domenica 28 dicembre 2014

ministro contro l'ambiente GIAN LUCA GALLETTI ama il privato e uccide la ricerca pubblica: il caso Ispra

di Marco Palombi
La scorsa settimana avevamo scritto della
convenzione pluriennale che il ministro
dell’Ambiente Gian Luca Galletti (Udc) ha
firmato con Sogesid , spa pubblica guidata
dal manager d’area centrista Marco Staderini:
una sorta di privatizzazione dei compiti
del ministero che la sottosegretario Silvia
Velo ha giustificato in Parlamento col fatto
che il dicastero non ha le professionalità
adatte ai suoi compiti, né i fondi per assumerle.
Peccato che questo non sia vero (o
sia vero solo in parte): mentre si arricchisce
Sogesid, infatti, si lascia letteralmente andare
in malora l’Istituto superiore per la
protezione e la ricerca ambientale
(Ispra), ente pubblico di ricerca che ha le
competenze, il mandato per legge, lo scopo
sociale di progettare interventi in materia
ambientale per il ministero di Galletti, il quale
però non si preoccupa - nel caso Ispra - nemmeno
di firmare la convenzione triennale che
determini i rapporti tra i due soggetti e per
scarsa capacità di progettazione finisce per
perdere fondi su progetti Ue che sarebbero di
competenza proprio dell’ente di ricerca.
Come si affossa la ricerca pubblica italiana?
Come segue. Primo esempio: il programma
Marine Strategy è sempre stato di competenza
Ispra, ma i tecnici dell’Istituto non sono
stati nemmeno invitati all’ultima riunione.
Risultato: se la relativa convenzione non viene
rinnovata, i 23 ricercatori a tempo determinato
che ci lavorano rischiano il posto (ma
lo stesso vale, per dire, quanto al dissesto
idrogeologico). Secondo esempio. Tra tagli lineari,
burocrazia e disinteresse il bilancio
Ispra si è ridotto di oltre 10 milioni negli ultimi
anni e la sopravvivenza stessa dell’istituto è a
rischio: lunedì è stato approvato almeno il bilancio
preventivo per il 2015, il che consente
almeno di non commissariare subito Ispra. Il
sindacato Usb ha scritto una lettera aperta a
Matteo Renzi: “A fronte del depotenziamento
di un ente pubblico di ricerca dobbiamo
purtroppo rilevare la messa a sistema di ingenti
finanziamenti a società private, peraltro
più volte oggetto di interpellanze parlamentari
perché oggetto di una vera tratta del
personale ad uso e consumo del ministero
dell’Ambiente, oltre che di pratiche sottoposte
all’attenzione della magistratura”.
MERCOLEDÌ 24 DICEMBRE 2 01 4 13 il E C ONO M I A Fatto Quotidiano



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