sabato 31 ottobre 2015

nucleare Borgo Sabotino e l'inquinamento delle falde per contaminazione del cloruro di vinile?

Mentre, nel disinteresse consueto totale di liste, candidati, partiti di Latina, si torna a parlare del deposito unico di scorie nucleari, per il quale nessuno ha mai smentito con argomenti tecnici seri che Borgo Sabotino sia uno dei siti molto probabili. Anzi i documenti ufficiali (o pubblicati comunque provenienti da fughe di notizie dalle fonti certe) confermano le caratteristiche tecniche (oltre alla rappresentazione sulla mappa) di Borgo Sabotino. Senza dimenticare che Borgo Sabotino è sede ufficiale del deposito "provvisorio" (sappiamo cosa significa tale definizione in Italia, 100, 10.000 anni sempre provvisorio è). Scomparsa le notizie del deposito unico o provvisorio (nelle prime mirabolanti e sensazionali dichiarazioni vedremo chi ci arriva al giugno 2016...) nessuno parla dell'inquinamento delle falde dopo il  superamento delle soglie di contaminazione del cloruro di vinile in 9 campioni su 10 del 17 gennaio 2014 dopo che l'inquinamento era stato rilevato nei prelievi effettuati dalla Sogin il 18, 19 e 20 dicembre 2013. Lo stesso era successo il 15 marzo di quest'anno nell'incontro della "trasparenza" a proposito delle attività in corso nella centrale nucleare di Borgo Sabotino da parte della solita, ineffabile Regione Lazio, sono stati confermati i gravi dati di inquinamento da cloruro di vinile già rilevati oltre un anno fa. Ma non c'è traccia nelle notizie ufficiali, tanto per cambiare. Borgo Sabotino è nella ristretta rosa di una decina di siti individuati quale deposito definitivo unico italiano per lo stoccaggio di scorie radioattive. Il 20 marzo veniva annunciata la prossima convocazione della conferenza dei servizi  (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2015/03/centrale-nucleare-di-borgo-sabotino.html). Si è svolta? quali risultati sono emersi? quali i pericoli per la popolazione? (vedere anche http://pontiniaecologia.blogspot.it/2015/02/centrale-nucleare-di-borgo-sabotino_23.html - http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/08/centrale-nucleare-inquinamento-mortale.html - http://pontiniaecologia.blogspot.it/2015/06/nucleare-borgo-sabotino-per-il-pd-si.html)

Buco dell'ozono da record, 28,2 mln km quadrati in Antartide Nasa, mai così grande ad ottobre. Esperti Onu, nessun allarme 30 ottobre

Il buco dell'ozono sopra l'Antartide è il più grande tra quelli registrati negli ultimi anni e, particolarità del 2015, ha raggiunto il suo picco in ritardo. Stando ai data della Nasa, il 2 ottobre ha segnato un'estensione massima di 28,2 milioni di chilometri quadrati rispetto ai 24,1 milioni del 2014, quando il picco si era verificato l'11 settembre. Ad ottobre non si era mai registrata un'ampiezza così elevata, spiegano gli esperti, secondo cui non c'è tuttavia da allarmarsi.

Nei trenta giorni di massima estensione, il buco dell'ozono antartico si è attestato su una grandezza media di 26.9 milioni di Km quadrati, un dato inferiore solo a quelli registrati nel 2000 e nel 2006. Il picco di 28,2 milioni di km quadrati, invece, colloca il 2015 al quarto posto per estensione massima mai raggiunta.

Gli studiosi spiegano che il fenomeno è dovuto alle temperature più fredde del normale nella stratosfera antartica.

Per l'Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo) delle Nazioni Unite, il dato "dimostra che il problema del buco dell'ozono è ancora con noi e che dobbiamo restare vigili, ma non c'è motivo per allarmarsi eccessivamente". La prevista ripresa a lungo termine dello strato di ozono, che protegge la Terra dai raggi ultravioletti, non è in discussione: "Un recupero sostanziale dello strato di ozono - spiega il Wmo - è atteso per la metà di questo secolo, anche se sopra l'Antartide avverrà più in là, probabilmente intorno al 2070".
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L'albero, scrigno di biodiversità e tradizione dell'uomo (ma non lo dite ai legambientalisti che vogliono friggere il pianeta con le centrali a biogas e biomasse)

Dalla simbologia dello zodiaco celtico alla psicologia di Jung 30 ottobre,Dallo zodiaco celtico all'albero della vita dell'Expo di Milano, passando per la storia della Roma antica alla psicologia di Jung. L'albero, da scrigno della biodiversità a simbolo di cultura e tradizione, rappresenta da secoli la vita dell'uomo e lo accompagna nel tempo. "L'alberologia" studia la simbologia dell'albero raccontandoci la sua essenza: così il Corpo Forestale dello Stato (Cfs) alla presentazione del libro "Alberologia" dell'ecologista lucano, Antonio De Bona, presso l'Ispettorato Generale Cfs di Roma, rileva la "centralità dell'albero e dei boschi per la conservazione e la salute umana e ambientale".

Una consapevolezza che parte dal IV secolo dopo Cristo "quando gli avamposti segnalarono all'Impero Romano - spiega Rocco Chiriaco, storico degli alberi - la fine delle foreste e la prima crisi della Roma antica". Non solo. L'albero per i Celti nel I secolo avanti Cristo rappresentava la vita, infatti collegava grazie alla sua forma (radice-tronco-rami) il sottosuolo al cielo. "Non ci sono fonti celtiche - spiega l'astrologo Gaetano Massimiliano - ma tramite i romani sappiamo le loro conoscenze astrologiche e le associazioni di alcuni alberi sacri, come il frassino, la quercia e il nocciolo, con mesi lunari che formavano lo zodiaco celtico composto da 13 mesi e 13 alberi, dove alle caratteristiche fisiche dell'albero corrispondevano qualità personifiche; la quercia simboleggiava forza e sicurezza".

Nel '900, nella psicologia il pioniere dell'aspetto psicodinamico legato all'albero fu lo svizzero Carl Gustav Jung, esattamente nel 1945, con il saggio "L'Albero Filosofico".

"L'albero - spiega la psicologa, Gioia Fabiani - viene descritto come elemento simbolico della rappresentazione dei sogni dei suoi pazienti, poi dal '50 ad oggi rappresenta uno strumento diagnostico con il 'reattivo dell'albero' di Karl Koch, per cui la forma disegnata dal paziente rappresenta ciò che siamo e la nostra storia". Dall'Yggdrasil (frassino) massimo simbolo del collegamento tra terra e cielo del XIII secolo sono stati influenzati scrittori e musicisti. "Ha ispirato Tolkien nella trilogia del Signore degli Anelli - ricorda Antimo Palumbo, storico degli alberi - e Wagner nella tetralogia dei Miti Nibelunghi".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2015/10/30/lalbero-scrigno-di-biodiversita-e-tradizione-delluomo_b51bfd6f-23c8-4a6d-92d4-c4a7fd191cbf.html

ancora tonnellate di rifiuti con il sopralzo in discarica? non sono bastati più di 40 anni di veleni già sparsi?

