venerdì 30 ottobre 2015

Appello contro il progetto-mostroSperlonga

Dove non è arrivata la lungimiranza degli enti locali forse potrà arrivare l’appello del mondo della cultura per salvare l’area archeologica attorno all’antro dell’imperatore Tiberio. A parlare ieri per primo del «rischio di un altro sfregio al volto paesaggistico e archeologico di Sperlonga» ad opera della società Albasete è stato Tommaso La Rocca, sperlongano doc e docente presso l’Università di Ferrara. Il progetto che ha scombussolato l’ambiente in queste ore prevede l’insediamento di un centro sportivo ma la conferenza di servizi si svolge attraverso il Suap, ossia lo sportello dedicato alle nuove attività produttive e già questa è un’anomalia.
Campi da tennis
ed elisuperfice a due passi dal museo che custodisce i resti della villa romana.
Il remake di 40 anni fa.
Ma il vero timore riguarda il futuro dell’area archeologica. Anche perché la proposta di modifica dell’attuale assetto urbanistico arriva «proprio nel momento in cui il Ministero della Cultura e del Turismo ha approvato il progetto ‘Via Appia Regina Viarum’ con l’integrazione anche della via Flacca, di grande portata ambientale e storico-archeologica». Così scrive Tommaso la Rocca che invita tutti gli amanti del borgo di Sperlonga, il mondo della cultura e gli ambientalisti ad aderire al manifesto per la salvaguardia della valle di Tiberio, che già nel 1975, esattamente 40 anni fa, era entrata nelle mire di un progetto speculativo. Che fu sventato con l’introduzione nella regione Lazio della prima norma di tutela delle coste. In fondo è come se adesso si stesse tornando indietro di 40 anni.
«Il progetto della Albasete (riconducibile ad Alfredo Scalfati che ha ereditato quei terreni di famiglia ndc), se approvato dagli amministratori attuali - aggiunge il professor La Rocca - darebbe il colpo di grazia alla bellezza paesaggistica e archeologica dell’intera area. Credo che la gente del paese e chi ha a cuore il patrimonio paesaggistico e culturale di Sperlonga debbano fare un pressante appello alla responsabilità delle persone che prenderanno parte alla conferenza di servizi del 10 dicembre prossimo, affinché valutino bene il rovinoso impatto che un progetto del genere può avere in quell’area che già dal 1939 è stata dichiarata di grande valore paesaggistico. Tutto il progetto della Albasete proposto risulta incomprensibile in quell’area, tanto più che il tutto potrebbe essere invece realizzato o completato nell’area di ponente, vicino al cimitero, dove esiste già un’area sportiva attrezzata». 
La conservazione dei reperti archeologici presso il museo di Sperlonga che coincide in buona parte con la grotta di Tiberio è stata il frutto di una battaglia popolare condotta nel lontano 1957, quando appunto tutto stava per essere trasferito a Roma. Adesso quella battaglia potrebbe essere cancellata per sempre. L’area attrezzata che viene proposta da Albasete in realtà non serve a nessuno, neppure ai bagnanti che potrebbero essere colpiti da malore (elisuperfice) né per gli amanti del tennis (i campi da gioco). Si tratta solo della trasformazione urbanistica di una zona, la stessa dove insiste l’albergo pieno zeppo di abusi e realizzato dalla società in cui partecipa anche l’ex Presidente della Provincia.
Questa vicenda ricorda per analogia ciò che è accaduto con il piano integrato di Sperlonga nord, approvato perché venissero realizzate case a basso costo per i cittadini di Sperlonga. A giugno è stata sequestrata perché in realtà è «solo» una lottizzazione abusiva e tutte le case sono per le vacanze al mare. http://www.latinaoggi.eu/news/tempo-libero/5102/rischio-danni-patrimonio-archeologico-valle-Tiberio.html

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