“DUE GIORNI FA il Presidente Renzi in
visita in Emilia Romagna ha dichiarato
che il Referendum No Triv metterebbe a rischio
migliaia di posti di lavoro negli stabilimenti dove
già sono in corso estrazioni da giacimenti di
gas o petrolio off-shore. Il Referendum No Triv,
al contrario, riguarda nuove trivellazioni in mare,
non mette né potrebbe mettere in discussione
i cantieri “p e t ro l i fe r i ” in corso e, quindi,
non incide negativamente sull'occupazione
nel settore”: a far sentire la propria voce è il
coordinamento di comitati che nell’ultimo anno
ha promosso la lotta contro le trivellazioni e
il referendum giudicato ammissibile dalla consulta.
“Le raffinerie soffrono per il calo della domanda
e per investimenti sbagliati - spiega Enrico
Gagliano, esperto di politiche energetiche
del Coordinamento - dal 2010 al 2013 sono
uscite dal settore 3mila persone. Cosa c'entra
il referendum No Triv?". Gagliano indica poi la
strada: “Se proprio tiene al lavoro degli italiani,
il Premier anziché incentivare le fonti fossili, investa
massicciamente sull'efficienza energetica
che, secondo Enel, è in grado di far crescere
il PIL del 2%, l’occupazione fino al 2% e di generare
un risparmio compreso tra 50 e 72 milioni
di tonnellate di CO2 al 2020".
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