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BENIAMINA

Moglie del capo Abraracourcix, che la chiama affettuosamente Mimina.

Conto alla rovescia sul clima, tra un mese il summit Onu Leader mondiali chiamati all'accordo, in gioco sorti del Pianeta 30 ottobre

di Laura Giannoni
Scatta il conto alla rovescia per la conferenza Onu sul clima. A Parigi dal 30 novembre i decisori mondiali sono chiamati a raggiungere un accordo che consenta di porre un argine al cambiamento climatico e scongiurare i suoi effetti più devastanti sul Pianeta. L'obiettivo è condiviso - contenere l'aumento delle temperature entro i 2 gradi centigradi per evitare l'impennata di eventi estremi e l'innalzamento del livello del mare - ma il come sembra ancora tutto da decidere. È un'impresa difficile, quella di trovare una sintesi tra le 195 nazioni partecipanti, e su cui non sono arrivati i progressi sperati dal vertice preparatorio della scorsa settimana a Bonn. Nella capitale francese saranno presenti almeno 80 leader politici, dal presidente Usa Barack Obama a quello cinese Xi Jinping, al primo ministro indiano Narendra Modi. A confermarlo, nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, spiegando che a differenza dell'inconcludente summit di Copenaghen del 2009, quando i capi di Stato e di governo intervennero alla fine dei negoziati, a Parigi saranno presenti il primo giorno per dare un "impeto politico all'inizio".

Lo stesso Fabius, in un'audizione all'Europarlamento, ha ammesso che "molti nodi rimangono aperti" nel testo di 50 pagine in discussione, e ha elencato tre condizioni necessarie perché il vertice abbia successo: fissare a 1,5-2 gradi l'aumento massimo delle temperature entro la fine del secolo, con una clausola che permetta di valutare e rivedere gli impegni ogni 5 anni; siglare un accordo che sia "giuridicamente vincolante"; e raccogliere 100 miliardi di dollari, da parte dei Paesi ricchi, per la riduzione della CO2 e l'adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi più poveri.

A guardare al summit sono le imprese, in primis quelle energetiche che saranno più direttamente coinvolte dalle decisioni prese, ma anche le associazioni ambientaliste, che chiedono un'intesa ambiziosa, e la Chiesa cattolica, con la pesante enciclica "Laudato Si'" di Papa Francesco e l'appello dei vescovi mondiali per "un accordo equo, giuridicamente vincolante e generatore di un vero cambiamento".

Poi c'è la comunità scientifica. Quella che da anni mette in guardia sulle conseguenze del surriscaldamento della Terra, dallo scioglimento dei Poli alla desertificazione, dalla crisi dell'agricoltura alla perdita di biodiversità. E anche quella che ora mette in dubbio l'efficacia degli impegni inviati all'Onu da 155 Paesi. L'ultimo allarme in questo senso è arrivato dal Joint Research Centre della Commissione Ue secondo cui, se anche tali impegni fossero rispettati, l'aumento delle temperature globali sarebbe di 3, non 2, gradi centigradi.
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I pipistrelli nella cultura popolare da Dracula a Batman

Sono gli unici mammiferi in grado di volare. Si muovono nel buio grazie a un sonar naturale. Ne esistono di enormi e di minuscoli. Sono animali affascinanti e utilissimi a mantenere gli equilibri degli ecosistemi. Eppure in molti li associano ancora ai vampiri e ad assurde leggende metropolitane. Scopriamo tutto quello che è utile sapere sui pipistrelli.

In tutto il mondo esistono più di 1.100 specie di pipistrelli, se ne trovano dappertutto, esclusi i poli naturalmente. Appartengono all'ordine dei Chirotteri, che in greco significa “mani alate” (dal greco cheiros mano e pteros ala), la loro caratteristica infatti è quella di aver sviluppato gli arti superiori in un modo davvero unico. Le ossa delle dita della mano, escluso il pollice, si sono allungate e assottigliate fino a diventare delle vere e proprie ali coperte da una sottilissima membrana.

Prima di tutto: è vero che succhiano il sangue?

la maggior parte dei pipistrelli si nutre di frutta e insettila maggior parte dei pipistrelli si nutre di frutta e insetti

La maggior parte dei pipistrelli si nutre di insetti, nettare o frutta. Alle 33 specie di pipistrelli italiani piacciono soprattutto le zanzare e altri insetti nocivi per l'uomo e per le coltivazioni. In Italia non esistono pipistrelli ematofagi, cioè che si nutrono di sangue. Esistono però specie esotiche come il messicano vampiro di Azara (Desmodus rotundus) che succhiano il sangue delle proprie vittime, solitamente animali da fattoria.

Dante, Batman e il Conte Dracula

Nell'antica Cina il pipistrello era simbolo di lunga vita e prosperità perché il carattere “fu” che lo indica è l’omofono del carattere cinese che vuol dire “felicità“.

Nel medioevo comincia la sua cattiva fama. Era ritenuto un animale delle streghe (come i gatti e le civette), simbolo dell'uomo peccatore e ingrediente fondamentale delle pozioni per evocare il diavolo.

i demoni nel Medio Evo vengono spesso rappresentati con ali di pipistrelloi demoni nel Medio Evo vengono spesso rappresentati con ali di pipistrelloPer questo motivo i demoni molto spesso vengono rappresentati con ali di pipistrello, come nel celebre Bestiario di Leonardo da Vinci. Anche Dante quando, della Divina Commedia, si trova a parlare di Lucifero nel XXXIV canto dell'Inferno lo descrive così:



Sotto ciascuna uscivan due grand’ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid’io mai cotali.
Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello:

Succede poi che lo scrittore irlandese Bram Stoker, dopo una cena a base di gamberetti, fa indigestione e si sogna una creatura che esce dalla tomba e lo va a cercare. Al mattino Stoker decide di scrivere un romanzo basato sulla leggenda rumena dei vampiri: così nasce il Conte Dracula. Nel romanzo di Stoker però Dracula non si trasforma solo in pipistrello, diventa anche un lupo e si dissolve in nebbia. È il cinema che si innamora dell'immagine del vampiro pipistrello e lo immortala in centinaia di film horror.

Bela Lugosi interpreta il Conte Dracula (1931)Bela Lugosi interpreta il Conte Dracula (1931)

Un altro famosissimo uomo pipistrello del cinema è Batman. Batman  nasce nel 1939 da un fumetto di Bob Kane e diventa in poco tempo uno dei supereroi più amati di tutti i tempi. Sembra che l'idea del mantello con le ali di pipistrello viene a Kane guardando alcuni disegni e progetti di macchine volanti di Leonardo Da Vinci.

Cosa fanno i pipistrelli per Halloween?

Proteggi i pipistrelli, i gufi e le civette.
Se ami i pipistrelli e come noi pensi che siano animali affascinanti da conoscere e difendere, iscriviti alla Lipu. Contribuirai concretamente a difendere gli animali e gli habitat più preziosi del nostro paese.

