Tra un anno si vota per il rinnovo del
consiglio comunale a Pontinia. Dopo l'amministrazione di destra del
2003 -2005 e l'elezione o nomina di consiglieri o assessori non certo
preparati, esperti e che hanno prodotto poco o nulla in tanti
cittadini, senza capacità o esperienza amministrativa pensano di
poter diventare sindaco, assessori, consiglieri. La presunta “classe
dirigente”, fatta qualche rara eccezione, si è rivelata
fallimentare o incapace o senza nessuna voglia di applicazione. Anche
nel 2016, come era successo nel 1994 e nel 2003 ci sarà un grosso
cambiamento, Nel 1994 l'ennesimo fallimento della destra aveva
portato 4 liste alla competizione (la lega miseramente fallita), con
2 di destra (una degli affari e l'altra più ideologica) a perdere
contro l'unico vero progetto politico (popolare per Pontinia), Allora
Pontinia poteva contare su pensatori, ideologi, esperti di
amministrazione e anche sui valori politici che appunto avevano
portato ad un progetto che poi avrebbe fatto scuola in Italia,
diventando un laboratorio politico. Il tutto finiva con la seconda
consiliatura guidata da Tombolillo con amministratori e assessori
poco preparati o che pensavano di campare di rendita o poco propensi
all'impegno. Poi il fallimento della destra che sarebbe stato il
preludio del fallimento politico e amministrativo della destra in
tutta la provincia con le crisi di Formia, Gaeta, Terracina,
Sabaudia, Sezze, Cori, Aprilia fino ad arrivare ai giorni nostri con
quello che succede a tutti i livelli, regione e parlamento compresi.
Il fallimento della destra nel 2004 (dissesto, reti cedute ad
acqualatina,centrali a biomasse, turbogas, agricoltura, Trasco)
porterà inevitabilmente come avevamo previsto, al ritorno di
Tombolillo come ce lo chiedevano sopratutto gli elettori di destra e
centro che però volevano chi fosse in grado di assicurare la
continuità amministrativa. Adesso, come nel 2003, siamo di fronte
alla coalizione uscente che pensa di vincere senza sforzo,
rinnovamento, impegno, senza un progetto politico e sociale con la
candidatura a sindaco ristretta ai soliti noti. Dall'altra la
proposta del pd (allargato a quali forze politiche, comitati,
associazioni?) delle primarie che dovranno però essere riempite di
contenuti (un progetto politico, delle regole) e quel rinnovamento
che se non lo propone la classe dirigente lo faranno inevitabilmente
i cittadini, Poi ci saranno inevitabilmente le liste civiche di
cittadini, imprenditori in libertà. Da un'altra parte la destra che,
come sappiamo, ha il favore degli elettori politici che a Pontinia la
scelgono in netta maggioranza. Dovrà solo decidere se assecondare
l'imposizione dei partiti (molto forte a Pontinia in quanto i
maggiori esponenti vengono pagati dalla casta romana) oppure di
alcuni imprenditori o affaristi. Da ultimo vedremo cosa farà il M5S
se presenterà una propria lista oppure se appoggerà forze politiche
o liste civiche oppure starà alla finestra. Di certo se si votasse
oggi, senza campagna elettorale, se la destra presentasse un
candidato unitario vincerebbe a mani basse. Con il solito rischio del
dissesto bis, come di appalti imposti da Roma e sopratutto della
litigiosità tipica della spartizione come succede da 15 anni a
Latina
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