NELLA REGIONE DELLO CHAMPAGNE
I fusti vengono calati in celle
di cemento che devono
durare 300 anni, quando
i materiali saranno innocui
LA SCHEDA
I quattro strati
In Italia i rifiuti radioattivi a
bassa e media attività,
condizionati con matrice
cementizia (prima barriera)
verranno trasportati al
deposito nazionale in
contenitori metallici, i
“m a n u fa t t i ”. Saranno poi
inseriti e cementati in moduli
(seconda barriera) di
calcestruzzo speciale,
progettati per resistere almeno
300 anni. Questi saranno a
loro volta inseriti in celle (terza
barriera) di cemento armato,
sempre per 300 anni. Una
volta riempite, le celle verranno
sigillate e rivestite con una
collina artificiale (quarta
barriera) in grado di prevenire
l'infiltrazione dell'acqua.
La scheda
n SOGIN
La Sogin è a
capitale
i n te ra m e n te
pubblico, si
occupa dello
s m a n te l l a -
mento delle
ce n t ra l i
nucleari
co s t r u i te
prima del
re fe re n d u m
del 1987 della
gestione delle
s co r i e
ra d i o a t t i ve
prodotte da
attività come
la ricerca o la
diagnostica
medica. Le
sue risorse
(ha un
fatturato nel
2014 di 200
milioni di
e u ro)
derivano in
larga misura
da una parte
della tariffa
elettrica
(co m p o n e n te
A2) nelle
n o s t re
b o l l e t te
Il sito
dell’AubeI fusti “condizionati” di
rifiuti che poi
vengono collocati
all’inter -
no delle celle
di cemento armato
nel sito
gestito da Andra
in Francia
STEFANO FELTRI
inviato a Soulaines-Dhuys (Francia) Ci sono argomenti che Matteo
Renzi ha molta fretta di affrontare,
altri che invece rimanda
il più possibile. Come
la costruzione del deposito
nazionale unico per i rifiuti
nucleari, imposto da anni dall'Ue
per mettere in sicurezza
le scorie oggi sparse nel Paese.
Nell'estate 2014 era tutto
pronto, la società pubblica Sogin
che gestisce lo smantellamento
delle centrali e i rifiuti
aveva già annunciato una procedura
inedita di dibattito
pubblico, per coinvolgere territori
e cittadini nella scelta
del luogo. Ma il governo Renzi
ha fermato tutto. Un anno e
mezzo dopo la paralisi è completa:
il ministero dell'Ambiente
e quello dello Sviluppo
custodiscono un documento
segreto con i criteri per identificare
i posti candidati a ospitare
il deposito mentre la
Sogin è di fatto paralizzata.
Sotto accusa – anche dal Parlamento
–per non aver rispettato
i piani industriali e quindi
aver sprecato risorse, l'amministratore
delegato Riccardo
Casale ha presentato al Tesoro
le sue dimissioni a ottobre.
Casale non è ancora stato sostituito,
parte delle sue deleghe
le ha il presidente Giuseppe
Zollino, ma nessuno può
davvero prendere decisioni operative.
La scelta del nuovo
vertice arriverà a giugno,
quando scade l'attuale, dopo
le elezioni amministrative. E
del deposito è difficile si parli
prima del referendum costituzionale
d’autunno, Renzi
teme rivolte preventive.
N E L L ' AT T E SA – lunga – la Sogin
cerca di preparare il clima,
spiegando che il deposito non
è così terribile come può sembrare.
Nei giorni scorsi ha portato
un gruppo di medici e di
giornalisti – il Fatto c'era – a
visitare il deposito di scorie radioattive
in Francia a Soulaines-Dhuys,
nella regione dell'Aube,
un paio d'ore di auto da
Parigi. Per farsi un'idea di come
sarà il deposito italiano.
Esistono due tipi di depositi:
per i rifiuti che decadono al
massimo in 300 anni e per quelli
che hanno bisogno di centinaia
di migliaia di anni prima di
diventare innocui. I primi si ge
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