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Nell'immaginario comune i pipistrelli vivono nelle grotte, in realtà ogni specie ha abitudini diverse. Alcuni si rifugiano in anfratti naturali, grotte, vecchie miniere, altri scelgono di vivere vicino all'uomo, sugli alberi dei nostri parchi, sotto i ponti o nelle zone più nascoste e riparate di case e palazzi. Ma non aspettatevi di vederli in giro per la notte di Halloween, i pipistrelli infatti, come altri mammiferi, d'inverno vanno in letargo o meglio entrano in uno stato di ibernazione. Che, per i pipistrelli italiani, va dal tardo autunno all’inizio della primavera.

Come fanno a muoversi al buio?

A differenza di quanto si crede i pipistrelli non sono ciechi, tuttavia per muoversi e cacciare anche nel buio assoluto hanno sviluppato un particolarissimo sistema di ecolocalizzazione. Un vero sonar che funziona in questo modo: il pipistrello emette un suono dalla bocca o dalle narici e poi attraverso l'eco può farsi un'idea dell'ambiente che lo circonda, individuare ostacoli o possibili prede.

È vero che dormono stando appesi a testa in giù?

ferro di cavallo maggiore (Rinolophus ferrequinum)ferro di cavallo maggiore (Rinolophus ferrequinum)È verissimo: i pipistrelli si riposano a testa in giù. Questa abitudine permette loro di ripararsi in luoghi difficilmente raggiungibili dai predatori. Come ci riescono? Non gli costa alcuno sforzo, infatti i tendini delle loro zampe sono fatti in modo da chiudersi automaticamente grazie al peso del corpo.

Perché i pipistrelli sono davvero importanti

orecchione comune (Plecotus auritus)orecchione comune (Plecotus auritus)I pipistrelli sono importantissimi per l'equilibrio degli ecosistemi. Le specie che si nutrono di frutta e nettare hanno un ruolo fondamentale nella riproduzione delle piante contribuendo al rimboschimento di zone a rischio desertificazione. Il guano di pipistrello è uno dei migliori fertilizzanti al mondo ed è utilizzato nell'agricoltura tradizionale di centinaia di paesi. Inoltre i pipistrelli sono i principali predatori di un gran numero di specie di insetti (soprattutto le zanzare) e contribuiscono a tenerne sotto controllo il numero, limitando i danni arrecati alle coltivazioni, ai boschi e alla salute umana.

vespertillo maggiore (Myotis myotis)vespertillo maggiore (Myotis myotis)Purtroppo questi splendidi mammiferi sono in rapido declino in tutto il mondo. Tra le cause principali della loro scomparsa? La distruzione dei loro habitat e il massiccio uso di pesticidi in agricoltura. La Lipu da 50 anni si batte per difendere gli habitat più preziosi del nostro Paese e tutelare la biodiversità. Come nelle Oasi Lipu, dove puoi osservare specie anche rare di pipistrelli che vivono tranquille nel loro ambiente naturale. http://www.lipu.it/articoli-natura/37-uccelli-e-animali-selvativi/710-i-pipistrelli-nella-cultura-popolare-da-dracula-a-batman?utm_source=Lipu&utm_campaign=78d397f711-Newsl_ottobre2015_prospect&utm_medium=email&utm_term=0_b5dbc49248-78d397f711-75179765&goal=0_b5dbc49248-78d397f711-75179765&mc_cid=78d397f711&mc_eid=12c3602488

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Ombrina Mare, ricorso del Wwf al Tar Lazio

L'associazione ambientalista chiede la sospensiva del decreto ministeriale del 7 agosto che apre le porte all'impianto petrolifero nonostante la vicinanza a un Sito di interesse comunitario ROMA. Depositato ieri al Tar Lazio il ricorso contro il decreto ministeriale del 7 agosto scorso che apre la strada all'impianto Ombrina Mare. A darne l'annuncio il vice presidente del Wwf Italia Dante Caserta. «La battaglia contro Ombrina Mare, un progetto devastante per il mare Adriatico e per l'economia dei territori, prosegue anche attraverso le vie giudiziarie. Lo avevamo annunciato e lo abbiamo fatto», ha dichiarato Caserta: «il Wwf ha presentato un ricorso al Tar Lazio nel quale chiede l'annullamento, previa sospensiva, del decreto ministeriale n. 172 del 7 agosto scorso, quello che nei fatti apre la strada alla realizzazione di un impianto petrolifero osteggiato dalla stragrande maggioranza degli abruzzesi, e della Autorizzazione Integrata Ambientale per l'esercizio della piattaforma "Ombrina Mare". Il ricorso è stato depositato ieri dall'avvocato Francesco Paolo Febbo che ha «sfruttato anche l'eccellente lavoro elaborato in sede di osservazioni dal gruppo scientifico con cui la nostra associazione si onora ormai da anni di collaborare. Nel corposo ricorso, articolato in diversi punti, l'avvocato Febbo ha ripercorso l'intero iter, partito nel 2009, rilevando non poche incongruenze nella procedura amministrativa. Ad esempio appare del tutto al di fuori delle normative vigenti lo stato di "limbo" nel quale la procedura è stata lasciata per due anni all'indomani del primo parere del 2010, che era stato, lo ricordiamo, negativo con preavviso di rigetto. A quel punto la ditta proponente, allora Medoil, avrebbe dovuto presentare una istanza ex novo, se ancora interessata. Invece dopo il cosiddetto decreto Passera, c'è stato assurdamente il riavvio del procedimento di valutazione come se nulla fosse, ignorando il tempo trascorso».
«Le stime della ex Medoil, ora Rockhopper, sono estremamente criticabili sia sul piano pratico che su quello scientifico e si tratta - sottolinea la referente energia del Wwf Abruzzo Fabrizia Arduini - di un elemento di una certa gravità poiché a ridosso dell'area interessata dall'insediamento petrolifero ci sono due Sic - Siti di Interesse Comunitario - di cui uno a poche miglia, il Fosso delle Farfalle che sviluppa il suo territorio tra San Vito Chietino e Rocca San Giovanni. Secondo la legislazione vigente sarebbe occorsa una valutazione di incidenza, la cosiddetta Vinca, che invece non c'è stata. Non va dimenticata in proposito la presenza sulla costa di svariati vincoli di tutela, compreso il Parco nazionale della Costa Teatina che, per quanto tuttora non definito da una perimetrazione, di fatto esiste, come ha sottolineato lo stesso Tar Lazio nella sentenza relativa al ricorso della Rockhopper teso a evitare la preventiva procedura Aia - Autorizzazione Integrata Ambientale - richiesta dal Ministero dell'Ambiente». «Nel ricorso - conclude Dante Caserta - sono stati toccati altri e svariati punti. L'intera procedura appare come una forzatura nella quale si è assurdamente lasciato alle numerose integrazioni e indicazioni richieste dal Ministero il compito di sanare aspetti progettuali che avrebbero dovuto essere invece valutati nelle fasi preliminari. E in ogni caso resta irrisolto il nodo più importante, che è quello politico: Ombrina Mare rappresenta un antidemocratico tentativo di imporre a un territorio e a migliaia di cittadini una scelta maturata altrove e del tutto contraria alla strada che gli abruzzesi vorrebbero vedere tracciata per il loro futuro, come hanno dimostrato decine di volte in questi anni anche con clamorose manifestazioni di piazza».  http://m.ilcentro.gelocal.it/regione/2015/10/31/news/ombrina-mare-ricorso-del-wwf-al-tar-lazio-1.12363044

GRAZIE AI VERDI IL PARLAMENTO EUROPEO TAGLIA LE SOVVENZIONI AGLI ALLEVAMENTI DEI TORI DA CORRIDA!!

