I CINQUE CANCRI
Hanno tutte le stesse
criticità: tempi biblici,
non servono a nulla,
dispendiose,
approssimative e il finto
finanziamento privato
EXPO
MILANO
I lavori per
l’Esposizione
U n ive r s a l e
ci sono costati
già un paio
di miliardi. Non
saranno pronti,
causa ritardi,
per l’Expo che
inizia a maggio.
Ansa
ALTA VELOCITÀ
Il Tav ha un costo
di circa 1,5
miliardi e tante
criticità: l’in -
chiesta da cui
scaturisce l’ar -
resto di Incalza
parte infatti
dalla Italferr,
società di Fs
Ansa
TERZO
VA L I C O
La caratteristica
principale
del terzo valico
ferroviario
( G e n ova - M i -
lano) sono i
tempi biblici:
an nu n c i at o
nel 1982 ancora
non è concluso
O RT E -
MESTRE
Il progetto per
l’Au t o s t ra d a
vive di quella
che è la finzione
del finanziamento
privato:
il conto
verrà presentato
alle prossime
generazioni
Ansa
di Giorgio Meletti
L’
arma retorica è
sempre la stessa, il
“partito del no” co -
me male assoluto.
Meno di un mese fa Raffaella
Paita, candidata Pd alla Regione
Liguria, l’ha sfoderata per difendere
il Terzo Valico, una ferrovia
inutile che da 35 anni fa
sognare il partito del cemento.
“Quando una forza di sinistra
dice no al Terzo Valico fa una
cosa di destra”. Errore blu. Nessuno
a destra dice no al Terzo
valico. A meno che non si sostenga
che la Procura di Firenze
abbia fatto una cosa di destra arrestando
il capo del“partito del
sì”, Ercole Incalza.
In attesa del vaglio giudiziario
sulla sua presunta corruzione,
sotto processo insieme alle persone
fisiche ci sono proprio le
grandi opere. Non perché in esse
si può essere annidato il malaffare,
ma proprio perché è il
malaffare – stando ai primi risultati
dell’inchiesta fiorentina
– a farle decidere e progettare. E
soprattutto a farle piacere ai politici,
di destra, centro e sinistra:
quando c’è da far colare cemento
dissanguando le casse dello
Stato vanno sempre d’accordo.
I pm di Firenze indicano gli
scempi con nomi e cifre. Dei
progetti indagati ce ne sono
quattro fondamentali.
I LAVORI PER L’EXPO di Milano,
un paio di miliardi già spesi,
rappresentano plasticamente il
primo cancro dei lavori pubblici
all’italiana: i tempi infiniti. Ormai
è tardi per dare lo stop, ma è
tardi anche per l’Expo: inizia a
maggio e i padiglioni dell’espo -
sizione non saranno pronti. La
disperata accelerazione finale
dei cantieri fa impennare i costi,
ed è il secondo cancro. Terminare
i lavori per l’Expo dopo
l’Expo sarà l’apoteosi dell’inuti -
lità, il terzo cancro.
IL TERZO VALICO è affetto da
tutti e tre i cancri. Tempi biblici:
l’opera fu annunciata come necessaria
e urgente nel 1982 dai
presidenti di Lombardia e Liguria,
Giuseppe Guzzetti e Alberto
Teardo. Il primo è oggi padre-padrone
delle Fondazioni
bancarie. Il secondo, antesignano
del craxismo disinvolto, fu
arrestato poco dopo il fatidico
annuncio. Infatti il Terzo Valico
porta male. Dopo Teardo sono
finiti in galera quasi tutti i principali
tifosi della grande opera
inutile, da Luigi Grillo (democristiano,
poi berlusconiano, infine
alfaniano, per anni presidente
della commissione Lavori
pubblici del Senato) a Claudio
Scajola. L’opera piace anche a sinistra:
prima di Paita l’ha sostenuta
per vent’anni il governatore
uscente della Liguria, Claudio
Burlando. La grande opera non
cammina senza accordi trasversali:
tutti si danno ragione e rispondono
con le supercazzole a
chi osi chiedere perché si butti
tanto denaro per niente.
Adesso tocca a Matteo Renzi
metterci la faccia e dire se ha
senso spendere 6,2 miliardi per
una ferrovia di una sessantina di
chilometri che collegherà il porto
di Genova con la ridente Tortona.
Dicono che servirà a far
defluire meglio i container dal
porto di Genova, ma non spiegano
perché spendono 60 milioni
a chilometro per una ferrovia ad alta velocità: vogliono mandare
i container a 300 all’ora?
Ecco il quarto cancro: progetti
vaghi, approssimativi.
IL TUNNEL SOTTO FIRENZE
dell’alta velocità ferroviaria ha
un costo previsto di 1,5 miliardi
ed è simbolo della progettazione
alla speraindio. Tanto che l’in -
chiesta da cui scaturisce l’arre -
sto di Incalza parte dalla Italferr,
società di progettazione di Fs.
Nel settembre 2013 hanno arrestato
la presidente Maria Rita
Lorenzetti, politica ammanigliatissima
che si vanta nelle intercettazioni
di poter mettere
tutto a posto grazie ai rapporti
con Incalza. E da mettere a posto
c’era un progetto che fa acqua da
tutte le parti per un’opera voluta
a tutti i costi dopo decenni di
dubbi sulla sua fattibilità. L’han -
no fermata i magistrati un anno
e mezzo fa.
LA ORTE-MESTRE è affetta da
tutti i quattro cancri già detti più
un quinto, il peggiore: il pro -
j e c t-f i n a n c i n g , la finzione del finanziamento
privato che serve
solo a rinviare alle prossime generazioni
la presentazione del
conto. Come dimostra il caso
Brebemi, se si consente ai privati
di farsi prestare i soldi da banche
che pretendono e ottengono la
garanzia dello Stato, è chiaro che
il rischio dell’operazione pesa
sul contribuente. Se, come nel
caso della Brebemi, l’affare va
male, lo Stato viene chiamato a
pagare tutto. La Orte-Mestre -
figlia del centro-destra veneta e
della sinistra emiliana guidata
da Pier Luigi Bersani - costerà 10miliardi, due dei quali pubblici.
Sugli otto miliardi privati c’è garanzia
dello stato? Il promotore
Vito Bonsignore (uomo Ncd
con amicizie trasversali) giura di
no. Ma i documenti che potrebbero
rassicurare i contribuenti
sono segretati, perché così vogliono
le sacre regole del pro -
j e c t-f i n a n c i n g . Scritte dal loro
profeta, Incalza. il fatto quotidiano 21 marzo 2015
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