Nel semestre italiano di presidenza
dell’Unione Europea (UE) e con Federica Mogherini, Alta
Rappresentante per la politica estera e di sicurezza, nonché
vicepresidente della UE, l’Europa ha dato il ‘bacio della
morte’-così scrive Le Monde Diplomatique- all’Africa, forzandola
a firmare gli Accordi di Partenariato Economico (EPA). “O firmate
gli EPA- ha detto la Commissione Europea ai paesi ACP(Africa,
Caraibi, Pacifico) o sarete sottoposti a un nuovo regime di
tassazione delle vostre esportazioni .” E lo ha fatto , come
promesso, entro il 1 ottobre 2014. E’ gravissimo che l’Europa
l’abbia fatto in un momento così difficile per il continente nero,
soprattutto con i paesi dell’Africa occidentale minacciati dalla
tragedia di Ebola, con la zona saheliana dal Mali al Sudan in
subbuglio, con il Corno d’Africa in guerra e con il Sud Sudan e il
Centrafrica in guerra civile.
E’ incredibile che in questo clima,
la UE abbia forzato l’Africa sub-sahariana ad arrendersi. Il primo
gruppo a capitolare è stata l’Africa Occidentale,quella che più
si era opposta agli EPA. Il 10 luglio, i sedici paesi della Africa
occidentale, che rappresentano il 38% del commercio globale UE-ACP,
per un totale di 38 miliardi di euro, hanno firmato.
Il 15 luglio si sono chiusi i negoziati
con sei paesi (Botswana,Lesotho, Mozambico, Namibia, Sudafrica e
Swaziland) dell’Africa Australe.Il 21 settembre hanno capitolato i
cinque paesi dell’Africa Orientale (Burundi, Kenya, Rwanda,
Tanzania, Uganda). Non hanno ancora firmato i paesi del Corno
d’Africa, il Sud Sudan e il Centrafrica, sconvolte da conflitti e
guerre.Gli altri paesi dei Caraibi e del Pacifico avevano già
capitolato prima.
“Sotto la spada di Damocle del 1
ottobre-scrive S.Squarcina su Nigrizia – si può affermare
che il grosso degli EPA sono stati siglati con praticamente l’insieme
degli ACP.”
Per capire quello che è avvenuto,
dobbiamo ricordare che le relazioni commerciali tra UE e paesi ACP
erano regolati dalla Convenzione di Lomè(1975-2000) e poi di Cotonou
(2000-2020), con la clausola che i prodotti ACP- prevalentemente
materie prime- potessero essere esportati nei mercati europei senza
essere tassati. Questo però non valeva per i prodotti europei
esportati nei paesi ACP, che dovevano invece sottostare a un regime
fiscale di tipo protezionistico. Ora la UE chiede ai paesi ACP di
eliminare le barriere protezionistiche in nome del libero scambio,
che sono frutto delle spinte neoliberiste di Bruxelles. Con gli EPA
infatti le nazioni africane saranno costrette a togliere sia i dazi
che le tariffe oltre ad aprire i loro mercati alla concorrenza. La
conseguenza sarà drammatica per i paesi ACP: l’agricoltura
europea(sorretta da 50 miliardi di euro all’anno) potrà svendere i
propri prodotti sui mercati nei paesi impoveriti. I contadini
africani, infatti,, (l’Africa è un continente al 70% agricolo) non
potranno competere con i prezzi degli agricoltori europei che
potranno svendere i loro prodotti sussidiati. E l’Africa sarà
ancora più strangolata ed affamata in un momento in cui l’Africa
pagherà pesantemente per i cambiamenti climatici.
L’Europa ha vinto, gli impoveriti
hanno perso. Ma non possiamo arrenderci, né demordere perché ci
vorrà tempo per la ratifica e l’entrata in vigore degli EPA. Ci
vorranno molti anni prima che i singoli EPA entrino in vigore.
Infatti i singoli EPA dovranno essere ratificati da tutti i
parlamenti UE e ACP interessati dai singoli accordi di partenariato.
Bruxelles farà di tutto per chiudere il processo di ratifica entro
il 2020, quando si dovrà procedere al rinnovo della Convenzione di
Cotonou. A questo bisogna aggiungere che gli ACP faranno di tutto per
rallentare la ratifica degli EPA. “La Commissione ha lasciato
intendere-scrive J. Berthelot su Le Monde Diplomatique – che
potrebbe rinviare la data limite per la ratifica al 1 ottobre 2016.
La battaglia non è finita.”
Per questo chiediamo a tutti coloro che
si sono impegnati in questa campagna contro gli EPA e a tutti coloro
che vorranno aggregarsi a non demordere, ma di continuare a premere
sui nostri parlamentari, sulla Commissione Europea, in primis
sull’Alta Rappresentante per la politica estera della UE , Federica
Mogherini, perché si rendano conto della profonda ingiustizia
perpretata, tramite questi Accordi contro i popoli più impoveriti
del Pianeta.
Siamo infatti persuasi che questi
Accordi siano profondamente ingiusti perché in un’Africa già così
debilitata, questi Accordi costituirebbero un colpo mortale per
l’agricoltura africana, in particolare per l’industria della
trasformazione e della lavorazione dei prodotti agricoli, che può e
deve arrivare a sfamare la propria gente. Inoltre l’eliminazione
dei dazi doganali nei paesi ACP , che costituiscono una bella fetta
del bilancio statale , metterebbero in crisi gli stati ACP.
Non è concepibile che una potenza
economica come la UE non abbia una seria politica estera verso i
paesi più impoveriti, soprattutto verso il continente a noi più
vicino, l’Africa, oggi il continente più schiacciato.
Ci appelliamo a tutti quei gruppi,
associazioni, reti, istituti missionari che hanno già lavorato
contro gli EPA a riprendere a martellare i nostri deputati a
Bruxelles.
Non possiamo non ascoltare l’immenso
grido dei poveri. E’ in ballo la vita di milioni di persone,ma è
anche in ballo il futuro stesso della UE.
Alex Zanotelli
Napoli, 21 novembre 2014
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