Siamo felici di annunciare che il Parlamento europeo ha votato per porre fine alle sovvenzioni per il crudele sport fino ad ora continuate ad elargire agli allevatori di questi tori di razza da usare per le corride.Queste sovvenzioni andranno invece abeneficio l'agricoltura . La Greens/EFA trovato questa sovvenzione inaccettabile, e sotto la guida di alcuni deputati verdi e Bas Eickhout Sven Giegold, hanno presentato una proposta di mettere fine a questo sostegno finanziario. Oggi, la votazione è stata vinta! https://www.facebook.com/Federazione-Verdi-142589879147197/?fref=ts

Giobbe Covatta al posto di Angelo Bonelli, nuovo leader dei verdi che sperano in una nuova primavera



https://www.facebook.com/142589879147197/photos/a.150000285072823.37301.142589879147197/989838734422303/?type=3&theater

volete fare il sopralzo della discarica? non vi bastano i danni all'ambiente?


http://pierluigizanata.typepad.com/.shared/image.html?/photos/uncategorized/2008/10/22/ast_obel_prrr_300.jpg

Inquinamento acustico: il danno c’è ma le leggi ancora mancano

icenza di inquinamento acustico per le stazioni ferroviarie?
E’ questo il problema che si è posto di recente il Tar Lombardia (MI), sez. 3, n. 1320, 2 settembre 2105 a proposito di una ordinanza con cui il Comune di Como, con riferimento alla stazione Ferrovienord di Como-Lago, ordinava a Trenonord s.r.l. “il divieto assoluto di svolgere le attività di preparazione di attivazione dei treni e di annuncio con l’ausilio di altoparlanti nella fascia oraria notturna dalle ore 22.00 alle ore 06.00 a decorrere dal giorno della notifica della presente ordinanza e fino alla predisposizione di un piano di contenimento e abbattimento del rumore ai sensi del disposto dell’art. 10 comma 5 della legge 447/1995 per la risoluzione delle emissioni oltre i limiti, e di mantenere in termini ristrettissimi i tempi di preaccensione delle motrici al fine di ridurre al minimo l’impatto esistente delle sorgenti sonore nelle more dei provvedimenti definitivi, da depositare presso codesta Amministrazione comunale, settore Ambiente entro 30 giorni dalla notifica della presente ordinanza”.
firenze 675L’ordinanza venivaimpugnata dalla società e il Tar Lombardia ha accolto il ricorso. Non nel merito, però, ma per un problema di competenza. Ha concluso, infatti, che in tema di inquinamento acustico, la legge n. 447 del 1995, nel caso di servizi pubblici essenziali, riserva il potere di ordinanza non al Comune ma al Presidente del Consiglio dei ministri “all’evidente scopo di uniformare l’azione amministrativa applicata alle enucleate peculiari fattispecie ove incidenti su servizi pubblici essenziali“. In altri termini, in base alla normativa sopra ricordata, il legislatore ha voluto devolvere allo Stato la disciplina delle emissioni ed immissioni sonore prodotte nello svolgimento di servizi pubblici essenziali e in particolare quello ferroviario, nel quale rientra l’attività di uno scalo ferroviario, con la conseguenza che le emissioni ed immissioni sonore prodotte da quest’ultima attivitànon possono essere disciplinate dagli enti locali.
E qui finisce la sentenza che, probabilmente è esatta dal punto di vista del diritto ma certamente non risolve il problema.
Non conosco la situazione della stazione ferroviaria di Como-Lago ma, se il Comune ha emanato quell’ordinanza, si deve presumere che gli sventurati cittadini che abitano nelle vicinanze passano delle notti di inferno tra rumori dei treni e annunci a tutto volume dell’altoparlante. E c’è poco da dire sulla competenza: se è dovuto intervenire il Comune, vuol dire che il Presidente del Consiglio dei ministri non ha fatto niente per risolvere il problema. In realtà, il vero nodo della questione è, in primo luogo, culturale. Mentre ormai esiste una coscienza collettiva per i danni provocati dainquinamento dell’aria e delle acque, c’è ancora troppa gente, dentro e fuori le istituzioni, che ritiene l’inquinamento acustico un problema secondario.
Eppure, è ormai dimostrato con certezza che i danni alla salute provocati dalla esposizione al rumore oltre certi limiti sonogravissimi e quanto meno equivalenti a quelli provocati dagli altri inquinamenti, anche se non ce ne accorgiamo subito.
Lo specchio più fedele di questa grave sottovalutazione è dato proprio dalla normativa speciale dove obblighi e divieti, specie se riferiti ad aeroporti o traffico ferroviario, sono sfumati al massimo,senza sanzioni adeguate e con delega di applicazione a organi che, spesso non hanno neppure i mezzi tecnici per accertare la situazione.
A livello penale, siamo rimasti al codice Rocco e, in particolare, al solito art. 659 (già ne abbiamo parlato su questo blog a proposito di movida e schiamazzi notturni) che punisce con l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 309 euro “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone…”.
Eppure, nonostante la sua innegabile genericità, questa norma ha costituito per decenni la più rilevante difesa contro l’inquinamento acustico, in qualsiasi modo provocato, dal cane che abbaia alle radio ad alto volume, dalla motocicletta agli allarmi, dal rodaggio di autoveicolo con motore acceso per 2 giorni di seguito all’uso in appartamento di calzature particolarmente rumorose.
Leggendo le vecchie sentenze della Cassazione, peraltro, si capisce quanto sia cambiato, negli anni, il concetto di inquinamento acustico. Nel 1964, ad esempio, la suprema Corte affermava che “nel caso di canti notturni non vale ad escludere il reato la tesi difensiva che è viva nell’Italia meridionale la tradizione del bel canto, perché, a prescindere che nella specie non vi è la prova che le esercitazioni vocali fossero autentici canti e non schiamazzi di ubriachi, anche le vibrazioni sonore di un’ugola ben coltivata sono idonee a disturbare il riposo notturno delle persone“. Trent’anni dopo, confermava la (sacrosanta) condanna ad un parroco che aveva “fatto funzionare il suono delle campane della chiesa, azionato da orologio elettrico, di giorno e di notte ogni quarto d’ora, con rumori eccedenti i limiti di tolleranza acustica e conseguente disturbo al riposo e alle occupazioni delle persone“.
Oggi, l’inquinamento acustico è di tutt’altro tipo ma le leggi ancora non ci sono. Basta pensare a chi abita vicino ad un aeroporto. E, non  caso, negli ecoreati, non si parla di rumore. Ma, in compenso, si punisce il “disastro ambientale abusivo”. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/31/inquinamento-acustico-il-danno-ce-ma-le-leggi-ancora-mancano/2175676/

regione Lazio: è cosa nota che la discarica di Indeco è quasi esaurita, restano 100 mc di capienza, senza che la Procura di Latina si disturbava, lo chiedeva a noi sono dati pubblici... E Indeco non solo secondo la Procura ma anche secondo i nostri dati trasmessi...

