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domenica 29 gennaio 2017
Rigopiano, le indagini puntano sulla Provincia: morti per la turbina LA SVOLTA Il punto Il mezzo spalaneve dedicato alla sp8 rotto dal 6 gennaio, il presidente Di Marco sarà ascoltato dai pm: probabile l’iscrizione nel registro degli indagati
RIFERIRÀ
AI MAGISTRATI
Nei prossimi giorni il presidente
della Provincia Antonio Di Marco
sarà ascoltato dai pm che indagano
per omicidio plurimo e
disastro colposo, in questo momento
ancora contro ignoti. La
posizione del presidente, tuttavia,
adesso è la più delicata per
via del mezzo turbina rotto dal
6 gennaio e non sostituito.
GUASTO
DAL 6 GENNAIO
Il mezzo turbina è dal 6 gennaio
in officina: il costo per la riparazione
è di 20 mila euro. Di Marco
ha riferito al Fatto il 22 gennaio,
di non esser stato a conoscenza
del guasto: “Di queste
cose si occupano i tecnici”. Sarà
sentito anche il funzionario del
settore viabilità provinciale
D’Incecco. GIAMPIERO CALAPÀ
inviato a Pescara
“Non si può morire
di turbina”,
questa è la rabbia
di don Tiziano
Napoleoni, ieri ai funerali
di Marco Vagnarelli, 44
anni, e di Paola Tomassini, 46
anni, a Castignano, in provincia
di Ascoli Piceno. E proprio
al mezzo spalaneve della
Provincia di Pescara puntano
le indagini dei carabinieri
forestali e del nucleo operativo
della città abruzzese per
arrivare alla prima svolta: i 29
morti sotto la valanga del
Gran Sasso e le macerie
dell’albergo Rigopiano avrebbero
potuto essere salvati
soltanto se la strada provinciale
8 da Farindola
all’hotel non fosse stata sepolta
da metri di neve. Quindi,
soltanto se la turbina di
proprietà della stessa Provincia
di Pescara assegnata a
quel tratto fosse stata in servizio
e non in officina per il
cambio rotto già dal 6 gennaio.
A QUESTO RIGUARDO saran -
no importantissime le dichiarazioni
che il presidente della
Provincia, Antonio Di Marco,
e il responsabile del settore
viabilità, Paolo D’Incecco, rilasceranno
nei prossimi giorni,
quando saranno sentiti dai
carabinieri forestali e dal procuratore
aggiunto Cristina
Tedeschini. A Di Marco sarà
chiesto di confermare quanto
dichiarato a proposito della
turbina guasta al Fatto sull’edizione
del 22 gennaio: “Non
lo so, non mi risultava (che
fosse rotta, n d r), ma queste
sono cose di cui si occupano i
tecnici. Se dicono così (che la
turbina si trova in officina dal
6 gennaio, ndr) allora sarà così,
io appena entrati nell’emergenza
ho chiesto a tutti
gli altri enti preposti, dalla
Regione Abruzzo alla Presidenza
del Consiglio, l’indivi -
duazione e l’invio di altre turbine”.
D’Incecco confermerà
o meno l’affermazione di Di
Marco? La massima autorità
politica dell’ente non era a conoscenza
del fatto che fosse
rotta proprio la turbina dedicata
a quella che, per la stessa
Provincia, era una delle due
strade più a rischio (secondo
il comunicato pubblicato sul
sito istituzionale dal presidente
il 6 gennaio)? Dalla valutazione
che i pm faranno
delle risposte dipenderà l’eventuale,
a questo punto probabile,
iscrizione nel registro
degli indagati del funzionario
e dello stesso presidente.
Sempre nel comunicato pubblicato
sul sito della Provincia
il 6 gennaio Di Marco afferma
di avere quattro turbine
a disposizione. Ai carabinieri
forestali, documenti alla
mano, ne risultano tre: a parte
l’Unimog per Rigopiano,
guasto proprio dal 6, un mezzo
uguale in servizio a Lettomanopello
e una più potente
fresia piazzata a Roccacaramanico.
Il settore viabilità ha
chiesto dei preventivi al meccanico
incaricato che ha subito
spiegato: “Ci vorranno
tempo per i pezzi di ricambio
e il costo si aggira attorno ai
20 mila euro”. Troppo per la
Provincia – nonostante i 120
mila euro del “fondo piano
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