Il presidente Trump ha oggi annunciato la sua intenzione di voler ritirare gli Stati Uniti dallo storico Accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Questo annuncio costituisce una chiamata all'azione per i governi nazionali e locali, le imprese e le persone in tutto il mondo a raddoppiare i propri impegni per far fronte al cambiamento climatico. Lo storico Accordo di Parigi, approvato nel dicembre 2015, impegna quasi 200 paesi a compiere ogni sforzo possibile per limitare a 1,5°C l'aumento della temperatura globale per scongiurare alcuni degli impatti peggiori di un pianeta che si riscalda.
In risposta all’annuncio si stasera, Manuel-Pulgar Vidal, il leader mondiale WWF per Clima ed Energia, ha dichiarato: “L’Accordo di Parigi è la risposta collettiva mondiale per affrontare il cambiamento climatico. Ma il potere di trasformazione dell'Accordo di Parigi è negli obiettivi che attiva, e le nazioni sono reciprocamente responsabili degli impegni assunti. Una corsa verso il basso quando si tratta dei nostri sforzi per ridurre l'inquinamento da carbonio non procura benefici a nessuno, perché il cambiamento climatico colpisce tutti. Città, stati, aziende e comunità, negli Stati Uniti e in tutto il mondo, sostengono l'azione sul clima e stanno già contribuendo, partendo dal basso, alla creazione di economie a basse emissioni di carbone. Fortunatamente l'Accordo di Parigi è più grande di qualsiasi nazione o governo. Possiamo ancora arrivare a realizzare l’obiettivo di Parigi, ma non c’è tempo da perdere. I Paesi in tutto il mondo hanno ora l'opportunità di sfruttare questo potenziale, di investire in energie rinnovabili che eliminano l'inquinamento nocivo da carbonio e di costruire economie più resilienti, eque e prospere”.
Carter Roberts, presidente e CEO di World Wildlife Fund-US ha dichiarato: “L'Accordo di Parigi si è realizzato quando le nazioni hanno accantonato la politica per lavorare tutte insieme per invertire la rotta nei confronti di questa minaccia al nostro modo di vivere. Gli Stati Uniti sono stati fra i promotori. Onorare i nostri impegni e mantenere le promesse sono state le caratteristiche distintive della politica statunitense sia nazionale che internazionale. Le leggi e i regolamenti ambientali statunitensi sono stati dei modelli per tali politiche in tutto il mondo. L'Accordo di Parigi fa più che legare le nazioni attorno a una visione comune. Crea un progetto per la cooperazione, per la stabilità politica e la creazione di posti di lavoro. La nostra fiorente economia nazionale per un’energia pulita impiega oltre 3,3 milioni di americani - più di tutti i posti di lavoro nell'industria dei combustibili fossili insieme. I protagonisti della vera economia americana comprendono che non dobbiamo scegliere tra prosperità economica e un futuro più sicuro per le nostre famiglie e comunità. Dalle grandi catene di distribuzione come Walmart alle imprese del settore elettrico come Pacific Gas & Electric alle società di tecnologia come Google e Apple, le aziende americane sono state ferme nel loro supporto all’Accordo di Parigi. Compagnie petrolifere, del gas e del carbone come Royal Dutch Shell, BP, ExxonMobil e Peabody Coal hanno sostenuto l'adesione all'Accordo di Parigi, rendendo così ancora più contraddittorio l’annuncio odierno. In un mondo reso più sicuro dagli accordi tra le nazioni, esortiamo l'amministrazione di Trump a rivedere la sua posizione e rimanere al fianco delle imprese americane, i sindaci e i governatori che sostengono l'Accordo di Parigi. Questo dà priorità all’occupazione ed alla stabilità a lungo termine di cui l'America ha bisogno”.
La presidente del WWF Italia Donatella Bianchi ha dichiarato: “Già domani dal vertice tra Cina e Unione Europea nel quale si affronterà anche la questione del cambiamento climatico ci aspettiamo una posizione molto forte e determinata e invitiamo il premier Gentiloni ad andare avanti sulle posizioni che hanno caratterizzato l’Italia al vertice di Taormina. L’accordo di Parigi è un bene comune mondiale per rispondere ad una emergenza planetaria che riguarda la vita di tutti noi. Andare avanti con l’Accordo di Parigi, accelerando la sua attuazione non solo è nell’interesse del clima, e quindi di tutti noi, ma anche delle economie: i dati Eurostat di aprile dimostrano che l’economia verde ha un andamento anticiclico, tanto che in un’epoca di sofferenza in termini di occupazione, i posti di lavoro verdi sono aumentati del 49%. A livello mondiale, lo scorso anno le energie rinnovabili davano lavoro a quasi 10 milioni di persone 1,1 per cento in più rispetto all’anno prima (2015). Solo il solare fornisce già 3,09 milioni posti di lavoro. Dal 2012, mentre con il rallentamento della crescita si perdevano posti di lavoro, il solare e l’eolico hanno raddoppiato gli occupati”. http://www.wwf.it/news/notizie/?30900
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