http://dorsogna.blogspot.it/2013/01/bp-trivellare-la-casa-delle-balene.html
perche' ritenute pericolose dalla National Offshore Petroleum Safety and Environmental Management Authority (NOPSEMA) d'Australia. La BP voleva qui trivellare quattro pozzi di petrolio, dentro una zona marina protetta.
Dicono che ci riproveranno, ma per ora.. adios!
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Mi ci vorra' un po di tempo per fare ordine mentale nella questione Rospo Mare - petrolio - erba - interferenza stampa e potere - politici molli. Per ora solo questo voglio dire:
Se anche fosse vero che si trattava di erba e non di petrolio (personalmente non ci credo) e' accettabile che la Edison, la capitaneria di porto di Pescara, le autorita' coinvolte per ben due giorni non sappiano distingure l'una dall'altra? E vista la tale ignoranza anche solo nel distinguere ceci e fave da parte dell'industria petrolifera nostrana, e' una mossa intelligente lasciarli trivellare la costiera d'Abruzzo, Adriatica, d'Italia?
Appena riesco a fare chiarezza mentale torniamo su questo tema.
Per adesso una storia che accade dall'altro lato del pianeta e che ha per protagonista la BP, la stessa dello scoppio del golfo del Messico. Non contenti di tutto il disastro che hanno combinato, adesso vengono fuori con una nuova, brillante idea: trivelliamo la riserva delle balene.
Le foto parlano chiaro, e credo che non ci sia bisogno di altri commenti.
Vogliono infatti costruire 4 pozzi esplorativi, dopo che le ispezioni sismiche hanno confermato il "potenziale" petrolifero dei mari nella zona detta Roaring Forties. Sono circa 12,000 chilometri quadrati di mare a circa 300 chilometri da riva, con profondita' che varia dai 300 metri ai cinque chilometri.
Dicono che hanno avuto "ampie consultazioni" con il governo centrale e locale, con gli ambientalisti, con le associazioni non governative, con i pescatori. Dicono che hanno fatto tutto quello che dovevano fare per evitare effetti negativi sulle balene, sui tonni e sul Great Australian Bight Marine Park, appunto la barriera vicino ad Adelaide.
Hanno pure scomodato Ernst and Young per avere un certificato di "final assurance" - una sorta di rassicurazione finale, della serie, state tranquilli, non succede niente.
La cosa bella e' che lo stesso governo d'Australia che gli ha dato i permessi diceva che:
The Bight includes a designated marine park, supporting some of the highest levels of marine diversity anywhere in Australia much of which is found nowhere else in the world.
Come sempre, la scusa e' che il tutto e' nell'interesse nazionale, per la sicurezza energetica e tutto sara' fatto - magicamente - in rispetto dell'ambiente.
Che dire. Non e' piu sacro niente - in quella zona ci sono delle specie protette, ci sono zone di protezione marina per l'accoppiamento delle balene, ci sono colonie di squali bianchi, c'e' una zona di protezione dei fondali bentonitici. I mari sono piu' profondi che quelli del golfo del Messico. E poi e' ironico che a trivellare sia la BP - con tutta la loro storia di errori, di trascuratezza per sicurezza ed ambiente, con tutte le loro bugie.
Si vede che il disastro Montara non gli ha insegnato niente.







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