Caro Direttore, anche se più volte abbiamo parlato e scritto dell'emergenza rifiuti a Roma, e Il Tempo l'ha ben rappresentato, consentimi oggi una sintesi di poche parole semplici e chiare alla luce di quel che sta accadendo. Le cause della situazione devastante in cui versa Roma le sappiamo tutti: mancano alcuni impianti e una discarica di servizio. Colari (per chi non lo sapesse, è la mia storica società) nell'ottobre del 2009, ovvero ben 5 anni prima dell’esaurimento delle volumetrie della discarica dei romani a Malagrotta, ha individuato dei siti e presentato alla Regione istanze per la realizzazione di una discarica di servizio alternativa secondo quanto previsto da un’apposita legge regionale (la numero 27 del 9 luglio 1998) e confermato la disponibilità di co-gestire insieme ad Ama SpA, con un soggetto giuridico ad hoc, tutta l'operazione.Si poteva evitare quel che oggi si vede nelle strade ma nulla è accaduto. Nel 2008 il Coema (Consorzio tra Acea, Ama e Pontina Ambiente) ha aperto il cantiere del Gassificatore di Albano, che era destinato a trasformare in energia elettrica il combustibile prodotto dagli impianti Tmb dell’Ama e di Albano. Esso ancora oggi è fermo. Il Gassificatore di Malagrotta, destinato a trasformare in energia elettrica il Cdr prodotto dai due Tmb di Malagrotta, dopo la realizzazione e la gestione della prima linea sperimentale e dimostrativa (2010) è anch’esso fermo in attesa di decisioni regionali. Il tutto è stato realizzato in esecuzione del Piano regionale dei rifiuti. Nell’aprile del 2013, sotto la spinta della procedura di infrazione aperta il 16 giugno del 2011 dalla Commissione Europea a carico dell’Italia (la 4021 del 2011) che prescriveva che tutti i rifiuti dovessero essere trattati e si inviassero in discarica i soli residui di lavorazione, il Colari ha realizzato a tempo di record la Stazione di Ricevimento e Tritovagliatura di Rocca Cencia, contermine all’impianto dell’Ama, che ha trattato fino a 1000 ton/giorno di rifiuti salvando Roma dall’emergenza e scongiurando le sanzioni comunitarie (un milione di euro al giorno). Questo impianto è da mesi inutilizzato. A causa delle note vicende che ci hanno visti coinvolti, per toglierci d’impaccio, abbiamo ceduto l’impianto con un contratto di affitto di ramo d’azienda, alla Porcarelli Gino & Co, società romana del settore, la quale, per quanto ne sappiamo, ha da mesi offerto i propri servizi ad Ama. Tutti i prodotti derivati dalle lavorazioni dei 4 Tmb di Roma (migliaia di tonnellate tra Cdr, Fos e residui) sono stati e sono trasferiti ad impianti finali in Italia e all’estero, con rilevanti costi economici ed ambientali per la collettività. Da ultimo il Colari il 2 luglio scorso ha scritto una lettera a destra e a manca suggerendo nell’immediato gli interventi per risolvere al meglio le gravi difficoltà in cui versa la città e restituirle il decoro di una metropoli occidentale in attesa che vengano realizzati gli impianti necessari a rendere la città autosufficiente. Per finire ti informo che con il prossimo settembre sono 70 anni che a vario titolo sono partecipe del trattamento dei rifiuti della città e, a questo punto, dopo quello che è accaduto e sta accadendo, sono arrivato nella determinazione di non assumere altre iniziative sui rifiuti di Roma nella speranza che questo serva a trovare una soluzione per rendere la città di nuovo linda. È tutto.
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