Non tutte le famiglie italiane si fidano però a bere l’acqua del rubinetto: il 28% (comunque il calo rispetto al 40,1% del 2002) preferisce evitare. In particolare, le aree in cui si preferisce acquistare l’acqua in bottiglia sono la Sardegna (con il 53,4% delle famiglie), la Toscana (38,3%) e il sud Italia, con Calabria al 48,5% e Sicilia al 46,2%. Risulta più trascurabile nelle province autonome di Bolzano (1,6%), Trento (2,5%) e in Valle d’Aosta (8,7%). Sono però in miglioramento i giudizi sulla qualità dell’erogazione in casa. Nel 2014 solo l’8,6% della popolazione ha lamentato irregolarità.
Aumenta la quota di carichi inquinanti civili trattati negli impianti di depurazione di tipo secondario o avanzato, che ha toccato il 57,6% nel 2012. Rispetto al 2008 l’Istat osserva un leggero incremento al Nord e al Sud, mentre è in calo nel Centro. A livello regionale emergono forti differenze; la Provincia Autonoma di Bolzano depura il 98,2% dei reflui civili, il Piemonte il 70,9% e l’Umbria il 70,2%. Le regioni meno virtuose sono la Sicilia (40,4%), il Friuli-Venezia Giulia (47,9%), il Veneto (48,8%) e le Marche (49%). http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/20/acqua-istat-bolletta-74-in-5-anni-si-spende-per-minerale/1522934/