sabato 22 novembre 2014

MINISTERO DELL’AMBIENTE UNA POLTRONA PER AFFARI E DISASTRI ETERNIT, ALLUVIONI, TERRA DEI FUOCHI, L’EX ITALSIDER:

 TUTTI
I GUAI CHE I TITOLARI DEL DICASTERO NON HANNO RISOLTO
QUALCUNO INDAGATO, CLINI È STATO ADDIRITTURA ARRESTATO
OGGI
L’attuale ministro,
il centrista Galletti, come
primo atto ha concesso
una consulenza
da 100 mila euro annui
a un altro esponente Udc 

di Fabrizio d’Esposito
C’è l’ambiente, con
la minuscola,
martoriato ogni
santo giorno da
una notizia funesta, amianto o
alluvione o Terra dei fuochi o
Ilva che sia. E poi c’è l’Ambiente,
con la maiuscola, che è un
ministero dove girano tantissimi
soldi. L’Italia è un Belpaese
solo di nome, tra scavi in rovina
e territorio da bonificare. La
tragedia dell’amianto è immane
da decenni e nonostante otto
ministri in quattro lustri e
migliaia di vittime resta da bonificare
almeno il 99 per cento
dei siti mortali. Un dato vergognoso.
NELL’ETERNO manuale Cencelli
delle spartizioni ministeriali,
l’Ambiente non è nella
primissima fascia, come anche i
Beni culturali. Sono poltrone
che vanno ai “piccoli” in genere,
quando c’è un governo di
coalizione, oppure sono utili
per riequilibrare gli appetiti
delle varie correnti di partito.
Per esempio, nel quinquennio
dei ribaltoni ulivisti, dal 1996,
Edo Ronchi fu ministro con
Prodi e D’Alema. Quando però
toccò ad Amato gli fu chiesto di
spostarsi alle Politiche comunitarie
e lui rispose “no grazie”.
Rimase fuori e all’Ambiente
andò l’ineffabile Willer Bordon.
E sapete cosa fa oggi Bordon?
L’imprenditore nel campo
dell’energia alternativa, precisamente
dalle alghe e dai microrganismi
della laguna di Venezia.
Non è un dettaglio secondario.
Perché all’Ambiente
il confine tra impresa e politica
è labilissimo. È un ministero di
spesa, un orpello simbolo della
Casta che perpetua se stessa.
Nonché un ministero comodo,
che in fondo, essendo di terza
fascia, non dà pensieri. Ne sa
qualcosa il povero Andrea Orlando
del Pd, capitato lì
nell’esecutivo di Enrico Letta.
Matteo Renzi lo aveva riconfermato
ma poi il Quirinale mischiò
le carte, disse di no a Gratteri
guardasigilli e Orlando
cambiò casella e sbiancò in volto,
letteralmente. Vuoi mettere,
tra le rogne della Giustizia e il
bengodi dell’Ambiente, sempre
con la maiuscola? L’ultimo arrivato,
nella sede sulla Colombo
e che costa cinque milioni di
euro all’anno solo per l’affitto, è
un peone centrista di nome
Gian Luca Galletti, di area Udc,
il minipartito di Casini. Per tradizione,
c’è un solido legame tra
gli ex dc e il business milionario
dell’energia. Ed è per questo che
Galletti come prima cosa si è
chiamato come consigliere un
altro udc di peso, Mauro Libè,
esperto di “efficienza energetica”,
e che ha avuto un contratto
di consulenza da centomila euro
annui. Le consulenze sono
una voce importante dell’Am -
biente. Al ministro centristra è
stato chiesto di reclutare un bel
po’ di persone rimaste a piedi
nei precedenti governi. E così
ha riciclato portaborse di Cesa,
D’Alia e Casini e persino dato
un contratto da 30mila euro
all’anno all’ex portavoce
dell’azzurra Stefania Prestigiacomo
, altro ex ministro
dell’Ambiente e oggi formalmente
all’opposizione.
A PROPOSITO della Prestigiacomo.
Anni fa, quando esponenti
e familiari delle vittime
dell’amianto reclamavano invano
l’attenzione dello Stato,
con tanto di audizioni parlamentari,
la bionda ministra sicula
faceva un accordo con la
Ducati Energia per mille bici
elettriche dal costo di 1.200 euro
ciascuna. Un’operazione da
un milione e 200mila euro. A
favore di chi? Della famiglia
dell’attuale ministra Federica
Guidi, titolare dello Sviluppo
economico e berlusconiana
storica. Ecco, l’Ambiente è questo.
E meglio di Corrado Clini
nessuno lo sa. Potente direttore
generale, con casa strepitosa a
piazza Navona, a Roma, è diventato
ministro nell’era sobria
del montismo. Ma la faccia da
Casta è rimasta e Clini è stato
arrestato per aver distratto fondi
da un progetto di riqualificazione
ambientale all’estero e
averli dirottati su un conto cifrato
in Svizzera. Non solo. Come
ha rivelato Report, Clini da
funzionario o ministro ha finanziato
centinaia e centinaia
di progetti, coinvolgendo la sua
compagna e tanti altri amici.
L’Ambiente è un paradiso, inteso
come poltrona, non altro.
Una poltrona su cui è stato seduto
pure Altero Matteoli, ex finiano
dei governi Berlusconi,
colonnello di An. Matteoli
combinato con l’ambiente è un
ossimoro verde: a lui è andato
finanche il premio Attila e abbiamo
detto tutto. Dopo Matteoli,
arrivò per il centrosinistra
il verde Alfonso Pecoraro Scanio.
Altri guai: finanziamento
illecito sotto forma di voli e vacanze
gratis. L’Ambiente, con
la maiuscola, è malato.
Pag. 7 Il fatto quotidiano 22 novembre 2014


Nessun commento:

Posta un commento