Inoltre entro la fine di novembre la fabbrica guidata dai commissariPietro GnudiCorrado Carrubba ed Enrico Laghi dovrà provvedere alla realizzazione completa di 13 interventi tra i quali l’automazione del prelievo della temperatura della ghisa e delle operazioni attualmente eseguite al campo di colata, il procedimento che è costato la vita al 33enne tarantino. Non solo. L’Ilva è obbligata a realizzare un sistema di memorizzazione delle immagini catturate dalle telecamere e l’installazione di sensori di rilevamento del livello di ghisa.
Prescrizioni che, quindi, dovrebbero servire almeno a ridurre drasticamente i rischi per gli operai che ancora oggi si trovano a lavorare su un impianto che non è sicuro e, per giunta, che a 19 di loro è costata una denuncia dopo l’intervento dei carabinieri. La palla, quindi, passa all’azienda che attraverso l’istanza presentata dai legali Angelo Loreto e Filippo Dinacci, ha ottenuto la rimozione dei sigilli accettando tutte le condizioni poste dai consulenti della procura tra i quali l’ingegnere Barbara Valenzano. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/07/ilva-procura-dissequestra-altoforno2-ma-impone-lavori-per-renderlo-piu-sicuro/2016125/