Quasi 20mila tassi sono stati uccisi questo autunno nel Regno Unito, nel tentativo di proteggere le mucche dalla tubercolosi bovina. Stando ai dati ufficiali, sono stati colpiti 19.274 esemplari, quasi il doppio rispetto a quelli dell'anno scorso, a causa dell'estensione delle aree interessate dalla misura, che sono salite a 19. Secondo i numeri forniti dal dipartimento dell'Ambiente, sono stati eliminati più tassi tra il settembre e l'ottobre scorso che nei precedenti 4 anni. Dal 2013, anno di inizio del programma di uccisioni, ad oggi, infatti, sono 34.103 gli esemplari colpiti in totale.
"La nostra strategia complessiva per eliminare la tubercolosi bovina sta dando risultati", ha detto il ministro dell'ambiente George Eustice, secondo quanto riportato dalla stampa britannica. Tra le misure messe in atto, "stiamo anche affrontando la malattia nella fauna selvatica, ed è incoraggiante vedere che le prime ricerche mostrano che il controllo del tasso ha i risultati attesi nel ridurre i livelli di tubercolosi". Non sono dello stesso avviso alcune organizzazioni animaliste, secondo cui le uccisioni dei tassi - una specie protetta - sono disumane e inefficaci.
Per Claire Bass, direttore esecutivo della Humane Society International, i dati "scioccanti" rilasciati dal governo "descrivono un massacro crudele, insanguinato e inutile di decine di migliaia di tassi. Ed è probabile che migliaia di esemplari abbiano sofferto per colpi d'arma da fuoco inferti male". Secondo Adam Grogan, a capo della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, "le prove scientifiche dimostrano che i tassi evitano il bestiame laddove possibile e indicano che il ruolo che svolgono nella diffusione della tubercolosi bovina è ampiamente sovrastimato".
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