Si chiude nella città simbolo della guerra al carbone il tour italiano "Non è un Paese per fossili" della Raimbow Warrior, l'imbarcazione di Greenpeace che sabato e domenica sarà visitabile dai cittadini all'attacco della banchina dogana. Finisce con l'appello degli ambientalisti alle istituzioni pugliesi ("la Regione innanzitutto" dice il responsabile dalla campagna Energia e clima, Andrea Boraschi) affinché "si esprimano con chiarezza sul destino degli impianti a carbone, a partire dalla centrale di Cerano". E finisce anche con la divulgazione dell'ennesimo dato drammatico sull'impatto che l'utilizzo delle fonti fossili ha sulla salute: il caso di un bambino cui è stata diagnosticata la leucemia alla nascita presso l'ospedale Perrino - raccontato dal primario di Radioterapia Maurizio Portaluri- e la cui malattia è stata con ogni probabilità contratta tramite la madre durante la gravidanza. Solo l'ennesimo esempio, secondo gli ambientalisti, di una situazione sanitaria allarmante, che - secondo il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio - "richiede una presa di posizione urgente del Governo Renzi e dei governi del territorio pugliese a tutti i livelli". Al presidente Vendola, "che in passato ha preso impegni poi disattesi sul futuro degli impianti a carbone", l'appello più accorato affinché "prenda un impegno pubblico", e al sindaco Mimmo Consales una tirata d'orecchie per "l'assenza al confronto con i cittadini" e la sollecitazione ad aprire una discussione pubblica sui temi della salute. La Raimbow Warrior conclude a Brindisi il suo tour italiano, apprestandosi a salpare per mari più lontani. Non prima però di avere aperto le proprie braccia ai cittadini, che potranno salire a bordo ed ascoltare dai quindici membri dell'equipaggio la storia dell'imbarcazione e della sua attività, nonché visionare le strumentazioni tecniche e scoprire come funzionano di CHIARA SPAGNOLO
Nessun commento:
Posta un commento