martedì 24 maggio 2016

Il declino degli anfibi nel mondo prosegue senza sosta Studio Usa, servono azioni locali per contenere le perdite

ROMA - Il declino globale degli anfibi prosegue in modo continuo, senza sosta e su vasta scala. Lo conferma un nuovo studio americano secondo il quale urgono azioni mirate e locali che possano invertire questa pericolosa tendenza e contenere le perdite. Diverse infatti sono le cause di questo declino, dal fungo "killer" che uccide gli anfibi con la chitridiomicosi all'uso dei pesticidi, ma anche le attività umane e i cambiamenti climatici.

"L'adozione di piani di conservazione a livello locale sarà la chiave per fermare le perdite nelle popolazioni di anfibi, visto che gli sforzi globali per ridurne le minacce sono stati inconcludenti", spiega Evan Grant, ricercatore della Us Geological Survey che ha guidato lo studio pubblicato su Scientific Reports.

Concentrandosi sugli Stati Uniti, i ricercatori sottolineano che il declino degli anfibi è generalizzato e continuo - a partire dagli anni '60 - mentre i fattori che lo provocano differiscono in modo significativo da regione a regione. Sul tratto orientale del Mississippi, ad esempio, a minacciare gli anfibi è la presenza umana con lo sviluppo urbano e agricolo; nell'Upper Midwest e nel New England rane e rospi sono colpiti dalla malattia mortale causata dal fungo chitride; nell'area del fiume Colorado i pesticidi sono il principale problema; mentre sulla West Coast e negli Usa meridionali sul banco degli imputati ci sono i cambiamenti climatici.
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