domenica 27 luglio 2014

ALL’ILVA IL GOVERNO SI DIMENTICA LE BONIFICHE: APPALTI BLOCCATI, Bonelli verdi chiede le dimissioni del commissario

IL COMMISSARIO PER LE AREE ESTERNE ALLA FABBRICA È SCADUTO IL 29 MAGGIO
119 MILIONI FERMI
Servivano alle scuole
del quartiere Tamburi
e altri interventi,
ma il ministro Galletti
non si muove. Bonelli
(Verdi): “Si dimetta”
Sull’Ilva di Taranto
da tre anni (governo
Monti) si assiste a
una stupefacente
produzione normativa: l’u ltimo
intervento è di Matteo
Renzi ed è stato sistemato nel
decreto Competitività approvato
venerdì dal Senato
(ora passerà alla Camera). Si
tratta di una leggina per cui
l’azienda commissariata potrà
sbloccare i soldi sequestrati
dalla magistratura milanese
per far funzionare gli
impianti. Si badi bene: non
per fare le bonifiche di una
delle realtà più inquinate
d’Italia, ma solo per far funzionare
e migliorare gli impianti,
che sono ancora di
proprietà della famiglia Riva.
Qualcuno nel Pd esulta perché
questo nuovo intervento
avrebbe finalmente ristabilito
il principio “chi inquina
paga”, affermazione talmente
falsa che il commissario alle
bonifiche, l’ex ministro
Edo Ronchi, si è dimesso
proprio perché i fondi
dell’azienda non saranno
usati per le bonifiche.
SE, PERÒ, la tutela delle proprietà
dei Riva e della produzione
d’acciaio è tema assai
sentito nei vari governi, quello
delle bonifiche (che comunque
sono investimenti
pubblici e comportano crescita
e occupazione, oltre che
buona salute) assai meno.
L’ultima gaffe del governo
Renzi, e in particolare del ministro
dell’Ambiente Gian
Luca Galletti, ha dell’incredi -
bile: i 119 milioni stanziati
per rimettere a posto le aree
esterne all’Ilva - il 5% del sito
tarantino da sanare - sono
bloccati per quella che un eufmista
definirebbe una dimenticanza:
il 29 maggio, infatti, è
scaduto l’incarico annuale del
commissario ad hoc Alfio Pini
e con lui si è dimesso pure
il soggetto attuatore Antonio
Strambaci del ministero
dell’Ambiente. Ferme, in particolare,
sono le gare d’appal -
to per il risanamento di cinque
scuole nel rione Tamburi,
le più esposte all’inquina -
mento. I bandi di gara per 9,3
milioni di euro sono stati lanciati
a fine maggio e ora sono
in scadenza: solo che se non ci
sono il commissario e il soggetto
attuatore non si possono
firmare i contratti veri e
propri.
Non solo: a rischio c’è pure la
bonifica dell’area industriale
di Statte, dove la progettazione
preliminare è nella fase
conclusiva: 37 milioni di interventi
che, se ci fosse il
commissario, potranno partire
dopo il via libera del ministero
dell’Ambiente. Pure il
progetto di ripulitura del Mar
Piccolo è fermo: l’Arpa Puglia
ha infatti proposto diverse
vie d’azione, ma al momento
non ha un interlocutore
con cui discuterne. Angelo
Bonelli, portavoce dei
Verdi e consigliere comunale
a Taranto, chiede a questo
punto le dimissioni del ministro
Galletti: “Chiedo: è possibile
che nessuno dei soggetti
facenti parte la Cabina di Regia
sapesse che il ruolo di Pini
e quello del soggetto attuatore
scadesse dopo un anno e andasse
rinnovato? Possibile che
nessuno al ministero
dell’Ambiente abbia il compito
di ricordare al ministro
una cosa del genere?”. Il governo,
insiste il leader ambientalista,
tanto celere ad
approvare decreti salva-Ilva,
ben 6, non è assolutamente
interessato a far partire quel
5% di lavori di bonifiche delle
aree esterne. Ricordo che tra
mitilicoltori, allevatori e agricoltori
sono stati persi mille
posti di lavoro e che su un
raggio di 20 km non si può far
pascolare”.
il fatto quotidiano 27 luglio 2014 

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