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sabato 27 agosto 2016
terremoto RIETI Al pronto soccorso ritmo serrato dall’alba fino a tarda sera A l l’ospedale sommersi e salvati “Vi prego, ditemi che sono vivi
» ANDREA PALLADINO Rieti L’aria è assente. I capelli – bruni – divenuti grigi di polvere. Avrà meno di dieci anni, un cerotto troppo grande sul mento, un pigiama che rende ancora più esile il corpicino. Si gira attorno come perduto. Ma è vivo. Davanti al pronto soccorso dell’Ospedale civile diRieti l’immagine del bambino uscito illeso dalle macerie dà speranza a chi arriva. È il termine del viaggio più difficile, per capire che finehanno fatto genitori, figli, fratelli. Si aspetta il proprioturno, stringendole mani, cercando una calma impossibile. C’è una lista sfogliata da un’infermiera che decide il destino. Ci sono i salvati,inomi dichièuscito
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