sabato 6 settembre 2014

Borgofranco Ivrea forse vince contro il pirogassificatore da rifiuti industriali. IN PIEMONTE Analisi delle unghie anti- inquinamento

A BORGOFRANCO VOGLIONO CREARE UN ARCHIVIO
SANITARIO PRIMA DI ACCENDERE L’INCENERITORE
di Caterina Grignani
Pirogassificatore. La parola non è familiare: si tratta di
rifiuti, di smaltimento di rifiuti industriali da riconvertire
in energia. Se serve un esempio: una specie di inceneritore.
La storia di cui vi parliamo accade a Borgofranco:
nella cittadina in provincia di Ivrea c’è appunto un pirogassificatore,
solo che non è mai stato acceso. “Abbiamo
vinto noi cittadini”, spiega Paola Russatto. Lei è una maestra
e ogni venerdì riunisce i comitati “anti-piro” in assemblea
perché “non bisogna mai abbassare la guardia”.
Il problema, com’è intuibile, è il rischio inquinamento con
relative malattie. L’idea innovativa della comunità di Borgofranco
è semplice: raccogliere biomarker per stabilire qual
è oggi lo stato sanitario degli abitanti. Lo faranno partendo
dalla scuola elementare del paese, per la precisione raccogliendo
le unghie degli
studenti di seconda
e terza: “Serve ad
avere un metro di
paragone in un futuro,
nel caso in cui
l’impianto venga acceso
o trasformato”,
precisa Walter Campanara,
membro del
Coordinamento
Ambientalista Rifiuti
Piemonte, che si
occupa di raccogliere
dati e informazioni
nelle diverse realtà
della regione. Non
molto lontano, infatti,
altri comitati si battono per altri impianti di smaltimento:
da quelli contro l’inceneritore di Gerbido, in cui arrivano
anche i rifiuti liguri, all’altro pirogassificattore di Andorno.
RUSSATTO, la maestra di Borgofranco, adesso ha messo nel
mirino anche il governo Renzi: nello Sblocca Italia, infatti, c’è
una nuova “strategia rifiuti”. In sostanza viene individuata
una rete nazionale integrata di impianti di incenerimento dei
rifiuti: gli inceneritori, insomma, diventano - dopo il cantiere
del Tav in Val di Susa - un’altra infrastruttura strategica di
interesse nazionale. Zone inviolabili e presidiabili anche
dall’esercito. A Borgofranco, intanto, si preparano alle prossime
tappe della battaglia contro il pirogassificatore: il sindaco
Livio Tola, d’altronde, è tra gli oppositori. Tempo fa andò
pure in Toscana per studiare altri impianti simili a quello che,
anche se spento, sorge nel suo Comune. C’è stato un cambio
di rotta rispetto a due anni fa, quando l’assessore provinciale
all’Ambiente Roberto Ronco autorizzò Comimet, l’azienda
responsabile del sito di smaltimento. “Ora invece possiamo

contare anche sulla nostra politica locale” dice Russatto. il fatto quotidiano 6 settembre 2014

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