giovedì 27 settembre 2018

WWF Pesca, chiusa la Conferenza di Malta

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Sottoscrivere un Piano di Azione dettagliato che garantisca un futuro sostenibile al settore della piccola pesca e all’ambiente marino mediterraneo. Questo è stato il focus della conferenza di due giorni che si è chiusa mercoledì 26 a Malta, tra i rappresentanti istituzionali dei paesi del Mediterraneo e del Mar Nero, i delegati della Commissione Europea e il WWF.
Al centro dell’attenzione c’è stata quindi la sopravvivenza del nostro ecosistema marino, tramite il coinvolgimen...
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WWF.IT
Il coinvolgimento della piccola pesca e dei consumatori alla base del benessere del Mediterraneo

Sottoscrivere un Piano di Azione dettagliato che garantisca un futuro sostenibile al settore della piccola pesca e all’ambiente marino mediterraneo. Questo è stato il focus della conferenza di due giorni che si è chiusa mercoledì 26 a Malta, tra i rappresentanti istituzionali dei paesi del Mediterraneo e del Mar Nero, i delegati della Commissione Europea e il WWF.
Al centro dell’attenzione c’è stata quindi la sopravvivenza del nostro ecosistema marino, tramite il coinvolgimento dei pescatori locali il cui sostentamento e reddito dipendono dalla salute del mare stesso. 
La Conferenza di Malta è stata un’ottima occasione per coinvolgere tutti gli attori chiave e presentare i nuovi progetti di gestione sostenibile delle attività di pesca, studiati specificatamente per il Mediterraneo, considerato una tra le regioni sottoposte al maggior sfruttamento ittico del mondo. Il WWF promuove fortemente la stesura di un Piano e si sta impegnando a coinvolgere i pescatori nel tavolo del dibattito, perché diventino parte attiva nella gestione delle risorse marine, allo scopo di porre fine a decenni di attività di pesca eccessiva e non regolamentata.
Fin da tempi antichi la pesca artigianale ha giocato un ruolo socio, economico e culturale importante nel Mediterraneo e tuttora la piccola pesca conta più del 60% delle flotte presenti nella regione e garantisce 300.000 posti di lavoro. Decenni di cattiva gestione e sfruttamento hanno pesantemente impoverito le risorse marine del Mediterraneo, fino al punto che oggi più dell’80% degli stock monitorati risulta sovrasfruttato. Tutto ciò si traduce in un’enorme minaccia per i pescatori artigianali e le comunità costiere locali.
“La salute dei nostri mari è indissolubilmente legata a quella delle persone. Il benessere dell’ecosistema marino può influenzare positivamente i settori della pesca locale e le economie nazionali. In questo processo quindi, tutti sono coinvolti e hanno il potere di generare un cambiamento profondo: le istituzioni e i governi, le aziende e associazioni, e anche gli stessi consumatori che ogni giorno scelgono quale pesce portare sulle proprie tavole”, sostiene WWF Italia.
Oltre alle iniziative di dibattito istituzionale, il WWF da anni sviluppa progetti per difendere il valore del nostro capitale blu e del Mediterraneo. In particolare il progetto Fish Forward del WWF, oltre alle istituzioni, mira a coinvolgere aziende e consumatori per indirizzare approvvigionamento e scelte di acquisto verso prodotti ittici locali e sostenibili. L’obiettivo è creare una maggiore consapevolezza e conoscenza delle implicazioni positive che prodotti ittici sostenibili comportano sulle comunità costiere e sui mari.
Lavorare con i pescatori di tutto il Mediterraneo coinvolgendoli nei processi decisionali di gestione della pesca è un ottimo modo per sostenere le comunità costiere e attivare un processo di tutela dell’ecosistema marino. Contemporaneamente è altrettanto importante far sapere ai consumatori che anche il loro supporto è fondamentale nel tracciare la rotta verso la sostenibilità. Esistono semplici regole di acquisto del pesce per poter condizionare il mercato verso una strada sostenibile.

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