(conferenza dei servizi del 29 ottobre 2015 per il rinnovo della VIA) dopo l'intervento del rappresentante del comitato dei cittadini che riportava (dal giornale Latina Editoriale Oggi dello stesso giorno) che per il Consulente della Procura di Latina i volumi erano esauriti

CENTRALE BIOCOM (biogas), ARCHIVIAZIONE PER FRATTURA

Archiviata l'inchiesta a carico di Paolo di Laura Frattura, presidente della Regione Molise, accusato di malversazione e appropriazione indebita in relazione al caso della sua società BioCom, destinataria di un finanziamento di 256mila euro per una centrale a biogas mai costruita. Report aveva parlato di questa vicenda nell'inchiesta "Frattura molisana" trasmessa il 21 dicembre 2014.

(29 ottobre 2015) 
http://www.report.rai.it/dl/Report/extra/ContentItem-f8308482-ec91-45ea-8531-abb2330eba13.html

PALMA, DEFORESTAZIONE E ROGHI: INDONESIA PEGGIOR INQUINATORE DEL 2015 (oltre il disastro dei legambientalisti delle centrali a biogas e biomasse)

Gli incendi in Indonesia non sono di certo una novità. Ma dallo scorso luglio la situazione è decisamente peggiorata: oltre 117mila i roghi rilevati dai satelliti, fino a 23 milioni le tonnellate di Co2 emesse ogni mese, 19 vittime accertate, mezzo milione di persone con problemi respiratori, una nube tossica che intossica anche in Malesia e Singapore.
L’anidride carbonica è così tanta perché a bruciare è la torba, ovvero i resti vegetali che sono nel terreno e che contengono 60 miliardi di tonnellate di carbonio, sei volte di più delle emissioni annuali da combustibili fossili di tutto il pianeta. Secondo un’indagine diffusa da Bloomberg quest’anno il paese è diventato il più grande inquinatore al mondo, prima di Cina e Usa.
Colpa di El Niño della siccità eccezionale di quest’anno, la peggiore dal 1997? Anche, ma alle radici del disastro ci sono i decenni di deforestazione e drenaggio del suolo per far spazio alle coltivazioni di palma per estrarne l’olio, usatissimo nell’industria dolciaria (e non solo) di tutto il mondo, di cui l’Indonesia è il primo esportatore. Report ne ha parlato lo scorso 3 maggio, evidenziando anche il rischio di estinzione che corre la popolazione di orangutan, con un’inchiesta girata nel paese asiatico: “Che mondo sarebbe senza…” di Sabrina Giannini.
(30 ottobre 2015)
http://www.report.rai.it/dl/Report/extra/ContentItem-405259cb-c2b7-456e-96bf-4ad5454a355e.html

Ardea, partita chiusa in Comune per il 'bio'metano Suvenergy: parere favorevole

Partita chiusa in Comune sull'impianto per la produzione di 'bio'metano proposto da Suvenergy. La conferenza dei servizi si è chiusa pochi minuti fa con un parere favorevole da parte dell'Ente comunale - anche se con riserva - alla costruzione della centrale, che sorgerà in zona Tor di Bruno e trasformerà in gas circa 120 mila tonnellate di rifiuti organici l'anno.
Assenti il Sindaco di Ardea e gli assessori, mentre per la Suvenergy erano presenti ben sei rappresentanti. A nulla è servita la commissione convocata per ieri, che doveva analizzare la possibilità di modificare un articolo del PRG in modo da mettere in piedi un tentativo di opposizione alla realizzazione della centrale. I tempi erano evidentemente troppo risicati.

APPROFONDIMENTI sul prossimo numero cartaceo de Il Caffè, in uscita il 5 novembre.

