Gli alberi monumentali d'Italia, patrimonio paesaggistico e ambientale di grande pregio, aspettano da più di 30 anni un censimento nazionale. Dal 2013 una legge dello Stato ne ha stabilito tutela e valorizzazione omogenea, prevedendo anche una sanzione da 5mila a 100mila euro se vengono abbattuti o ne viene modificata la chioma e le radici (salvo per casi motivati e improcrastinabili), e l'obbligo di censirli entro un anno. Ma ad oggi, "si stima che solo il 15% su un totale di oltre 8mila comuni abbia adempiuto al proprio compito". Lo riferisce in una conversazione con l'ANSA la responsabile del monitoraggio ambientale del Corpo forestale dello stato, Angela Farina, aggiungendo che, tuttavia, "non è insperabile che entro il 31 dicembre prossimo potremo approntare il primo elenco". La legge del 2013 "era utopistica perchè non ha fatto i conti con la realtà - aggiunge Farina - e cioè che i comuni avrebbero avuto difficoltà, per mancanza di personale o per tanti altri impegni amministrativi rilevanti". Così un decreto attuativo interministeriale del 2014 è intervenuto 'in aiuto' prevedendo il supporto dei comandi regionali della Forestale, sulla base di accordi operativi con le regioni a statuto ordinario (quelli a statuto speciale provvedono con la propria forestale). "La metà delle regioni ha stretto accordi con la Forestale e tutti stanno lavorando per rispettare la scadenza del 15 dicembre per la consegna dei propri elenchi" assicura Farina, così entro fine 2015 si potrà avere il primo censimento, che comunque "sarà aggiornato ogni anno". Il primo e unico censimento nazionale risale al 1982 e fu stilato dalla Forestale che indicò 1.255 alberi di "grande interesse" e 150 di "eccezionale valore storico o monumentale".
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