venerdì 27 febbraio 2015

Toscana, tutela del paesaggio con truffa

 IL PIANO APPROVATO IN REGIONE È UNA DEREGULATION IN PIENA REGOLA. IL PRESIDENTE ROSSI PROMETTE CORREZIONI
A M B I E N TA L I ST I Le associazioni, da Italia Nostra al Fai, fanno fronte comune contro un progetto che minaccia fiumi, spiagge e colline
di Elisabetta Reguitti inviata a Firenze C ome farsi male da soli. Ci sta provando la giunta toscana del governatore Enrico Rossi rimaneggiando il nuovo Piano Paesaggistico regionale partorito proprio in casa Pd dopo ben quattro anni di co-gestazione con il ministero dei Beni culturali. L’orizzonte peggiore, per la regione del premier Renzi, potrebbe portare piscine in spiaggia, estrazioni libere e ampliamenti a piacere di aziende che lavorano negli alvei fluviali: un bel biglietto da visita anche in vista dell’Expo. Tutto ciò ha innescato la sollevazione unitaria delle maggiori associazioni ambientaliste tra cui Fai, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e Lipu. E pensare che il Piano era nato a gennaio 2014 sotto i migliori auspici: progetto pilota, lavoro di ampio respiro e di lungimiranza politica del territorio in quanto - sulla carta - teneva conto della complessità della geomorfologia e dei vari ecosistemi. Ma colpo di scena: una settimana fa viene presentato un maxi emendamento peggiorativo che tre giorni dopo tuttavia viene ritirato. Masochismo democratico visto che tutte le correzioni presentate dai Dem - in maggioranza - a pochi giorni dal voto del Consiglio ammorbidirebbero sensibilmente le strette indicazioni del piano stesso. E ora? Lavori in corso prima dell’approvazione prevista per il 10 marzo. Marco Parini presidente nazionale di Italia Nostra parla di una contraddizione inaccettabile. “A me piace definirlo Piano generale del territorio non paesaggistico - precisa -. E chiediamo che venga approvato così come è stato licenziato. Diversamente proporremo allo stesso ministero di opporsi”. Da sottolineare inoltre, che la “deregulation” ai Comuni potrebbe avere ricadute negative sui litorali, le colline e i fiumi dell’intera Toscana. NON SI TRATTA quindi esclusivamente di dire “no”, spiegano i rappresentanti delle associazioni che indicano alcuni “gravi cedimenti” di scelte nelle politiche di governo del territorio. Il Piano, che doveva essere un autentico strumento di salvaguardia, potrebbe addirittura rivelarsi un autentico lasciapassare al peggio. Il governatore Enrico Rossi sembra intenzionato a trovare la via di mezzo. “Aspet - tiamo i risultati”, ammonisce Fausto Ferruzza di Legambiente Toscana che tenta di abbozzare quelli che potrebbero essere i punti di mediazione di Rossi. Fra questi in particolare la definizione di “nuova cava” e le relative procedure di autorizzazione. Di certo sembrano scongiurate le pessime conseguenze del maxi - emendamento ritirato anche e “sicuramente per la mobilitazione congiunta delle realtà associative”, afferma Nicola Caracciolo di Italia Nostra, strenuo sostenitore della teoria che sia ormai scaduto il tempo della disgregazione anche e soprattutto nelle associazioni ambientaliste. e.reguitti@ilfattoquotidiano.it il fatto quotidiano 27 febbraio 2015

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