Greenpeace Mareblu e la sostenibilità: solo promesse da marinaio

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato la quarta edizione della classifica Rompiscatole che Greenpeaceaggiorna ciclicamente per valutare la sostenibilità del mercato italiano del tonno in scatola. In questa edizione Mareblu, uno dei marchi più importanti del mercato italiano, è finito in fondo alla classifica perché nella maggior parte delle sue scatolette finisce tonno pescato con metodi distruttivi.
Un risultato deludente quello di Mareblu che, nonostante proclami e spot pubblicitari, è ben lontano dall’impegno preso nel 2012 per una pesca 100 per cento sostenibile entro il 2016.
Mercoledì scorso Greenpeace ha protestato pacificamente in diversi Paesi contro Thai Union, colosso mondiale del tonno in scatola proprietario anche di Mareblu. Alcuni nostri attivisti vestiti da squalo si sono presentati davanti agli uffici del marchio italiano per consegnargli i nostri messaggi: “Sulla pesca sostenibile solo promesse da marinaio” e “Basta strage di squali”! 
In pochissimi giorni oltre 15 mila persone hanno firmato la nostra petizione, inviando una mail al Direttore Generale di Mareblu per chiedere di mantenere la promesse fatte.
Nelle ultime ore, per “tranquillizzare” i consumatori, Mareblu ha pubblicato sul suo sito un comunicato per spiegare quanto sia “sostenibile”. Siamo andati a leggercelo e, ad essere sinceri, non ci rassicura per niente. Di seguito alcuni dei punti che più ci deludono:
- Mareblu nel 2012 ha introdotto un nuovo prodotto pole&line (pescato a canna) conquistando ben il “4,3% nel 2015 di quota di mercato nel segmento Pole&Line in scatola”.
Bravi! Peccato però che questo dato serva solo a gettare fumo negli occhi e a nascondere la verità, ovvero che la pesca a canna si utilizza solo per lo 0,2 per cento dei prodotti Mareblu. Davvero poco, per chi si era impegnato a usare il 100 per cento di tonno pescato in modo sostenibile, ovvero a canna o con reti a circuizioni senza FAD (sistemi di aggregazione per pesci) entro il 2016, soprattutto se si considera che altri competitor in Italia sono già arrivati fino al 30 per cento delle proprie produzioni.
- Mareblu garantisce la “massima trasparenza sui propri prodotti”.
Come riconosciuto nella nostra classifica, è vero che sono aumentate le informazioni in etichetta, tra cui il metodo di pesca. Peccato però che quando si indica che il tonno è pescato con “reti a circuizione”, Mareblu si “dimentichi” di segnalare se queste siano state usate con sistemi di aggregazione per pesci (FAD) o meno. Una dimenticanza non da poco, visto che l’uso di FAD è responsabile del 6,7 per cento in più di catture accidentali, tra cui squali e tartarughe di specie in pericolo. Non certo il massimo della trasparenza per chi aveva promesso di eliminarne completamente l’uso entro il 2016: forse Mareblu vuole nascondere che continua ad adoperare questo metodo distruttivo per catturare il tonno che finisce nella maggior parte dei suoi prodotti?
E, infine, arriviamo all’impegno più “sfidante” (proprio secondo Mareblu):
Entro la fine del 2016 il 100% del tonno utilizzato per i prodotti Mareblu sarà pescato solo con reti a circuizione su banchi liberi o con sistemi pole&Line
A oggi, Mareblu sostiene di aver raggiunto una quota del 21 per cento da pesca sostenibile. Anche se volessimo credere a questo dato, non è certo abbastanza per chi si è impegnato entro l’anno prossimo ad arrivare al 100 per cento. Se poi si va ad analizzare i dati che il marchio ci ha fornito, a parte uno 0,2 per cento di tonno pescato a canna, non abbiamo nessun certificato di osservatori indipendenti né alcun sistema di audit di enti terzi che provi che effettivamente una parte del loro tonno, per quanto piccola, sia pescata senza FAD. Leggiamo invece che hanno lavorato per usare “FAD di ultima generazione”, che limitano le catture accessorie – ma non le eliminano! – mentre non abbiamo traccia degli sforzi che invece dovrebbero aver fatto per sviluppare i sistemi di pesca sostenibile, senza FAD o a canna, che ci avevano promesso! Tra l’altro, è la stessa azienda a dirci che ha una propria flotta: come mai non ha già imposto da tempo alle proprie navi di pescare solo con i metodi di pesca più sostenibili, ovvero senza FAD?
Ci dispiace Mareblu, ma proprio non ci siamo! E ci risulta davvero difficile credere che non solo non hai “abbandonato” i tuoi impegni, ma che li stai perseguendo “con sempre maggiore intensità”, quando nel resto del mondo anche altri marchi appartenenti a Thai Union stanno tradendo la fiducia dei consumatori. In Gran Bretagna, John West aveva promesso di mettere nelle sue scatolette il 100 per cento di tonno sostenibile al 2016, ma anche in questo caso i fatti sono lontani dalle promesse, con solo il 2 per cento di tonno pescato a canna. In Francia e negli Stati Uniti, brand appartenenti a Thai Union, come Petit Navire e Chicken of the Sea, non prendono invece alcun impegno per una pesca sostenibile, e nella maggior parte dei propri prodotti usano tonno derivante dapesca distruttiva. Come se non bastasse, Thai Union è stata recentemente coinvolta in gravissimi episodi di violazione dei diritti umani lungo le proprie filiere.
Dire che ha “ancora tanto da fare” è poco! Adesso basta con le bugie: se davvero considera la sostenibilità “come il modo di fare impresa nel mercato del tonno in scatola”, Mareblu deve escludere subito dalle sue filiere la pesca eccessiva e distruttiva e garantire la tutela di tutti i lavoratori.
Giorgia Monti, campaigner Mare Greenpeace Italia http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/mareblu-e-la-sostenibilit-solo-promesse-da-ma/blog/54603/

Dopo lo scoop del Fatto sull’ufficio al Na z a re no riservato ai costruttori e agli appalti, il Pd fa finta di nulla. Qui tutto è d’oro fuorché il s i le n z io



Marino va, i 101 collusi restano 26 consiglieri si dimettono, in Campidoglio arriva come commissario da Milano il prefetto Tronca. Il “m a rz i a n o” attacca il Pd e il premier: “Accoltellatori comprati e riuniti dal notaio, con un unico mandante” Sabella: “Ci han nascosto il dossier sui compari di Buzzi e Carminati”
QUEI 19 SUICIDI E L’OFFERTA DI DON CORLEONE
INGRESSI Mai così pochi dal ‘62 Il boom (finale) di Expo non copre né i debiti né le previsioni sballate
CLAUDIO AMENDOLA ”La città mollata dal Pd” “Renzi se ne frega di Roma Il Giubileo sarà l’Inferno”
LEGGE STABILITÀ Dopo l’aumento della tassazione, il governo vuole farsi perdonare Fondazioni bancarie, l’a f f a re con i soldi per la povertà  L’esecutivo ha creato un fondo contro la “povertà educativa” aliment ato dagli enti azionisti delle banche. Queste, in cambio, avranno un credito di imposta del 75% su denari che avrebbero speso ugualmente. Un regalo da 100 milioni all’a n n o, identico a quello garantito dal ministro Franceschini con l’”art bonus” tratto da www.ilfattoquotidiano.it

il vero affare Di Giorgi - Malvaso, l'ex sindaco di Latina nei guai pure con il fisco, tre politici convocati in procura, la Finanza punta il dito sul maxi sconto per l'attico di piazzale Carturan. Latina criminale operazione don't touch: Altomare passa al contrattacco.



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IL GIORNALE DI LATINA
EDIZIONE DEL 31 OTTOBRE
IN EDICOLA IN ABBINAMENTO CON IL TEMPO

“Marino va, i 101 collusi restano”

