TUTTO FERMO Il cantiere di Gorizia è stato sequestrato dalla procura per una diatriba
giuridica: smaltisce senza permesso rifiuti non suoi. E il governo promette interventi
Le date
Il sequestro
delle aree di
s to cc a g g i o
dei rifiuti
arriva dopo
un’inchiesta
durata più di
due anni della
p ro c u ra
di Gorizia
2013
m agg io
La Procura di
Gorizia
chiede il
s e q u e st ro,
ma Gip e
Tr i b u n a l e
dicono di no
2015
fe b bra io
La
C a ss a z i o n e
accoglie il
ricorso della
procura e
rinvia la
pratica al
tribunale di
Gorizia, che
st avo l t a
decide per il
sì che blocca
Fi n c a n t i e r i
4 . 500
Gli operai fermi In Cig. Gli ordini
sono tornati ai livelli pre-crisi,
ma il titolo ha perso il 15% da Luglio
F» GIORGIO MELETTI
orse stavolta il presidente della
Confindustria Giorgio
Squinzi ha ragione, sicuramente
ha commesso un grave
errore di comunicazione.
Commentando il sequestro di
alcune aree dello stabilimento
Fincantieri di Monfalcone,
in provincia di Gorizia, che ieri
mattina ha provocato la fermata
della produzione e l'interruzione
del lavoro per
4500 persone, ha detto: “È un
altro caso Ilva”. Visto che a
Taranto la procura ha agito
per fermare una intensa, reiterata
e pluriennale opera di
inquinamento dell'azienda
della famiglia Riva, le parole
di Squinzi farebbero venire il
sospetto che il colosso cantieristico
controllato dallo Stato
abbia commesso qualcosa di
simile. Invece è tutt'altra storia,
come dimostra il fatto che,
a differenza di Taranto, nessuna
voce di provenienza sindacale
o ambientalista si è levata
a difesa della decisione
del tribunale di Gorizia.
IL CASO FINCANTIERI appare,
più che un conflitto tra industria
e ambiente, una grottesca
storia burocratica, proprio
per questo destinata a portare
acqua al mulino di chi invoca
l'allentamento dei vincoli ambientali
in nome del lavoro. Il
leader leghista Matteo Salvini
ha subito cavalcato la notizia
con il consueto linguaggio misurato:
“È folle la decisione
della cosiddetta giustizia italiana
che mette a rischio altri 5
mila posti di lavoro. Il sequestro
di una parte di Fincantieri
a Monfalcone è una vera schifezza:
solidarietà agli operai e
a ll ’a zi e n da ”. Ieri pomeriggio
il sottosegretario alla presidenza
del Consiglio Luca Lotti,
raccogliendo il grido di dolore
di Squinzi e Salvini, ha avuto
buon gioco e mescolare
4 . 500
Gli operai fermiIn Cig. Gli ordini
sono tornati ai livelli pre-crisi,
ma il titolo ha perso il 15% da Luglio
TUTTO FERMOIl cantiere di Gorizia è stato sequestrato dalla procura per una diatriba
giuridica: smaltisce senza permesso rifiuti non suoi. E il governo promette interventi
due situazioni diversissime e
ad annunciare l'arrivo di un
decreto legge risolutivo: “Sia -
mo molto preoccupati per ciò
che sta accadendo a Taranto e
Monfalcone. Non escludiamo
a questo punto un intervento
normativo di emergenza”.
La storia di Monfalcone appare
davvero poco comprensibile.
Il cantiere costruisce
grandi navi da crociera, una lavorazione
che produce un certo
volume di scarti che la stessa
Fincantieri provvede ad elencare:
pezzi di lamiere, sfridi
ferrosi, materiale isolante,
pezzi di tubi, teli di plastica, avanzi
di moquette e via dicendo.
Si tratta di rifiuti non inquinanti,
classificati come
“speciali”. Vengono tolti dalle
navi in costruzione e stoccati
un'apposita area del cantiere,
da cui periodicamente sono
raccolti e avviati allo smaltimento.
