IL CASO
Palermo 1982
Il procuratore generale
Roberto Scarpinato
racconta all’Antimafia
le accuse al piduista
andreottiano per
l’omicidio del prefetto
I VERBALI DEL MAFIOSO COLLABORANTE © RIPRODUZIONE RISERVATA
È stato il medico pentito
Pennino a svelare le presunte
responsabilità dell’es p o ne nte
Dc nell’agguato di 35 anni fa
LA SENTENZA CONTRO GLI ESECUTORI
I giudici scrissero di “amp i e
zone d’o m b ra” e di “interessi ,
al l’interno delle istituzioni,
al l’eliminazione del generale” Sappiamo di progetti
di attentati contro
magistrati, orditi da
Messina Denaro, ma
riconducibili a entità
superiori alla mafia
GIANNI BARBACETTO
E STEFANIA LIMITI
arla lentamente, il procuratore
generale di Palermo, Roberto
Scarpinato, davanti ai
parlamentari della Commissione
antimafia. È stato chiamato
in audizione, come altri
“e s p e rt i ”, per raccontare i
rapporti tra mafia e massoneria.
Una storia lunga e complessa
di due poteri che si sono,
di volta in volta, fronteggiati,
confrontati, alleati. E intrecciati
con il potere politico.
A un certo punto della sua audizione,
parlando dell’o m i c idio
del prefetto di Palermo
Carlo Alberto dalla Chiesa, il
procuratore generale scandisce
le parole: “L’ordine di eliminare
Dalla Chiesa arrivò a
Palermo da Roma. Da
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