''Esprimiamo preoccupazione per la decisione del governo di accelerare l'approvazione del disegno di legge 1345 sui reati ambientali. E' un tentativo di riscrivere il reato di disastro ambientale proprio alla vigilia del processo Ilva a Taranto. Peacelink si dichiara contraria a riscrivere in senso limitativo il reato di disastro ambientale proprio adesso''. Lo afferma in una nota Alessandro Marescotti, presidente dell'associazione ambientalista, che ha presentato la documentazione per costituirsi parte civile nell'udienza preliminare legata all'inchiesta 'Ambiente svenduto', che riprenderà domani. ''Questa importante udienza - spiega Marescotti - sarà dedicata proprio all'esame della costituzione delle parti civili e noi esprimeremo le nostre osservazioni anche sul disegno di legge che riguarda i reati ambientali. Il rischio è quello di trasformare il processo in un'amnistia. Ci rivolgiamo pertanto ai senatori perché avviino una seria consultazione dei cittadini nelle realtà in cui sono in corso o stanno per avviarsi i processi per disastro ambientale''. Marescotti fa notare che ''già 5675 cittadini hanno firmato la petizione di Peacelink per fermare il disegno di legge che vuole sancire il danno ambientale come 'alterazione irreversibile dell'ecosistema': cosa molto difficile, se non impossibile, da dimostrare. Questa formulazione limitativa - conclude l'ambientalista - è pertanto uno 'sgambetto' per i magistrati che, come a Taranto, hanno dimostrato con perizie molto solide che la popolazione era stata esposta ad una 'situazione di pericolo concreto, come confermato dall'indagine epidemologica''.
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