Ci vorrà quasi un secolo per il ripopolamento degli elefanti africani delle foreste vittime di un intenso bracconaggio per il commercio illegale di avorio a partire dal 2002. Le femmine avranno bisogno di più di vent'anni per cominciare a riprodursi considerando che partoriscono ogni cinque o sei anni un solo esemplare alla volta, dai 23 anni di età. Lo rileva il primo studio sulla demografia dell'elefante delle foreste pubblicato nel Journal of Applied Ecology.
In Africa ci sono due specie di elefanti: quelli della savana sono la maggioranza, mentre molti di meno sono i più piccoli elefanti che si trovano nelle foreste tropicali: secondo una stima della Wildlife Conservation Society (Wcs) il calo della popolazione di questi ultimi sarebbe stato del 65% tra il 2002 e il 2013. Per un recupero, visto il basso tasso di natalità, ci vorranno almeno 90 anni, secondo i ricercatori del Wcs, del Cornell Lab of Ornithology's Elephant Listening Project, della Colorado State University, e di Save the Elephants. Per arrivare a queste conclusioni il team di ricercatori ha utilizzato decenni di dati emersi da un monitoraggio intensivo delle nascite e delle morti degli elefanti nel Dzanga Bai (villaggio degli elefanti) una riserva patrimonio dell'umanità dell'Unesco nella Repubblica Centrafricana.
Gli autori dello studio ritengono che il basso tasso di natalità sia dovuto alle difficoltà di vivere in una foresta tropicale, dove la crescita di nuove piante è per lo più limitata alla parte alta, quindi difficilmente accessibile a questo tipo di fauna terrestre. Gli elefanti della foresta hanno anche un ruolo ecologico importante visto che molte specie arboree si basano su questi animali per disperdere i loro semi.
Non proteggere questi animali potrebbe anche mettere a rischio le foreste del Centrafrica importanti per l'assorbimento di gas a effetto serra.
I risultati di questo studio sono molto importanti affinchè ci sia una pressione per la chiusura del mercato nazionale di avorio, tema di cui si parlerà al congresso dell'Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura) da domani al 10 settembre alle Hawaii e nella Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, che si riunisce a Johannesburg a fine settembre.
In Africa ci sono due specie di elefanti: quelli della savana sono la maggioranza, mentre molti di meno sono i più piccoli elefanti che si trovano nelle foreste tropicali: secondo una stima della Wildlife Conservation Society (Wcs) il calo della popolazione di questi ultimi sarebbe stato del 65% tra il 2002 e il 2013. Per un recupero, visto il basso tasso di natalità, ci vorranno almeno 90 anni, secondo i ricercatori del Wcs, del Cornell Lab of Ornithology's Elephant Listening Project, della Colorado State University, e di Save the Elephants. Per arrivare a queste conclusioni il team di ricercatori ha utilizzato decenni di dati emersi da un monitoraggio intensivo delle nascite e delle morti degli elefanti nel Dzanga Bai (villaggio degli elefanti) una riserva patrimonio dell'umanità dell'Unesco nella Repubblica Centrafricana.
Gli autori dello studio ritengono che il basso tasso di natalità sia dovuto alle difficoltà di vivere in una foresta tropicale, dove la crescita di nuove piante è per lo più limitata alla parte alta, quindi difficilmente accessibile a questo tipo di fauna terrestre. Gli elefanti della foresta hanno anche un ruolo ecologico importante visto che molte specie arboree si basano su questi animali per disperdere i loro semi.
Non proteggere questi animali potrebbe anche mettere a rischio le foreste del Centrafrica importanti per l'assorbimento di gas a effetto serra.
I risultati di questo studio sono molto importanti affinchè ci sia una pressione per la chiusura del mercato nazionale di avorio, tema di cui si parlerà al congresso dell'Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura) da domani al 10 settembre alle Hawaii e nella Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, che si riunisce a Johannesburg a fine settembre.
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