L’ANNUNCIO E L’INTERPELLANZA DEL PD - Di fatto in Croazia già da tempo le compagnie petrolifere rinunciano ai permessi per la mancata convenienza economica delle estrazioni. Non solo. Metà della popolazione è contraria alle perforazioni, mentre la Slovenia le ha già vietate. Le prime reazioni alle dichiarazioni di Zelalic non si sono fatte attendere. Un’interpellanza alla Camera è stata presentata da una trentinadi deputati del Partito democratico: si chiede la revisione dell’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’, che accentra dai territori aRoma il potere di rilasciare le autorizzazioni per le nuove attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Primo firmatario èAlessandro Bratti, presidente della commissione Ecomafie. LO STOP DI OBAMA IN ALASKA - Nelle scorse settimane anche il presidente degli Stati Uniti Obama ha imposto lo stop alle trivelle in Alaska per almeno un anno e mezzo. L’annuncio, però, è arrivato in seguito al maxi-flop della Royal Dutch Shell, che dopo aver speso 7 miliardi di dollari per le trivellazioni offshore nella mare dei Chukchi ha poi deciso di annullare i progetti. Motivo? A 2.100 metri di profondità non sono stati trovati gas e petrolio sufficienti per permettere uno sfruttamento economicamente vantaggioso per il pozzo. Era il primo ‘esplorativo’ autorizzato nel Mar dei Chukchi negli ultimi 24 anni. A fermare le trivelle non erano bastate le proteste di associazioni ambientaliste e popolazioni indigene preoccupate sia dell’incremento dei gas serra, sia delle conseguenze di un ipotetico sversamento di petrolio sugli animali che popolano l’Artico. Ma dopo il flop dei progetti, il governo ha optato per un dietrofront, revocando due autorizzazioni concesse a Shell eStatoil. Di fatto ora c’è lo stop. Per almeno un anno e mezzo. Poi toccherà al nuovo presidente prendere una decisione definitiva (negli States si vota a inizio novembre 2016).
LA BATTAGLIA DELLE REGIONI - Cosa accade, invece, in Italia? In attesa del referendum contro le trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa e sul territorio proposto da 10 Regioni (che chiedono l’abolizione di parte dell’articolo 38 della legge ‘Sblocca Italia’ e dell’articolo 38 dell’ultimo Decreto Sviluppo) ciascun territorio porta avanti la propria battaglia. Il turismo è una risorsa importante anche sulla sponda italiana dell’Adriatico, eppure sul tavolo del Governo c’è ancora il caso “Ombrina mare”, il progetto petrolifero di Rockhopper a pochi chilometri dalla costa abruzzese, per discutere del quale il governo ha convocato unaConferenza dei servizi per il 9 novembre. Nel frattempo ilconsiglio regionale abruzzese ha approvato una legge che estende ai progetti già avviati il limite delle 12 miglia introdotto nel 2012, entro il quale le attività di ricerca sono vietate. La Shell, poi, ha già ottenuto la concessione per due nuove trivellazioni a largo della Puglia e nello Ionio. E solo pochi giorni fa la Rockhopper ha vinto il ricorso al Tar della Basilicata, contro la decisione dellaRegione di fermare il progetto di ricerca di idrocarburi ‘Masseria La Rocca’. di Luisiana Gaita | 29 ottobre 2015 http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/29/trivellazioni-in-adriatico-da-croazia-stop-temporaneo-meglio-puntare-sul-turismo-pd-rivedere-sblocca-italia/2171635/
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