SABATO 31 OTTOBRE IN EDICOLA
MAGNA CAPITALE L’editoriale di Marco Travaglio“Se il compito dei giornalisti, come ritengono molti colleghi e qualche lettore-tifoso, fosse quello di trascrivere le verità ufficiali, oggi diremmo che il “caso Marino” è giunto finalmente al suo giusto epilogo: un sindaco tutto sommato onesto, ma incapace e pasticcione, travolto da uno scandalo non gravissimo ma comunque imbarazzante, va a casa per aver perduto la fiducia del partito, della giunta, della maggioranza e di parte degli elettori, rimpiazzato da un commissario prefettizio che governerà Roma con la massima correttezza ed efficienza in attesa delle elezioni”.
MARINO VA, I 101 COLLUSI RESTANO
26 consiglieri si dimettono, in Campidoglio arriva come commissario da Milano il prefetto Tronca. Il “marziano” attacca il Pd e il premier: “Accoltellatori comprati e riuniti dal notaio, con un unico mandante” E la relazione sui compari di Buzzi & Carminati è ancora top secret. Di Paola Zanca, Luca De Carolis, Wanda Marra e Giampiero Calapà
NESSUNO TOCCHI BANKITALIA L’INCHIESTA BPS, PM E GIORNALI
Visco indagato. Da quando il Fatto ha rivelato la notizia, un cordone di sicurezza si è stretto attorno a Palazzo Koch. Ha iniziato da primo il Colle, benedicendo il governatore. E ieri si è aggiunto, da ultimo, l’ex presidente della corte costituzionale Sabino Cassese. Di Stefano Feltri
IL RIMPASTO – CROCETTA IV, UN’ALTRA GIUNTA PER RESISTERE NEL DISASTRO SICILIA
Promesse mancate. Sono passati solo tre anni da 28 ottobre 2012. Quel giorno Crocetta veniva eletto governatore della Sicilia con il 30,50% dei voti, dopo essersi presentato ai siciliani come un Masaniello alla testa di una lista fai-da-te. La promessa di cambiare il volto della politica isolana, cancellando il ricordo dei predecessori Cuffaro e Lombardo, è rimasta sulla carta. Di Sandra Rizza
IL BUIO OLTRE LE CODE: EXPO TRA DEBITI E BANCHE SUL COLLO
Potere della suggestione. Il tam tam mediatico ha fatto passare le code da record per un indice di successo. Ma i visitatori sono stati solo 18 milioni . Di Gianni Barbacetto e Marco Maroni
L’INTERVISTA A CLAUDIO AMENDOLA”IL GIUBILEO SARÀ L’INFERNO” “RENZI HA SCARICATO ROMA, POI SE L’È PRESA CON IGNAZIO” Di Malcom Pagani
GARANTISTI COME NOI NESSUNO MAI. Il commento del magistrato Gian Carlo Caselli
“In una gara per individuare il Paese più garantista al mondo, l’Italia vincerebbe facile. Checché ne dicano i “berluscones” superstiti e gli avvocati insaziabili. Difatti, nessun’altro paese può vantare, a tutela dei diritti dell’imputato contro il potere giudiziario, un “pacchetto” nutrito come il nostro. Alcune delle misure proprie dell’ordinamento italiano si ritrovano anche altrove. Ma mai tutte quante insieme, in un blocco compatto e potente”.
GLI ITALIANI NON LEGGONO LIBRI. PERÒ LI ASCOLTANO
Affari e futuro. Nella penisola crescono del 20% le vendite degli audiobook. Una tendenza che sembra destinata a crescere nei prossimi anni. E i nostri attori prestano le voci per raccontare classici e contemporanei. Di Elisabetta Ambrosi
SEQUEL MAI SCRITTI – ALLA FINE ARRIVA GODOT, MA NESSUNO LO RICONOSCE
Teatro dell’assurdo. Camilla Tagliabue immagina l’entrata in scena del personaggio della celebre pièce di Samuel Beckett. Dopo anni di attesa, però, Vladimiro ed Estragone si sono ormai allontanati.
200 ANNI DOPO IL CONGRESSO DI VIENNA PARLA ARABO
Primo round tra potenze islamiche e occidentali per ridisegnare il futuro della Siria. Dieci dei 19 Stati partecipanti sono mediorientali. Finora, però, nessun accordo sulla sorte di Assad. Di Stefano Citati
ALFABETO – IL MEZZOGIORNO È UN MALATO DIMENTICATO IN CORSIA. La rubrica di Antonello Caporale
“Negli ultimi vent’anni è cominciatala desertificazione. Deserto di idee, di uomini, di investimenti”. Nell’intervista, Riccardo Padovani, a capo dello Svimez, traccia il quadro emerso dagli ultimi studi dell’istituto. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/30/in-edicola-sul-fatto-quotidiano-di-sabato-31-ottobre-marino-va-i-101-collusi-restano/2175505/

Cupinoro, via libera al capping definitivo che prevede l’utilizzo di 25.000 tonnellate di rifiuti trattati

Via libera alla modellazione morfologica finaledella discarica di Cupinoro.
Come stabilito dalla Regione Lazio l’8 ottobre scorso la Regione ha concesso la modifica dell’AIA avallando quindi il progetto di capping che prevede l’utilizzo di ulteriori 25.000 tonnellate di rifiuti trattati.
Una soluzione alla quale si erano opposti però i comitati, che deprecavano l’utilizzo di ulteriori rifiuti per “interrare” definitivamente Cupinoro.
Per questo era in stata fatta una conferenza dei servizi che si è conclusa nonostante non sia arrivato il parere della Città Metropolitana e dell’Università Agraria di Bracciano. Pareri che mancanti comportano secondo la regione un assenso.
L’uso di nuovi rifiuti è confermato nella lettera che è stata notificata alla Bracciano Ambiente: “la rimodellazione morfologica della discarica (vecchio invaso, lotto transitorio e lotto di completamento) … attraverso la messa in posto, al fine della migliore regimentazione delle acque di scorrimento superficiale, di una quantità di scarti provenienti da impianto di trattamento  meccanico e biologico dei rifiuti urbani provenienti dal comprensorio, coinvolge una volumetria pari a circa 25.000 mc e massa pari a circa 25.000 tonnellate;”
Si attendono ora le eventuali reazioni dei comitati anche se la decisione sembra ormai già presa. http://www.terzobinario.it/cupinoro-via-libera-al-capping-definitivo-che-prevede-lutilizzo-di-25-000-tonnellate-di-rifiuti-trattati/80418?utm_content=buffer6cbcb&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer

Appello contro il progetto-mostroSperlonga

Dove non è arrivata la lungimiranza degli enti locali forse potrà arrivare l’appello del mondo della cultura per salvare l’area archeologica attorno all’antro dell’imperatore Tiberio. A parlare ieri per primo del «rischio di un altro sfregio al volto paesaggistico e archeologico di Sperlonga» ad opera della società Albasete è stato Tommaso La Rocca, sperlongano doc e docente presso l’Università di Ferrara. Il progetto che ha scombussolato l’ambiente in queste ore prevede l’insediamento di un centro sportivo ma la conferenza di servizi si svolge attraverso il Suap, ossia lo sportello dedicato alle nuove attività produttive e già questa è un’anomalia.
Campi da tennis
ed elisuperfice a due passi dal museo che custodisce i resti della villa romana.
Il remake di 40 anni fa.
Ma il vero timore riguarda il futuro dell’area archeologica. Anche perché la proposta di modifica dell’attuale assetto urbanistico arriva «proprio nel momento in cui il Ministero della Cultura e del Turismo ha approvato il progetto ‘Via Appia Regina Viarum’ con l’integrazione anche della via Flacca, di grande portata ambientale e storico-archeologica». Così scrive Tommaso la Rocca che invita tutti gli amanti del borgo di Sperlonga, il mondo della cultura e gli ambientalisti ad aderire al manifesto per la salvaguardia della valle di Tiberio, che già nel 1975, esattamente 40 anni fa, era entrata nelle mire di un progetto speculativo. Che fu sventato con l’introduzione nella regione Lazio della prima norma di tutela delle coste. In fondo è come se adesso si stesse tornando indietro di 40 anni.
«Il progetto della Albasete (riconducibile ad Alfredo Scalfati che ha ereditato quei terreni di famiglia ndc), se approvato dagli amministratori attuali - aggiunge il professor La Rocca - darebbe il colpo di grazia alla bellezza paesaggistica e archeologica dell’intera area. Credo che la gente del paese e chi ha a cuore il patrimonio paesaggistico e culturale di Sperlonga debbano fare un pressante appello alla responsabilità delle persone che prenderanno parte alla conferenza di servizi del 10 dicembre prossimo, affinché valutino bene il rovinoso impatto che un progetto del genere può avere in quell’area che già dal 1939 è stata dichiarata di grande valore paesaggistico. Tutto il progetto della Albasete proposto risulta incomprensibile in quell’area, tanto più che il tutto potrebbe essere invece realizzato o completato nell’area di ponente, vicino al cimitero, dove esiste già un’area sportiva attrezzata». 
La conservazione dei reperti archeologici presso il museo di Sperlonga che coincide in buona parte con la grotta di Tiberio è stata il frutto di una battaglia popolare condotta nel lontano 1957, quando appunto tutto stava per essere trasferito a Roma. Adesso quella battaglia potrebbe essere cancellata per sempre. L’area attrezzata che viene proposta da Albasete in realtà non serve a nessuno, neppure ai bagnanti che potrebbero essere colpiti da malore (elisuperfice) né per gli amanti del tennis (i campi da gioco). Si tratta solo della trasformazione urbanistica di una zona, la stessa dove insiste l’albergo pieno zeppo di abusi e realizzato dalla società in cui partecipa anche l’ex Presidente della Provincia.
Questa vicenda ricorda per analogia ciò che è accaduto con il piano integrato di Sperlonga nord, approvato perché venissero realizzate case a basso costo per i cittadini di Sperlonga. A giugno è stata sequestrata perché in realtà è «solo» una lottizzazione abusiva e tutte le case sono per le vacanze al mare. http://www.latinaoggi.eu/news/tempo-libero/5102/rischio-danni-patrimonio-archeologico-valle-Tiberio.html

