Si chiama Thilafushi, è una collina alta 15 metri che continua a crescere di giorno in giorno. Dentro c'è di tutto: plastica, siringhe usate, elettrodomestici rotti, ogni genere di spazzatura medica, industriale e privata
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINILONDRA - Sono le isole più basse del mondo: il loro problema, fino ad ora, è stato che rischiano di finire sotto il livello del mare, sommersi dall'innalzamento delle acque, provocato dallo scioglimento dei ghiacci, causato dal cambiamento climatico. Ma adesso un nuovo pericolo minaccia le Maldive: di affondare, non solo metaforicamente, sotto una montagna di rifiuti. Le paradisiache isole dell'oceano Indiano, infatti, sprofondano nella spazzatura. Il formidabile aumento del turismo (1 milione di visitatori nel 2014) sommato alla mancanza di inceneritori o altri metodi per disfarsi dei detriti hanno già trasformato uno degli atolli, Thilafushi, in una collina alta 15 metri e che continua a crescere di giorno in giorno. Dentro c'è di tutto: plastica, siringhe usate, elettrodomestici rotti, ogni genere di spazzatura medica, industriale e privata, che va ad aggiungersi a quella gettata direttamente in mare dagli abitanti di Malè, capitale dell'arcipelago, sede dell'aeroporto a cui arrivano tutti i voli internazionali e ormai così piena di gente e di case da scoppiare. Così, oltre alle barriere coralline, una nuova barriera artificiale di spazzatura galleggia attorno alle isole e comincia a sbatterci contro, mentre sul "monte Thilafushi", come qualcuno dei locali l'ha soprannominato, si alzano maleodoranti fumi e sostanze tossiche.Denunciato stamane dal Financial Times, il problema dei rifiuti rischia di diventare un drammatico ostacolo allo sviluppo delle Maldive, che dipendono dal turismo per più di un terzo della propria ricchezza nazionale. Da un lato, la spazzatura rappresenta una minaccia ecologica all'ambiente delle isole. Dall'altro, rischia di tenere lontani i turisti: è già successo che qualcuno dei resort di lusso sia stato agganciato dalla disgustosa barriera di detriti, compreso tutto quello che esce dalle fogne, che viene scaricato ad appena 200 metri di distanza dalla costa e riportato a riva dalle correnti, per cui le acque possono apparire cristalline a occhio nudo ma potrebbero essere assai meno salubri dal punto di vista batteriologico.
Non è l'unico problema per una dalle destinazioni esotiche più amata dai turisti. Tutta l'acqua potabile delle Maldive, scrive il quotidiano della City, deriva da un unico stabilimento per la desalinizzazione dell'acqua marina, che tuttavia si è guastato nel 2014. Da allora le isole devono farsi portare l'acqua dai paesi più vicini. Nel 2009 l'allora presidente delle Maldive, Mohammed Nasheed, il primo democraticamente eletto nella storia delle isole, firmò un contratto con una società indiana per il riciclaggio dei rifiuti; e tenne una riunione del consiglio dei ministri sott'acqua per richiamare l'attenzione mondiale sul pericolo che l'arcipelago venisse sommerso dall'innalzamento del livello del mare. Ma nel 2012 Nashedd è stato rovesciato dai suoi avversari e incarcerato con l'accusa non circostanziata di terrorismo. Un team di avvocati e organizzazioni per i diritti umani lo sta difendendo, recentemente ne è entrata a far parte anche Amal Clooney, moglie dell'attore americano. Intanto il nuovo governo non ha fatto più niente per il problema dei rifiuti. E nel frattempo la montagna di spazzatura cresce.
http://www.repubblica.it/ambiente/2015/04/24/news/maldive_rifiuti-112741554/?ref=HRLV-18
Nessun commento:
Posta un commento