sabato 27 settembre 2014

sequestrata altra centrale a biogas partecipata da Legambiente, Escolazio a Cinigiano di proprietà dell'Azienda Agri Power Plus

Il biogas è tutto una truffa, nelle Marche e inToscana qualcosa si muove


Quante centrali a biogas nascondono truffe, illegittimità, irregolarità? Molte, moltissime, la gran parte secondo i comitati. Troppo golosa la torta dei super incentivi, della sporca speculazione ai danni dei cittadini per non fare di tutto pur di avviare una centrale. Fa piacere che qualcosa si muova ma la magistratura ha ricevuto tanti esposti e, specie in certe regioni e certe provincie, nulla si è mosso. GSE e magistratura non si sono mossi. La bolla, il bubbone purulento del biogas scoppierà con tanto maggior fragore e conseguenze dove più si cerca di non farla scoppiare insabbiando le denunce di irregolarità e frodi.



fonte: http://www.lanazione.it/grosseto/sequestrato-impianto-di-biogas-ipotesi-truffa-1.248000

Sequestrato impianto di biogas: ipotesi truffa


Secondo quanto sta emergendo dalle indagini sarebbero stati indebitamente percepiti un milione e 300 mila euro di erogazioni pubbliche

Grosseto, 26 settembre 2014 - Gli agenti della Digos e della forestale hanno sequestrato nel pomeriggio l'impianto a biogas di Cinigiano di proprieta' dell'azienda Agri Power Plus dopo un provvedimento del Tribunale di Grosseto. Secondo quanto si apprende una persona risulterebbe indagata. I

l sequestro dell'impianto per la produzione di energia elettrica da biogas arriva dopo un'attivita' d'indagine articolata e complessa dalla quale sarebbero emerse irregolarita' gravi sia nella fase iniziale, quando sono state ottenute le autorizzazioni per conseguire l'incentivazione da parte del Gse, il gestore deputato alla erogazione della tariffa onnicomprensiva per gli impianti a energia rinnovabili, sia nella fase successiva di gestione dell'impianto stesso.

Gli inquirenti avrebbero riscontrato, tra l'altro, che l'impianto, contrariamente al dettato normativo, si alimentava solo in minima parte attraverso propria produzione, ricorrendo per la maggior parte a produzione terze, parte anche fuori dalla filiera corta consentita dalla legge. L'indagine e' stata coordinata dai pm Alessandro Leopizzi e Salvatore Ferraro e' tuttora in corso. I reati contestati sarebbero di truffa aggravata, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e il reato di scarico abusivo di acque reflue previsto dal codice dell'ambiente attraverso il quale sono stati indebitamente percepiti un milione e 300 mila euro di erogazioni pubbliche. 

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