domenica 23 novembre 2014

LA PIOGGIA VI HA DISTRUTTO LA CASA? le promesse da marinaio dei vari premieri a conduzione pd: ADDIO RISARCIMENTI NONOSTANTE UNA LEGGE DEL 2013

PREVEDA GLI INTERVENTI DI RISTORO, I GOVERNI
NON HANNO STANZIATO NEANCHE UN EURO. I CITTADINI DI GENOVA SONO AVVISATI
4,5 mld
I danni
certificati
NEI 27 STATI
D’EMERGENZA
dichiarati a palazzo
Chigi tra il 2013
e il 2014: il ristoro è
previsto da una legge
315 mln
Stanziati
dai governi
NEGLI ULTIMI
DUE ANNI
per le prime
emergenze: salvare
le persone, dargli
cibo, tetto e cure
E POI C’È LA BEFFA...
Dopo una calamità
naturale, se serve,
le Regioni possono
aumentare le tasse.
Gabrielli: “Assicurazione
obbligatoria necessaria”
di Marco Palombi
Quando qualcuno
dirà ancora spending
reviewoppure -
nel caso sia un tecnico
di fede brussellese - consolidamento
fiscale, ricordatevi
quanto segue: se per disgrazia
un’alluvione o un terremoto
distruggerà la vostra casa è
assai probabile che lo Stato
non vi darà una mano a ricostruirla.
Come dimostrano i
dati che seguono, infatti, l’Italia
ha praticamente abdicato ai
doveri di solidarietà verso i
suoi cittadini. Solo nel
2013-2014 il governo ha dovuto
emanare per 27 volte lo “stato
d’emergenza” per eccezionali
eventi atmosferici in territori
che coinvolgono quasi
tutte le regioni italiane: dopo
la prima emergenza - quella in
cui la Protezione civile si occupa
di salvare la vita alle persone,
dar loro cibo, un tetto e
cure – non resta mai neanche
un euro per la seconda fase,
quella in cui bisognerebbe ristorare
le perdite subìte tanto
dai privati che dal pubblico.
IN QUESTO BIENNIO a richieste
di danni per complessivi 4,5
miliardi (senza contare la nuova
alluvione in Liguria di una
settimana fa) i governi Monti,
Letta e Renzi hanno risposto
con stanziamenti per 315,9 milioni
in tutto, soldi che sono
stati usati tutti per gestire le
emergenze (nell’apposito Fondo
nazionale, per dire, in questo
momento non c’è neanche
un euro). Eppure non si tratta
di una cosa di cui la politica
non si sia occupata: l’ultimo
intervento legislativo sul tema
è dell’estate 2013 (governo Letta)
e prevede che Protezione civile
e Regioni facciano una “ri -
cognizione dei fabbisogni per
il ripristino delle strutture e
delle infrastrutture, pubbliche
e private, danneggiate, nonché
dei danni subiti dalle attività
economiche e produttive” per
poi procedere al ristoro “entro
i limiti delle risorse finanziarie
disponibili”.
Ecco, il numero dei relativi
stanziamenti chiarirà al lettore
(o ai commercianti di Genova
a cui Matteo Renzi ha promesso
risarcimenti via Facebook )
cosa aspettarsi in un caso del
genere: zero, neanche un euro.
Alle regioni, però, durante il
governo Monti è stata assegnata
una possibilità che aggiunge
il danno alla beffa: se proprio
gli servono i soldi per rimettere
a posto le cose, possono sempre
alzare le tasse locali.
Scorrere l’elenco delle 27
emergenze di questi ultimi due
anni significa ricordare storie,
volti, vittime, territori disastrati
apparsi nei telegiornali e presto
dimenticati. Tra piogge e
trombe d’aria, ad esempio,
questa estate pezzi di Lombar -
dia sono stati strapazzati dal
maltempo: 87 milioni di danni
secondo la ricognizione, ma lo
stanziamento è stato di soli 5,5
milioni di euro. In Abruzzo ,
l’alluvione verificatasi tra il novembre
e il dicembre 2013 ha
causato 296 milioni di danni: il
governo ne ha concessi 13.
LA STESSA STORIA si ripete
dovunque: la Basilicata è stata
colpita due volte tra gennaio e
febbraio per 261 milioni di
danni certificati, ne ha avuti in
tutto 21,5; due emergenze anche
in Calabria (novembre
2013 e febbraio 2014) che comportano
risarcimenti per quasi
300 milioni a fronte di uno
stanziamento governativo di
2,8 milioni. Ci sono casi peggiori.
Guidano la fila le Mar -
che: in due successivi disastri
atmosferici (autunno 2013 e
primavera 2014) Regione e
Protezione civile hanno contato
distruzioni per 764 milioni
in tutto, da Roma sono arrivati
30 milioni. Oppure l’Emilia Romagna:
4 stati di emergenza (al
netto del terremoto del 2012),
danni totali per circa 550 milioni,
fondi per 62 milioni. E
poi ci sono la Toscana - quattro
emergenze anche qui tra alluvioni,
piogge torrenziali, trombe
d’aria e 532 milioni di danni
conteggiati a fronte di un contributo
di 41,8 milioni - e il La -
zio, dove le piogge di inizio anno
hanno causato danni per
427 milioni cui il governo ha
reagito con uno stanziamento
di 22 milioni e mezzo.
Giova ribadirlo: la seconda fase,
quella dei risarcimenti, a
Roma non è mai partita. Il capo
della Protezione civile, Franco
Gabrielli, ha sostenuto più volte
che –se questo è lo stato della
finanza pubblica – allora
l’unica soluzione per garantire
i risarcimenti è “l’assicurazio -
ne obbligatoria contro le calamità”
(com’è ora per la Rc auto,
per capirci): solo che oltre a
essere un ulteriore costo per
cittadini e imprese, l’assicura -
zione obbligatoria andrebbe
accompagnata da sgravi fiscali
e dunque avrebbe un costo per
l’erario in termini di mancati
incassi. Il sottosegretario Graziano
Delrio, qualche giorno fa
a Genova, non s’è sbilanciato:
Vediamo...”. Sperando che il
piano contro il dissesto idrogeologico
da 9 miliardi in 7 anni
lanciato da Renzi funzioni:
niente risarcimenti, ma almeno
meno gente da risarcire.

il fatto quotidiano 23 novembre 2014

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