicurata, e quindi garantita, a determinate categorie
cosiddette "ad alto rischio", che vanno assolutamente tutelate,
perchè hanno diritto a vivere fino in fondo la loro aspettativa di vita,
indipendentemente da qualunque essa sia. Respiriamo per vivere, non per morire,
e questo vale sia per l'amianto che per il coronavirus. Siamo persone e non
numeri di un bollettino di guerra. Con tutto il cuore, vi prego di rendere questo
post virale. Il mio appello alle Istituzioni, con preghiera a tutti gli organi
di stampa, affinchè ne diano più ampia diffusione. Antonio Dal Cin Malato di
asbestosi, vittima del dovere.”
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