giovedì 26 novembre 2015

In Europa solo 1/3 dei Raee è gestito da filiera corretta Studio, 6,2 mln di tonnellate riciclate illegalmente

In Europa solo 1/3 dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) è gestito in modo corretto: nel 2012, il 35% dei RAEE dismessi da aziende o da privati sono stati gestiti dai sistemi ufficiali di raccolta e riciclo: 3,3 milioni di tonnellate contro i 9,5 milioni totali. Il restante 65% (6,2 mln di tonnellate) risulta esportato, riciclato in modo ambientalmente non corretto, o gettato nell'indifferenziata. E' quanto emerge dalla ricerca finanziata dalla Comunità Europea "Countering WEEE Illegal Trade" (CWIT), presentata a Roma da Pascal Leroy, segretario generale del WEEE Forum, durante un workshop dei Consorzi Ecodom e Remedia. 

Lo studio ha stimato che oltre 750.000 tonnellate di RAEE finiscono nell'indifferenziata e 1,3 milioni sono spedite fuori dall'Europa senza adeguati documenti: circa il 30% (400.000 tonnellate) sono rifiuti, il 70% sono funzionanti. Inoltre una quantità 10 volte superiore a quella dei RAEE esportati (4,7 mln di tonnellate) è gestita in modo scorretto o commercializzata illegalmente in Europa. La sottrazione dai RAEE di componenti con un rilevante valore economico si traduce in una perdita per l'industria legale del riciclo, tra gli 800 e 1.700 milioni di euro annui. A questo si aggiunge così un enorme danno per l'ambiente: oltre 84.000 tonnellate di compressori di frigoriferi vengono rubate, per emissioni di CO2 pari a 5 mln di auto in circolazione all'anno. 

Secondo la United Nations University infatti, nei 41,8 mln di tonnellate buttati ogni anno nel mondo ci sono sostanze tossiche come piombo (2,2 milioni di tonnellate), batterie (t 300.000), mercurio, cadmio, cromo e gas ozono-lesivi (t 4.400), che potrebbero comportare danni per la salute. "I RAEE - spiega Leroy - che ogni anno, in Europa, sono gestiti non correttamente hanno un peso pari ad un muro di mattoni alto 10 metri che va da Oslo fino in fondo all'Italia". Cwit ha poi evidenziato le attività criminali legate trattamento e il collegamento tra reati ambientali e finanziari: frode, evasione fiscale e riciclaggio. Per ridurre il commercio illegale, si propone un "Operational Intelligence Management System" che aumenti la conoscenza sui crimini e una "National Environmental Security Task Force" per l'applicazione di leggi a livello nazionale e internazionale. Tra le altre iniziative suggerisce il divieto su scala europea dell'impiego dei contanti nelle transazioni relative al commercio di rottami metallici e infine il maggior coinvolgimento dei consumatori.
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