Due anni fa la procura
di Gorizia ha aperto un procedimento
penale a carico dell'ex
direttore del cantiere Carlo
De Marco e di sei titolari di
aziende che lavorano alle navi
in subappalto. L'imputazione
è “attività di gestione di rifiuti
non autorizzata”. La pena
massima prevista va da sei mesi
a un anno, a seconda delle
interpretazioni dell'articolo
256 del Codice dell'Ambiente,
e già la tenuità della sanzione
penale fa venire il dubbio che
la colpa non sia delle più turpi.
Infatti il punto contestato è il
seguente: mentre Fincantieri
è ovviamente autorizzata allo
stoccaggio provvisorio dei
suoi rifiuti non inquinanti all'interno
del cantiere, pare
non disponga di autorizzazione
alla raccolta dei rifiuti di
terzi, quali la procura di Gorizia
considera le ditte del subappalto,
che a loro volta non
sono autorizzate a stoccare i
loro rifiuti nell'area Fincantieri.
LA DIATRIBA giuridica ha toccato
in questi due anni vette
degne del concilio di Nicea. La
grande questione attorno a cui
gira il destino di una delle ultime
grandi aziende italiane è
la seguente: quando l'operaio
della ditta subappaltatrice taglia
la moquette da incollare
sul pavimento della nave, a chi
appartiene lo scarto? Fincantieri
sostiene che lo scarto è
suo, come sua è la moquette e
tutto il materiale affidato alla
ditta appaltatrice per il montaggio.
La pubblica accusa sostiene
invece che si tratta di un
rifiuto prodotto dalla ditta appaltatrice,
quindi stoccato illegalmente.
La richiesta di sequestro
avanzata dalla procura
è stata respinta una prima
volta dal Gip e una seconda dal
tribunale. Il pm si è rivolto alla
Cassazione che ha annullato la
decisione negativa del tribunale,
rinviandogli nuovamente
la pratica perché si esprimesse
nuovamente. E stavolta
il tribunale di Gorizia ha deciso
di dare il via al sequestro
delle aree incriminate, con il
quale lo stabilimento è bloccato.
Da ieri sono senza lavoro
1500 dipendenti diretti e 3000
lavoratori delle ditte esterne.
Andranno in cassa integrazione
fino al dissequestro. Ma la
cosa più preoccupante per
l'amministratore delegato
Giuseppe Bono è il ritardo nella
consegna delle navi, che potrebbe
costare salate penali.
Dopo anni di crisi nera, l'industria
cantieristica è tornata a
tirare, e nel 2014 gli ordini
hanno toccato nuovamente i
livelli pre-crisi del 2007. Fincantieri
ha incassato ordini
per 8 grandi navi da crociera, e
un paio di mesi fa Bono ne ha
portati a casa altri tre per altrettanti
colossi da 2800 posti
chiesti da Richard Branson
che ha deciso di lanciare la sua
Virgin nel business delle crociere.
Bono avrà difficoltà a
spiegargli che la ritardata consegna
si spiega con la diatriba
teologica sulla proprietà degli
scarti di moquette.
TRA L'ALTRO non è che per i
magistrati manchino occasioni
di serio lavoro dentro la Fincantieri.
Meno di un mese fa lo
stesso tribunale di Gorizia ha
condannato un gruppetto di
imprenditori e dipendenti
Fincantieri per le pratiche di
caporalato a cui sottoponevano
alcuni lavoratori stranieri
nel cantiere di Monfalcone.
Due giorni fa a Castallammare
di Stabia, in provincia di Napoli,
sono state arrestate sei
persone, tra cui un sindacalista
e un capofficina della Fincantieri,
per estorsione: imponevano
a imprenditori del subappalto
l'assunzione di amici
e parenti minacciandoli fisicamente
oppure, nel caso del
sindacalista creativo, organizzando
proteste dure dei lavoratori
per intimidirli. Fino a
che due imprenditori esasperati
si sono rivolti al più vicino
commissariato.
Intanto il titolo Fincantieri,
che il 3 luglio festeggerà il primo
compleanno a piazza Affari,
ieri ha perso in Borsa il
3%, portando la perdita complessiva
per chi ha comprato le
azioni un anno fa al 15%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 1 luglio 2015
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