Corrida: Enpa, Consiglio europeo dica basta a finanziamenti Rocchi, accogliere emendamento a bilancio comunitario 2016 29 ottobre

ROMA - L'Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) ha lanciato un appello al Consiglio europeo perché accolga l'emendamento al bilancio comunitario 2016 che blocca i finanziamenti comunitari alla corrida, emendamento approvato mercoledì a larghissima maggioranza dal Parlamento Europeo.

La presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, dichiara in una nota che "il voto del Parlamento Europeo viene finalmente a sanare una grave e incomprensibile anomalia: quella in virtù della quale gli allevatori di animali per la corrida si sono visti sovvenzionare dal bilancio europeo una un'attività che, oltre a non avere alcuna altra conseguenza se non quella di causare tra atroci sofferenze la morte di altri esseri viventi, appare in fortissima contraddizione con il regime di protezione accordato agli animali dallo stesso ordinamento comunitario, che riconosce loro lo status di esseri senzienti".

"Perché tutti i cittadini d'Europa - si chiede Rocchi - anche gli animalisti e coloro i quali la tauromachia proprio non la vogliono sostenere, devono contribuire a tale pratica con le proprie risorse economiche? Ciò rafforza la convinzione che, malgrado i loro proclami, le lobby della corrida sono così isolate da non riuscire a sopravvivere senza il sostegno di tutti i Paesi dell'Unione. E allora la ricerca dei denari europei rappresenta l'estremo tentativo di reagire ad un processo che, come dimostrano i recenti sviluppi nella stessa Spagna, sembra portare inevitabilmente alla liberazione dei tori dalla arene. Un processo, questo, che tutti noi abbiamo il dovere di assecondare e favorire".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2015/10/29/corrida-enpa-consiglio-europeo-dica-basta-a-finanziamenti_07ad9c8b-6010-4af8-91c5-0f792b880ebc.html

Cambiamenti clima minacciano habitat uccelli alle Hawaii Specie rare potrebbero non avere più casa entro fine secolo 29 ottobre

(ANSA) - ROMA, 29 OTT - Entro fine secolo decine di rare specie di uccelli che popolano le foreste delle Hawaii potrebbero non avere più casa, con conseguente rischio estinzione. È quanto emerge da uno studio Usa pubblicato su Plos One secondo il quale ai cambiamenti climatici, in particolare all'aumento delle temperature, si potrà imputare la perdita di oltre la metà degli habitat di queste specie.

La ricerca, guidata dallo U.S. Geological Survey, evidenzia che gli uccelli delle foreste hawaiane sono minacciate da diversi anni a causa della perdita dei loro habitat naturali e per la diffusione di malattie. Le popolazioni più vulnerabili sono finora sopravvissute nelle foreste più alte dell'arcipelago, dove la vegetazione autoctona ancora persiste e dove le temperature più fresche limitano la presenza di zanzare portatrici di infezioni come la malaria aviaria. Tuttavia gli scienziati spiegano che i cambiamenti globali del clima potrebbero far aumentare le temperature, consentendo una maggiore proliferazione di zanzare anche ad altitudini maggiori.

Secondo le stime ad essere minacciate sono circa 20 specie di uccelli. Almeno 10 perderanno oltre la metà dei loro habitat.(ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2015/10/29/cambiamenti-clima-minacciano-habitat-uccelli-alle-hawaii_d7926b88-87df-4087-ad93-02ce6de4d1a9.html

Indonesia in fiamme è primo inquinatore mondiale Il paese brucia da luglio, supera Cina e Usa per emissioni CO2 30 ottobre

Gli incendi che dal luglio scorso stanno devastando l'Indonesia hanno catapultato il Paese asiatico al vertice della classifica dei più grandi inquinatori mondiali, davanti a Cina e Usa.

L'allarme arriva da un'indagine di Bloomberg, secondo cui negli ultimi di mesi le emissioni giornaliere indonesiane di CO2 sono state superiori a quelle cinesi in almeno 14 giorni, e a quelle Usa in 47 giorni.

La CO2 prodotta dall'Indonesia ammonta in condizioni normali a 761 milioni di tonnellate all'anno. In media si tratta di 2,1 milioni di tonnellate al giorno, contro i 29,3 milioni della Cina e i 16 milioni degli Usa. A causa delle fiamme, tuttavia, a settembre le emissioni medie giornaliere si sono attestate a 22,5 milioni di tonnellate, salendo a 23 milioni in ottobre.

Nel Paese gli incendi rilevati dai satelliti sono oltre 117mila. Il ministro indonesiano per gli Affari sociali, Khofifah Indar Parawansa, ha reso noto che è salito a 19 il numero delle vittime delle esalazioni dei roghi, mentre sono stimate in mezzo milione le persone con problemi respiratori. A bruciare, nelle foreste indonesiane, è la torba, cioè i resti vegetali che sono nel terreno e che contengono 60 miliardi di tonnellate di carbonio, sei volte di più delle emissioni annuali da combustibili fossili di tutto il Pianeta.

L'ultima volta che l'Indonesia è stata devastata dagli incendi, nel 1997, si stima che abbia prodotto tra gli 800 milioni e i 2,57 miliardi di tonnellate di CO2, ha ricordato Greenpeace. Il 1997, proprio come quest'anno, è stato caratterizzato da una forte presenza del fenomeno climatico El Niño, che porta siccità nel Paese. Ad aggravare la situazione, però, sono soprattutto i decenni di deforestazioni e drenaggio del suolo nel nome dell'olio di palma, che hanno reso il terreno più vulnerabile agli incendi.
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