Un modo per impedire che i petrolieri abbiano la strada spianata a bucherellare i nostri mari c’è: creare un fronte compatto per denunciare il modo inaccettabile con cui i progetti di trivellazione vengono mandati avanti nel nostro paese.
Programmi che fino ad oggi prevedono valutazioni di impatto ambientale carenti e inaccettabili, tra poco, con l'entrata in vigore dello Sblocca Italia, elimineranno il problema alla radice, lasciando che le trivellazioni off-shore vengano autorizzate senza neanche prendere in considerazione il loro possibile impatto sul mare.
Con altre associazioni e ben cinque comuni siciliani abbiamo presentato ricorso al TAR Laziocontro il decreto 149/14 del Ministro dell’Ambiente, che sancisce la compatibilità ambientaledel progetto “Off-shore Ibleo” di ENI (otto pozzi, una piattaforma e vari gasdotti al largo della costa tra Gela e Licata). E' la prima volta che in un ricorso presentato contro le trivelle in mare siamo accompagnati da una schiera così folta di ricorrenti, con noi anche WWF e Legambiente, LIPU Birdlife Italia e Italia Nostra, ma non solo anche associazioni di categoria come il Touring Club Italia e Legacoop Pesca Sicilia, ma soprattutto le amministrazioni locali, bencinque comuni della costa interessata dal progetto, capitanati da ANCI Sicilia.
Un fronte così ampio e compatto è la dimostrazione che i “tre, quattro comitatini” di cui parla ilPremier Renzi sono determinati a farsi sentire contro la "follia nera" del governo, e forti di una grande rappresentatività!
Il progetto off-shore Ibleo è il primo nel Canale di Sicilia ad aver ricevuto parere positivo dalMinistero dell'Ambiente, nonostante una valutazione davvero carente e inaccettabile! Gli scenari di rischio, tutti ancora da definire, sono addirittura rimandati a valutazioni successive di non si sa chi!
Il progetto off-shore Ibleo è il primo nel Canale di Sicilia ad aver ricevuto parere positivo dalMinistero dell'Ambiente, nonostante una valutazione davvero carente e inaccettabile! Gli scenari di rischio, tutti ancora da definire, sono addirittura rimandati a valutazioni successive di non si sa chi!
Non possiamo permettere che – visti i numerosi procedimenti di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) in corso – si proceda nello stesso modo per tutte le altre richieste avanzate dai petrolieri nel Canale!
Il ricorso al TAR è una speranza non solo per la Sicilia, ma per tutti i territori interessati daricerche e estrazioni di idrocarburi! Per agire non c’è molto tempo, ed è necessario unirsi: ilgoverno ha deciso con lo “Sblocca Italia” di di consegnare i nostri mari ai petrolieri, cancellando l’obbligatorietà della VIA per quei progetti di estrazione off-shore posti “in prossimità di aree di altri Paesi rivieraschi”.
Una scelta miope che consegna l’Italia ad uno scenario energetico "del passato", favorendo il guadagno di poche multinazionali dell’energia e scaricando i rischi sulla collettività.
Una scelta miope che consegna l’Italia ad uno scenario energetico "del passato", favorendo il guadagno di poche multinazionali dell’energia e scaricando i rischi sulla collettività.
Noi non ci stiamo, e abbiamo deciso: non fossilizzeranno il Paese e il futuro nel nostro nome. Schierati anche tu: DICHIARATI INDIPENDENTE dalle fonti fossili! http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/Contro-le-trivelle-lunione-fa-la-forza/
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