venerdì 4 settembre 2015

Antimafia Il senatore Pdl difese il Comune infiltrato di Fondi e siede nella commissione della Bindi LA LOTTA AI CLAN NON È PER FAZZONE

Confermarlo
nell ’organismo
che combatte
le cosche dimostra
che questo Paese
non cambia mai

NICOLA TRANFAGLIA
Era destino che, prima o poi,
questo scandalo dovesse scoppiare
e così è stato. Claudio
Fazzone che si presenta come imprenditore,
ex appuntato di pubblica
sicurezza, ex autista di Nicola Mancino
quando era ministro
dell’I n te r no ,
poi entrato nei servizi
segreti. In aspettativa
ha incominciato la
sua scalata politica,
eletto alla Regione
Lazio nel 2000 con
più di 28 mila preferenze,
di cui un terzo
arrivate da Fondi
(Latina) proprio dove
lui si è battuto per
non far sciogliere il
Comune per infiltrazioni
mafiose. Rieletto nel 2005 con
38 mila preferenze, si è dimesso per
diventare senatore del Pdl con Berlusconi.
Ora siede nella commissione Antimafia,
presieduta dall’o norev ole
Rosy Bindi, e – poiché si tratta della
commissione bicamerale che si occupa
dei comuni infiltrati
– è bastata un’i nchiesta
giornalistica di
R ep ub bl ic a a render
scottante la condizione
del parlamentare di
centrodestra.
È stata la deputata
del Pd Laura Garavini
a sollevare ufficiosamente
la questione con
la presidente della
commissione e la Bindi
ha risposto che le nomine
vengono fatte dai
presidenti delle Assemblee
su indicazioni dei partiti.
E l’accesso alla commissione
di solito è negato a
chi è indagato o addirittura
rinviato a giudizio.
Il caso Fazzone riguarda
– come si è già detto – il
primo tra i due casi. Il senatore
è indagato per abuso d’ufficio a Latina.
Ora l’opinione pubblica più avvertita
si chiede: “Chi ha difeso Comuni
collusi e attaccato funzionari
antimafia è benvenuto in quella commi
ssio ne?”. “Trovo incredibile – ha
dichiarato l’onorevole Emanuele
Fiano, responsabile Sicurezza del Pd
– che il senatore Fazzone sieda in
quella commissione Antimafia che
dovrebbe verificare tra l’altro le condizioni
di scioglimento dei Comuni a
rischio infiltrazioni. Proprio lui che
minacciò, a suo tempo, di querelare il
prefetto Frattasi che aveva
chiesto all’allora governo
Berlusconi lo scioglimento
del suo Comune di residenza,
Fondi, per le infiltrazioni
mafiose. L’onorevole
Laura Garavini e il vice presidente
della Commissione,
onorevole Claudio Fava, la pensano
alla stessa maniera.
Del resto, un personaggio come il
senatore Fazzone, di cui l’a tt u a l e
commissione Antimafia, con tutta la
sua volontà, non riesce ancora nel
Ventunesimo Secolo a liberarci in
maniera completa, è il segno evidente
di una situazione – quella italiana –
molto difficile, o addirittura impossibile
da risolvere, in un Paese carico
di una storia nazionale lunga e complessa,
e per molti aspetti problematica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 3 settembre 2015

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