tratto da Doc.
XXIII
N.
32
COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE
CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI
E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI
E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI
6.
Alcuni significativi fenomeni illeciti e situazioni critiche nel
Lazio
- La situazione delle province del Lazio: sintesi
Dal complesso delle audizioni e
dalla documentazione acquisita, la situazione degli illeciti
ambientali riscontrati nelle province del Lazio diverse da Roma
(ovvero non collegati alle attività della galassia societaria
descritta nel § 4.2) non presenta, in generale, aspetti di
particolare interesse o criticità rispetto alle competenze di questa
Commissione.
Come evidenziato dalla relazione del
NOE dei carabinieri di Roma, pervenuta alla Commissione l'8 febbraio
20171,
"dalle attività di P.G. non sono emersi collegamenti con la
criminalità organizzata mentre si registrano fenomeni di collusione
tra P.A. (intesa come amministrazioni locali) e imprenditoria per
quanto concerne il settore rifiuti nel particolare settore
dell'appalto della raccolta urbana che è generalmente il servizio
con maggiori costi e durata, mediamente 7/8 anni a fronte di un costo
di diverse decine di milioni di euro per un comune di 25.000
abitanti". Tuttavia, a questo proposito, si deve rilevare che
sia il prefetto, sia il Questore di Latina hanno sottolineato, per
quella provincia, la presenza, anche se attualmente in forma
attenuata, di fenomeni attribuibili alla criminalità organizzata,
presumibilmente esistenti anche nelle attività relative ai rifiuti2.
1Doc.
1742/1
2Sul
punto la Commissione ha svolto altri apporofondimenti i cui esiti
sono riportati nel § 6.5
Ciò premesso, sono da aggiungere
almeno tre notazioni generali:
- la prima attiene alla diffusa inefficienza degli impianti di depurazione comunali, spesso connessa all'assenza o alla inadeguatezza delle reti fognarie, alla mancanza di manutenzione e controlli da parte degli enti competenti, nonché alle carenze di adeguamento degli stessi alle mutazioni della popolazione residente. In proposito, sembra sufficiente ricordare che, secondo Marco Lupo, direttore generale di ARPA Lazio1 quanto ai controlli sugli scarichi "noi riscontriamo una percentuale di non conformità... facciamo circa 2.000 campionamenti. Stiamo parlando di numeri significativi. Tenete conto che troviamo una percentuale di non conformità che si aggira dal 20 al 30 per cento dei campionamenti che effettuiamo e che non sembra essere in riduzione"
- la seconda attiene alla rilevante quantità di discariche abusive tuttora esistenti, connesse con il diffuso fenomeno dell'abbandono illegale di rifiuti, di cui troppo spesso restano ignoti gli autori2. Il corollario di tale fenomeno è costituito dal rilevante numero di bonifiche non attuate, che deve essere esteso anche a diversi casi di situazioni riconducibili a specifiche attività i cui autori sono, invece, noti.
3) più in particolare, in relazione
al ciclo dei rifiuti, come messo in rilievo sin dal 2015 dal Comando
Legione Carabinieri Lazio3
"emerge una frequente tendenza, da parte dei gestori degli
impianti di trattamento, a forzare la normativa di settore, agendo
nella caratterizzazione del rifiuto - ovvero nella sua catalogazione
- con la compiacenza di laboratori di analisi che emettono codici CER
non esatti, dietro ingiusti profitti. La mancata caratterizzazione
porta a procedure di trattamento dei rifiuti meno onerose per
l'impianto, con conseguente danno ambientale".
Con riferimento alla diffusione dei
fenomeni criminosi nel settore ambientale, sembra utile riportare un
quadro riassuntivo generale delle attività operative del NOE dei
carabinieri per il 20164
e dei reparti della Guardia di finanza del comando regionale del
Lazio per il triennio 2014-20165
1Nell’audizione
del 21 febbraio 2017
2Tipico
del territorio è l’abbandono di materiali derivanti da attività
edilizie o comunque del loro smaltimento illegale, che spesso ha
come presupposto l’illegalità imprenditoriale sotto i profili
fiscali e previdenziali; nell’audizione del 7 febbraio 2017, il
comandante del NOE di Roma ricordava: “registriamo il permanere
del fenomeno di tombamenti di rifiuti, soprattutto nel ramo delle
costruzioni, delle demolizioni. Recentemente, a fine 2016, abbiamo
sequestrato un'area di 17.000 metri quadrati nella provincia di
Roma, dove venivano sversati oltre 25.000 metri cubi di materiale da
demolizione, peraltro sporco, ossia non epurato di altre frazioni
che, sebbene minoritarie, comunque c'erano.”
3Doc.
n. 917/1-2
4Doc.
n. 1742/1
5Doc.
n. 1709/1-2; una relazione della Guardia di finanza relativa
all’anno 2014 era stata in precedenza acquisita come Doc. n.
627/1-2
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